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Caso Almasri: dall’autorizzazione a procedere al voto alla Camera. Le prossime tappe

Il Tribunale dei ministri ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro Nordio, Piantedosi e Mantovano per il caso Almasri: ecco le tappe dell’iter parlamentare fino al voto di fine ottobre.

Esplosa a gennaio, la vicenda di Njeem Osama Almasri, ex generale libico accusato di crimini di guerra e contro l’umanità dalla Corte penale internazionale, si è tramutata ieri in una richiesta di autorizzazione a procedere formulata dal Tribunale dei ministri nei confronti di tre membri dell’esecutivo italiano: il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Guardasigilli Carlo Nordio e il sottosegretario Alfredo Mantovano.

I reati contestati sono peculato per l’utilizzo improprio di un aereo di Stato durante il rimpatrio di Almasri e favoreggiamento, oltre che di omissione di atti d’ufficio nei confronti del solo ministro della Giustizia. Archiviata invece la posizione della presidente del Consiglio.

Ora gli atti verranno trasmessi alla Camera e il Parlamento dovrà esprimersi sull’autorizzazione a procedere secondo l’iter previsto dai regolamenti. Il punto sui prossimi passaggi.

LA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE

In origine, dunque, c’è l’apertura del fascicolo da parte della Procura di Roma e l’attivazione del Tribunale dei Ministri con la richiesta del procedimento speciale per vertici di governo. Composto da tre magistrati estratti a sorte ogni due anni in ciascun distretto di Corte d’appello, il Tribunale ha il compito di valutare l’eventuale responsabilità penale di esponenti dell’esecutivo.

E veniamo quindi a ieri, quando è giunto il responso: l’esame si è concluso con la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Nordio, Piantedosi e Mantovano, mentre ha escluso le responsabilità di Giorgia Meloni.

LA TRASMISSIONE DEGLI ATTI ALLA CAMERA

Seguendo l’iter procedurale, ieri sera la Procura di Roma ha quindi inviato al presidente della Camera Lorenzo Fontana – competente in quanto l’unico parlamentare tra gli imputati, Nordio, è stato eletto a Montecitorio –  il fascicolo redatto dal Tribunale dei ministri con le contestazioni rivolte ai tre membri dell’esecutivo.

IL RUOLO DELLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE

Nei prossimi cinque giorni toccherà a Fontana inoltrare a sua volta il dossier alla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, organo presieduto per prassi da un esponente dell’opposizione – nel caso specifico, Devis Cori di Avs.

La giunta è chiamata a esaminare le tre posizioni e a esprimere un parere formale da sottoporre alla Camera dei deputati. Oggi l’annuncio sulle tempistiche: “Entro la fine di settembre sarà pronta la relazione per l’Aula, si terranno almeno cinque sedute, inviteremo infine gli interessati a fornire i loro chiarimenti”.

In caso di via libera della giunta, l’autorizzazione diverrebbe automatica, senza la necessità di ulteriori voti dell’intera Camera; in caso contrario, spetta all’aula confermare o respingere la proposta.

IL VOTO IN AULA ENRO FINE OTTOBRE

Nel caso in cui la giunta si esprimesse in direzione contraria, com’è lecito attendersi, il documento verrebbe sottoposto all’assemblea di Montecitorio, “la quale voterà definitivamente entro ottobre” a scrutinio segreto, sottolinea il presidente della Giunta Devis Dori.

Alla Camera il centrodestra ha i numeri per respingere la richiesta, ma dovrà sottoporsi a un dibattito parlamentare che si annuncia infuocato.

La strategia, seppur tardiva, potrebbe essere quella di apporre il segreto di Stato sulla vicenda: in questo scenario, la maggioranza si farebbe scudo della legge costituzionale sulla responsabilità dei ministri, invocando ragioni di interesse pubblico superiore dietro la liberazione di Almasri.

Il voto sarà l’ultimo passaggio prima di stabilire se i tre indagati siederanno sul banco degli imputati o se, viceversa, otterranno il lasciapassare politico per archiviare definitivamente il caso.

L’IPOTESI DI UN PROCEDIMENTO CONTRO BARTOLOZZI

Sullo sfondo, peraltro, resta la possibilità che la Procura di Roma, conclusi i passaggi dinanzi al tribunale speciale, apra ulteriori fascicoli per altri soggetti legati alla vicenda.

Nello specifico si tratterebbe di un’altra protagonista della vicenda, la capo di gabinetto del ministro Nordio Giusi Bartolozzi, che potrebbe essere processata in via ordinaria, lasciando aperta la porta a un coinvolgimento indiretto dei ministri.

LA POSTA IN GIOCO

Ma la posta in gioco non è soltanto il destino giudiziario dei ministri coinvolti: il voto di Montecitorio testerà anche la tenuta del governo su un dossier che ha già scosso i palazzi più alti della Repubblica, nel contesto di uno scontro frontale tra magistratura e governo. Che nel frattempo dovrà portare avanti la riforma costituzionale per la separazione delle carriere.

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