Nomine Authority, monta il dibattito sul “tramonto” dell’indipendenza. In scadenza Consob, Arera e le altre: quando terminano i mandati e quali sono i candidati in campo.
Se da un lato è fisiologico che l’esecutivo eserciti il proprio ruolo nelle nomine, dall’altro il crescente attivismo politico e le pressioni pubbliche sui vertici in carica inaugurano una nuova fase di ripensamento del ruolo delle Authority.
Nate in epoche di governi più deboli e instabili, hanno goduto spesso di spazi di autonomia più ampi; oggi, di fronte a governi politicamente solidi e con ampie maggioranze, la loro indipendenza rischia di essere progressivamente erosa.
È il segnale — osserva oggi Antonella Baccaro su L’Economia del Corriere della Sera — di un possibile declino di quel modello di indipendenza “imperfetta” che per trent’anni ha caratterizzato l’architettura istituzionale italiana.
IL CALENDARIO DELLE NOMINE
La stagione di rinnovo dei vertici delle Authority s’inaugura sotto i riflettori della politica. Dopo le tensioni su alcune decisioni recenti – come la sospensione da parte della Consob dell’Opa Unicredit-Banco BPM e la delibera dell’Arera sulle tariffe energetiche – il governo si prepara ora a gestire una tornata di nomine destinata a incidere sull’assetto istituzionale dei prossimi anni. In prima fila ci sono proprio Consob e Arera.
DOPO LO STOP ALL’OPS UNICREDIT-BPM, CHI SARÀ IL SUCCESSORE DI SAVONA?
Alla Consob, la sospensione dell’Opa Unicredit-Banco BPM, decisa con il voto determinante del presidente Paolo Savona (che ha poi offerto le dimissioni anticipate rispetto alla scadenza di marzo 2025), ha scatenato la reazione della maggioranza, che ora guarda con interesse alla partita per la successione. Come raccontato da Il Foglio alcune settimane fa, in corsa ci sarebbero la commissaria uscente Gabriella Alemanno (FdI), Federico Cornelli, Gaetano Caputi e il consigliere economico di Palazzo Chigi Renato Loiero.
ARERA, BESSEGHINI VERSO LA FINE DEL MANDATO. I NOMI IN POLE
Non meno delicata la situazione all’Arera, finita nel mirino del governo per la decisione di modificare i parametri di adeguamento delle tariffe energetiche proprio mentre l’esecutivo cercava di calmierare le bollette. Il mandato dell’intero collegio, guidato da Stefano Besseghini, scade l’8 agosto e la partita delle nomine è già aperta, con i nomi di Paolo Arrigoni (Lega), Massimo Beccarello (area Forza Italia) e Lorena De Marco (gradita a Meloni) in campo, come raccontato qualche mese fa da Policy Maker. Intanto, domani Besseghini è atteso alla Camera per presentare la relazione annuale.
AGCM, IVASS, PRIVACY, AGCOM, TRASPORTI
Ma il calendario delle nomine è ben più fitto: nel 2026 toccherà all’Agcm di Roberto Rustichelli e all’Anac di Giuseppe Busia, mentre nel 2027 arriveranno a scadenza Ivass, Privacy, Agcom e Trasporti. Una tornata che permetterebbe all’attuale maggioranza di mettere mano quasi integralmente alla mappa delle Authority.
IL TRAMONTO DELLE AUTHORITY?
Al di là delle fisiologiche dinamiche di rinnovo, a destare attenzione è però il clima politico sempre più teso attorno all’indipendenza di queste istituzioni. Come rileva Baccaro, “quello che pone interrogativi è il cambiamento del clima che circonda le Authority, soprattutto quelle in scadenza. I pesanti commenti politici sull’attività di Consob e Arera, di cui si è scritto, costituiscono un elemento di novità che si fatica a considerare positivo”: insomma è lecito attendersi un atteggiamento più interventista da parte dell’esecutivo, che potrebbe intaccare quell’equilibrio tra autonomia e responsabilità che da sempre caratterizza il ruolo delle Authority nel nostro ordinamento.