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Caso Nitag, chi cede sulle nomine? Le opzioni di Schillaci

Revoca, rimpasto o dimissioni? Il ministro della Salute Orazio Schillaci si trova all’angolo, suo malgrado, sull’affaire Nitag. Il comitato sui vaccini per il quale il ministero ha indicato due nomi contestatissimi è un caso

Non è ancora chiaro come si risolverà la polemica sulla nomina di Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle nel Comitato sulle politiche vaccinali (Nitag). Le ipotesi avanzate fin qui suggeriscono un possibile passo indietro dei due medici scettici sui vaccini, oppure l’azzeramento totale del comitato.

Lo scenario peggiore vede addirittura Schillaci minacciare le dimissioni, ipotesi però che sembra essere smentita da fonti interne al ministero.

CHI HA SPINTO PER LE NOMINE?

Certo è che il ministro della Salute si trova da una settimana in difficoltà e subissato di critiche per delle nomine che, verosimilmente, lui stesso, medico e convinto sostenitore delle campagne vaccinali, non condivide.

Di chi è dunque la responsabilità? Secondo alcune ricostruzioni, sarebbe stata la segretaria politica del ministero Rita Di Quinzio a spingere per l’inserimento nella lista del Nitag dei due medici. Un’altra pista porta al sottosegretario Marcello Gemmato, che punta alla promozione da viceministro ma che ora rischia grosso.

PIOGGIA DI CRITICHE SUL MINISTERO

Nel frattempo la petizione per chiedere il ritiro delle nomine s’è  ingrossata e ha raggiunto quota 18mila firme, tra le quali anche quella del Premio Nobel Giorgio Parisi.

Oltre alle posizioni sui vaccini, i contestatori criticano il curriculum dei due medici e gridano alla figuraccia internazionale, dopo l’articolo del British Medical Journal che ha dato conto della vicenda.

Gli appelli si sono moltiplicati, con le opposizioni e buona parte della comunità scientifica su una posizione netta contro le nomine, mentre la Lega difende le scelte del ministero.

AUTOSOSPENSIONE O REVOCA DEL DECRETO?

Se si esclude il clamoroso passo indietro del ministro, le strade da percorrere sono due: o Serravalle e Bellavite rinunciano, o Schillaci revoca il decreto e azzera il comitato.

La Repubblica ricostruisce oggi le frenetiche trattative in corso nella maggioranza per giungere a una risoluzione. In primo luogo, si sarebbe paventata la possibilità di un’autosospensione, richiesta ai due dallo stesso ministro, ma Serravalle e Bellavite si sarebbero opposti.

Quindi si è provata la pista della revoca del decreto, ma qui ci sarebbero state le resistenze interne a Fdi, con Fazzolari che vorrebbe rinviare la faccenda a settembre.

LO SPETTRO DELLE DIMISSIONI (SMENTITE) DI SCHILLACI

Schillaci ha già dovuto inghiottire il rospo dell’astensione italiana all’accordo pandemico dell’Oms e della bocciatura al nuovo Regolamento sanitario internazionale.

Così, stavolta, secondo il quotidiano diretto da Mario Orfeo, avrebbe optato per la linea dura, minacciando le dimissioni.

Ipotesi contestata invece dal Messaggero, che rilancia l’ipotesi dell’azzeramento totale del Comitato per mano ministeriale.

Di sicuro c’è che il caso sulla nomina dei medici scettici sui vaccini al Nitag ha alzato il costo politico per il ministero. Adesso c’è solo da capire chi dovrà fare un passo indietro.

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