Cipriani, il cardinale e arcivescovo emerito di Lima, partecipa alle Congregazioni generali i agli eventi pre-conclave in corso a Roma nonostante Papa Francesco lo abbia sanzionato in seguito ad accuse di pedofilia. Ecco chi è
Una nuova polemica agita il Collegio cardinalizio dopo il caso Becciu. Tra i porporati riuniti in Vaticano per le Congregazioni generali c’è anche l’arcivescovo emerito di Lima Juan Luis Cipriani Thorne: una presenza che non è passata inosservata, dal momento che il prelato peruviano è stato dal Papa a seguito delle accuse di pedofilia avanzate nel 2018.
PERCHÉ PAPA FRANCESCO HA SANZIONATO CIPRIANI
Un precetto penale gli vieta di risiedere in Perù, portare le insegne cardinalizie, pronunciare orazioni pubbliche e partecipare a un eventuale conclave – eventualità, questa, che sarebbe comunque impossibile, oggi che il cardinale ha ormai superato gli 80 anni di età necessari per partecipare all’elezione del pontefice.
Intanto però Cipriani partecipa alle Congregazioni generali e presenzia ai momenti di lutto per il defunto pontefice. E già a gennaio era rientrato nel suo Paese, invitato dal sindaco di Lima, l’ultraconservatore Rafael Alliaga per ritirare la “Medalla Orden al Mérito en el Grado de Gran Cruz”.
LE ACCUSE DI PEDOFILIA
Come ricostruito in seguito da El País, nel 2018 in Vaticano era pervenuta una denuncia di abusi risalenti ai primi anni Ottanta, secondo le accuse perpetrata da Cipriani ai danni di un giovane allora 17enne.
Condannato ai sensi del diritto canonico ma mai processato in patria, nel 2019 il Papa aveva accettato in tempi record – appena ventinove giorni – la sua rinuncia per motivi d’età e scelto al suo posto uno degli uomini a lui più invisi nel Paese, Carlos Mattasoglio, teologo della liberazione e docente della Pontificia Università del Perù: proprio quella che Cipriani aveva tentato in tutti i modi di avversare e disconoscere.
Nel frattempo, complice anche il cogente scandalo sul Sodalizio di Vita Cristiana che imbarazzava non poco la Chiesa peruviana – originatosi ben prima dell’avvento di Cipriani all’arcivescovato di Lima, ma continuato e prosperato durante gli anni del suo servizio episcopale – il Vaticano avrebbe applicato un precetto penale al cardinale, la cui esistenza venne poi confermata dal direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni, che si estendeva alle sue attività pubbliche, al divieto di residenza in Perù e all’uso delle insegne cardinalizie.
Cipriani ha sempre rigettato ogni accusa e protestato con veemenza quando, a inizio anno, sono state divulgate informazioni a suo modo di dire “distorte” sulla vicenda.
CHI È CIPRIANI
Juan Luis Cipriani Thorne nasce a Lima nel 1943 da “soprannumerari” dell’Opus Dei. Laureato in ingegneria industriale, consegue la laurea in Teologia presso l’Università di Navarra, in Spagna.
Dal 1962 viene ammesso nella Prelatura dell’Opus Dei. Dopo aver lavorato come ingegnere a Lima tra il 1967 e il 1974, si trasferì in Europa per proseguire la formazione sacerdotale. Studiò nel Seminario Internazionale della Prelatura a Roma e presso l’Università di Navarra, in Spagna, dove ottenne il dottorato in Teologia. Nel 1977 diventa sacerdote e torna nel suo Paese, dove insegna Teologia Morale alla Facoltà Pontificia, dirige il seminario di Lima, prima prima di essere nominato Vicario Regionale dell’Opus Dei in Perù e Vice Cancelliere dell’Università di Piura.
Viene ordinato vescovo ausiliare di Ayacucho da Papa Giovanni Paolo II nel 1988, quindi cardinale nel concistoro del febbraio 2001. Dal 1999 al 2019 è stato arcivescovo della diocesi di Lima.
Ha partecipato al conclave dell’aprile 2005 che ha eletto Papa Benedetto XVI e al conclave del marzo 2013 che ha eletto Papa Francesco.
UNA FIGURA CONTROVERSA
Vicino all’ex dittatore del Perù Alberto Fujimori, divenne celebre nel 1996 quando mediò tra i sequestratori e il governo peruviano in occasione dell’assalto all’ambasciata giapponese di un commando del Movimento rivoluzionario Tupac Amaru. La vicenda si chiuse poi nel sangue.
Durante il suo episcopato, Cipriani si è distinto anche per il sostegno a iniziative pubbliche in difesa dei valori cattolici, come la Marcia per la Vita, da lui promossa e divenuta uno degli eventi annuali più partecipati del Paese, con punte di oltre 500.000 presenze.
Parallelamente, si è trovato al centro di una lunga e complessa crisi con la Pontificia Università Cattolica del Perù (PUCP), i cui dirigenti si opposero all’autorità ecclesiastica. La controversia, sia civile che canonica, portò la Santa Sede a revocare l’autorizzazione all’uso dei titoli di “Pontificia” e “Cattolica”. La disputa si è protratta per anni, fino alla svolta avvenuta sotto il pontificato di Papa Francesco, che ha revocato il provvedimento e incaricato il cardinale Giuseppe Versaldi di negoziare una soluzione.
La crisi con l’Ateneo cattolico insieme ad altre situazioni controverse e alle recenti accuse di abusi sessuali hanno finito per compromettere in modo significativo l’immagine pubblica del cardinale. Tra queste, particolare risonanza ha avuto la sua vicinanza al movimento del Sodalicio de Vida Cristiana, travolto dallo scandalo legato al suo fondatore, Luis Fernando Figari, ritenuto responsabile di gravi abusi fisici, psicologici e sessuali, da cui Cipriani non ha mai preso le distanze con forza.