Inizia oggi la due giorni del Consiglio europeo a Bruxelles per affrontare il sostegno a lungo termine all’Ucraina, la situazione nel Medio Oriente dopo Sharm El-Sheikh, il rafforzamento della difesa europea, la transizione verde e digitale, il tema dell’abitare e la gestione della migrazione
I capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri si ritrovano a Bruxelles per un appuntamento denso di scelte strategiche: dal sostegno militare e finanziario a Kiev alla risposta europea alle recenti tensioni nel Medio Oriente, fino a misure concrete per accelerare la transizione verde e digitale e affrontare la crisi abitativa.
In particolare, si discuterà dell’utilizzo dei beni russi immobilizzati e su nuovi strumenti finanziari per la difesa; tra gli ospiti, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj e i vertici delle istituzioni europee. L’incontro, convocato dal presidente del Consiglio europeo António Costa, è accompagnato da un formato allargato (Euro Summit) con la partecipazione dei presidenti di Commissione, Banca centrale europea e del Eurogroup.
CHI PARTECIPA AL CONSIGLIO EUROPEO
All’appuntamento partecipano i capi di Stato o di governo di tutti i 27 Paesi dell’Unione: da Emmanuel Macron e Friedrich Merz a Giorgia Meloni e Donald Tusk, oltre a Christian Stocker (Austria), Bart De Wever (Belgio), Rossen Jeliazkov (Bulgaria), Andrej Plenković (Croazia), Nikos Christodoulides (Cipro), Petr Fiala (Cechia), Mette Frederiksen (Danimarca), Kristen Michal (Estonia), Petteri Orpo (Finlandia), Kyriakos Mitsotakis (Grecia), Micheál Martin (Irlanda), Evika Siliņa (Lettonia), Gitanas Nausėda (Lituania), Luc Frieden (Lussemburgo), Dick Schoof (Paesi Bassi), Robert Fico (Slovacchia), Robert Abela (Malta), Nicușor Dan (Romania), Luís Montenegro (Portogallo), Robert Golob (Slovenia), Pedro Sánchez Pérez-Castejón (Spagna) e Ulf Kristersson (Svezia).
Tra gli ospiti e i vertici istituzionali figurano inoltre António Costa (Presidente del Consiglio europeo), Ursula von der Leyen (Presidente della Commissione europea), Thérèse Blanchet (Segretaria-generale del Segretariato generale del Consiglio), Kaja Kallas (Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza), Roberta Metsola (Presidente del Parlamento europeo), Volodymyr Zelenskyy (Presidente dell’Ucraina), Christine Lagarde (Presidente della Banca centrale europea) e Paschal Donohoe (Presidente dell’Eurogruppo).
UCRAINA
Il primo punto dell’agenda è l’Ucraina: i leader terranno uno scambio di vedute con il presidente Zelenskyj, che discuteranno come rafforzare il sostegno militare, finanziario e diplomatico, e su come aumentare la pressione sulla Russia fino a ottenere una pace giusta e duratura.
L’Unione e gli Stati membri affermano di aver già fornito, dall’inizio dell’invasione, circa €177,5 miliardi di supporto complessivo, di cui €63,2 miliardi destinati all’aiuto militare.
NUOVE SANZIONI ALLA RUSSIA
Intanto è arrivato il via libera dell’Ue al diciannovesimo pacchetti di sanzioni all’economia russa, che colpiranno per la prima volta l’export di Gnl. Il divieto graduale si estende per sei mesi ai contratti a breve termine e dal 1° gennaio 2027 a quelli a lungo termine e comprende anche limiti alla libertà di movimento dei diplomatici russi e l’inasprimento delle restrizioni finanziarie e marittime: due grandi compagnie petrolifere – Rosneft e Gazprom Neft – escluse dalle transazioni, cinque banche soggette a divieto totale di operazioni, l’estensione del divieto ai sistemi di pagamento russi (Mir, Fast Payment System) e a quattro banche di Paesi terzi (tra cui istituti in Bielorussia e Kazakistan), oltre a 117 nuove navi sanzionate — che portano il totale della “flotta ombra” a 558 — con divieti di accesso ai porti, trasferimenti nave-nave e riassicurazione.
MEDIO ORIENTE
Si discuterà inoltre degli ultimi sviluppi in Medio Oriente dopo l’accordo di Sharm El-Sheikh del 13 ottobre. I leader valuteranno come l’UE può sostenere processi di cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, la ricostruzione di Gaza e — in generale — il percorso verso una soluzione a due Stati.
DIFESA EUROPEA
La sicurezza collettiva e la capacità di difesa sono uno dei nodi principali: si riprende il lavoro avviato con la “Readiness 2030 / ReArm Europe” per alzare la prontezza difensiva, potenziare gli acquisti congiunti e migliorare la governance dei programmi capaci di rafforzare l’industria bellica europea.
I numeri mostrano fin qui un aumento sostenuto: la spesa complessiva dei 27 membri ha raggiunto €343 miliardi nel 2024 (con un balzo del 19% rispetto al 2023).
COMPETITIVITÀ E TRANSIZIONE DOPPIA
I leader si confronteranno sulle tre direttrici stabilite per rafforzare la competitività europea: la semplificazione normativa (pacchetti ‘omnibus’), la transizione verde compatibile con industrie e cittadini (obiettivi clima 2050) e la sovranità digitale (protezione delle infrastrutture digitali e sviluppo di tecnologie strategiche). L’obiettivo politico è conciliare ambizione climatica e crescita industriale, evitando ostacoli regolatori non necessari.
Sul punto, si concentrano i contrasti sul Green Deal, con i Paesi membri divisi in tre schieramenti (ultra-sovranisti come Slovacchia e Ungheria, pragmatici — tra cui l’Italia — e i sostenitori degli obiettivi climatici), e tensioni sul target di riduzione del 90% delle emissioni al 2040 che dovrà essere “flessibile” (Roma chiede ad esempio uno sconto del 5%, mentre la presidente della Commissione Ursula von der Leyen insiste per mantenere il margine nel 3–5%).
CASA (HOUSING)
L’emergenza abitativa è entrata nell’agenda europea: i leader discuteranno possibili interventi a livello UE per sostenere politiche nazionali, regionali e locali e orientare la Commissione nella predisposizione di un piano europeo per l’abitabilità accessibile. È un tema con forti ricadute sociali e politiche interne, soprattutto in Paesi dove la pressione sugli affitti è aumentata sensibilmente.
MIGRAZIONE
Il dossier migrazione prosegue l’esame delle proposte già affrontate a giugno: sul tavolo l’attuazione delle norme UE, la prevenzione dei flussi irregolari e il tema dei rimpatri. Il Consiglio cercherà di salvaguardare il bilanciamento tra responsabilità nazionali e cooperazione comune, tema che rimane terreno di forti divisioni tra gli Stati membri.
REPUBBLICA DI MOLDOVA E ALTRI PUNTI
Tra i punti minori ma rilevanti vi è la situazione della Repubblica di Moldova e l’adozione finale delle conclusioni del Consiglio (EUCO 18/25), nonché l’approvazione dei verbali della riunione precedente: passaggi tecnici che chiudono la sessione e segnaleranno eventuali impegni concreti presi dai leader.