Luca Zaia, insieme ad altri 149 Regioni di 20 Stati membri, suona la carica contro la proposta della Commissione Ue (che sarà presentata il prossimo 16 luglio) sulla centralizzazione della gestione delle politiche di coesione
“Giù le mani dai fondi di coesione”. A dirlo è il presidente del Veneto Luca Zaia in relazione alla proposta della Commissione Europea che prevede un accentramento della gestione dei fondi di coesione sul modello del Pnrr affidandoli, dunque, direttamente agli Stati membri. “Difendo con forza una idea europea radicata nei territori. La politica di coesione post 2027 deve restare saldamente ancorata alle Regioni, che rappresentano il livello istituzionale più vicino alle comunità – ha detto Zaia -. Ogni ipotesi di centralizzazione o accorpamento dei fondi strutturali, soprattutto se coinvolge anche le risorse per agricoltura e sviluppo rurale, non è proponibile”. La proposta annunciata in sede europea e che dovrebbe essere presentata il 16 luglio dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
SONO 149 LE REGIONI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LA PROPOSTA DI CENTRALIZZAZIONE DELLE POLITICHE DI COESIONE
Il presidente veneto non è l’unico contrario alla centralizzazione della gestione dei fondi di coesione. Sul piede di guerra ci sono 149 regioni di 20 stati membri, riunite nell’iniziativa EUregions4cohesion, che hanno inviato una lettera alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “Noi, le Regioni, siamo il cuore dell’Europa e abbiamo dimostrato di essere le più efficienti nell’investire le risorse dell’UE in modo efficace e mirato, contribuendo concretamente al progresso del progetto di integrazione europea – si legge nella missiva -. I risultati delle elezioni europee dello scorso anno hanno rivelato una crescente sfiducia nell’integrazione europea. La politica di coesione rappresenta il principale legame tra i cittadini europei e l’Unione. Essa non è solo il fondamento dell’integrazione europea, ma anche la base della resilienza economica, sociale e territoriale dell’Unione Europea. Rafforzare la politica regionale è una condizione necessaria per il buon funzionamento del Mercato Unico europeo.”
🇪🇺È stato un piacere incontrare nuovamente la delegazione di #EURegions4Cohesion. 30 presidenti in rappresentanza di 149 regioni europee.
Abbiamo dato seguito ai temi affrontati nel nostro primo incontro. In questi mesi abbiamo compiuto passi importanti, approvando la… pic.twitter.com/5pl3dSChIe— Raffaele Fitto (@RaffaeleFitto) July 2, 2025
LA PREOCCUPAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI: SNATURARE LO SPIRITO DELLA COESIONE
La preoccupazione degli amministratori locali è che centralizzando la gestione dei fondi si snaturi lo spirito della coesione, depotenziando la sua capacità di colmare le disuguaglianze sociali e territoriali. “La gestione costruita con fatica in questi anni – ha detto Zaia -, ha dato prova di efficienza, concretezza e responsabilità. Sradicarla per ragioni politiche o burocratiche è un errore grave”. In Veneto, continua Zaia, “abbiamo già attivato oltre 1,6 miliardi di euro tra Fse+ e Fesr nella programmazione 2021-2027, con una spesa efficiente e tempestiva. Solo per l’assistenza agli anziani non autosufficienti abbiamo investito oltre 61 milioni di euro dal Fondo sociale europeo, aiutando migliaia di famiglie. La nostra programmazione è solida, i risultati verificabili, le priorità concrete: inclusione, innovazione, competitività, lavoro. Quando le risorse vengono gestite vicino ai cittadini, producono sviluppo vero”.
LE RICHIESTE DELLE REGIONI: UNA REGOLAMENTAZIONE SPECIFICA E UN BILANCIO DEDICATO ALLA POLITICA DI COESIONE
Le 149 regioni che contestano la proposta della Commissione suggeriscono la strada dello sviluppo di “Partenariati Nazionali e Regionali per investimenti e riforme nell’ambito del primo pilastro” e chiedono “Una regolamentazione specifica per tutti i diversi strumenti dedicati alla politica di coesione, che garantisca e rispetti i suoi principi fondamentali – in particolare l’approccio territoriale e basato sui luoghi, il partenariato e il principio di sussidiarietà” affinché le regioni europee assumano “un ruolo centrale nei processi di programmazione e attuazione, attraverso la gestione condivisa e una governance multilivello, che assicuri un negoziato diretto tra le regioni e la Commissione Europea. La regolamentazione dovrebbe inoltre garantire che la politica di coesione resti una vera politica europea, monitorata a livello dell’UE”. Ma non solo, anche un “bilancio specifico per la politica di coesione e la definizione, a livello europeo, di allocazioni regionali indicative delle risorse, basate sull’attuale metodologia consolidata che tiene conto degli indicatori economici e sociali”. Quest’ultimo dovrebbe essere “coerente con l’approccio di investimento a lungo termine proprio della politica di coesione in tutte le regioni dell’UE, per affrontare gli obiettivi europei, dalla triplice transizione alla sicurezza. Inoltre, il bilancio della politica di coesione dovrebbe essere rafforzato per affrontare con flessibilità le nuove priorità emergenti.