Dimissioni improvvise ai vertici degli studi di via Tuscolana: Chiara Sbarigia lascia la presidenza di Cinecittà a poche ore dalla visita di Giuli negli studi. II Ministero smentisce connessioni con il caso Longo
Arrivano le dimissioni di Chiara Sbarigia da presidente della Cinecittà S.p.A, la società pubblica controllata dal Mef e affidata al ministero della Cultura per l’amministrazione degli storici studios romani.
Nuovo capitolo delle storie tese tra il ministro Alessandro Giuli e la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni? Da via del Collegio romano una nota respinge ogni “ricostruzione tendenziosa e strumentale che colleghi l’ex presidente Sbarigia a presunti episodi scandalistici riconducibili alla governance di Cinecittà”. Ma l’addio giunge piuttosto inaspettato e a poche ore dal sopralluogo di Giuli nella cittadella.
STORIE TESE AL MIC
Dopo la travagliata vicenda Sangiuliano e il recente scoop sul tax credit ai presunti film di Rexal Ford, il clima in via del Collegio romano continua a essere pesante, complice la tensione tra i due vertici del dicastero.
A fine maggio un’intervista di Borgonzoni a Libero, in cui chiedeva più poteri per il direttore Cinema e paventava un superamento della doppia firma del ministro per i procedimenti amministrativi aveva molto infastidito Giuli. Il quale in un primo momento avrebbe cercato di escludere dall’incontro con i rappresentanti del cinema l’ingombrante coinquilina, che ha in mano le deleghe al cinema e all’audiovisivo, al diritto d’autore, alle imprese culturali e creative, alla moda e design, alla fotografia, al sostegno e alla promozione dell’imprenditoria giovanile nel settore della cultura, salvo poi ravvedersi.
Poi era deflagrato il caso sulle presunte moderazioni a pagamento promosse dal consulente del dicastero Fabio Longo, uomo di fiducia della senatrice leghista e di Sbarigia.
PERCHÉ CHIARA SBARIGIA SI DIMETTE DA PRESIDENTE DI CINECITTÀ
Secondo alcune ricostruzioni, il passo indietro di Sbarigia sarebbe stato invocato dal ministro in persona. Il casus belli sarebbero le frasi del consulente Longo, che avrebbe cooptato moderatori dietro remunerazione, chiedendo “buona stampa” sui possibili conflitti d’interesse del duo Borgonzoni-Sbarigia, mentre dava carta bianca sugli attacchi al ministro Giuli.
Ufficialmente le dimissioni di Sbarigia arrivano per concentrare le sue energie sull’impegno al vertice dell’Associazione Produttori Audiovisivi (APA) e sulla candidatura alla Presidenza della “Fondazione Maximo”. Ma fino a pochi giorni fal’ormai ex presidente presenziava alle cerimonie di aperture della Italian Global Series Festival, di cui è promotrice l’APA d’intesa con il MiC, e rilasciava interviste sui traguardi raggiunti e futuri, senza preludere a un possibile passo indietro.
CHI È CHIARA SBARIGIA
Romana classe 1964, ex arpista e corista, Chiara Sbarigia ha costruito la propria carriera di manager dell’audiovisivo seguendo le attività di APA, in cui entrò nel 1994, scalandone via via i vertici fino a diventarne direttrice generale nel 2003 e poi la prima donna presidente nel 2023.
Da sempre convinta sostenitrice delle serie italiane e della necessità di internazionalizzare le produzioni nostrane, nel 2007 fonda e dirige operativamente Roma Fiction Fest, la vetrina seriale promossa proprio da APA e beneficiaria di finanziamenti pubblici. Tra gli altri incarichi, figura nel comitato di indirizzo del Mercato internazionale dell’audiovisivo, di cui è stata anche condirettrice dal 2016 al 2009, oltre a far parte del Board del Coordinamento Europeo dei Produttori Indipendenti (CEPI) a Bruxelles.
La presidenza di Cinecittà S.p.A arriva nel 2021 su indicazione del ministro Franceschini, a quel tempo impegnato nel piano di rilancio della società, apertasi quell’anno al mercato azionario.
Riconfermata a luglio dello scorso anno, il suo doppio incarico all’APA e a Cinecittà era oggetto di perplessità da più parti, intensificatesi dopo l’esplosione del caso Longo e gli attriti tra la sottosegretaria Borgonzoni e il ministro Giuli.