Nel centrosinistra cresce il dibattito sull’indicazione del candidato premier e sull’eventualità di primarie di coalizione: i dissidi interni al Pd, con la possibile candidatura di Silvia Salis contro Elly Schlein, spianano la strada a Conte?
Sotto traccia, dietro la retorica elettorale per le regionali, nel centrosinistra si fa strada l’ipotesi di una possibile corsa a tre per decidere la guida del campo largo alle politiche del 2027.
Sullo sfondo c’è la riforma elettorale che la premier Meloni vorrebbe varare, assicurandosi la possibilità di indicare chiaramente il leader della coalizione sulle schede elettorali. Un elemento che potrebbe rivelarsi decisivo: se nel centrodestra la leadership è chiara, sul fronte opposto c’è il rischio concreto di spaccature, e non è detto si tratterebbe di una partita a due tra Schlein e Conte.
LEGGE ELETTORALE: I CALCOLI DI FDI
Ma perché Giorgia Meloni è così interessata a cambiare le regole del gioco, dopo il sensazionale risultato del 2022?
Lo scenario, di certo, è profondamente cambiato. La debacle ha costretto la sinistra a trovare una nuova configurazione: malgrado le divisioni, di mostri tripartiti – con il Pd unito ai soli Avs e Più Europa e separato sia dal M5S che dal Terzo Polo – non se ne dovrebbero vedere più. E a partire dal Sud, un campo largo compatto con indicazioni chiare nei collegi potrebbe costituire un grosso problema e complicare il piano del Meloni bis.
VIA I COLLEGI, AVANTI SUL CANDIDATO UNICO
Via i collegi, si ragiona allora dentro FdI: da un lato per togliere un ostacolo al travaso di voti dalla Lega, che fonda il proprio potere contrattuale in questa legislatura sui fortini nel Nord mantenuti sotto il proprio controllo proprio grazie ai collegi, ma la cui adesione al Carroccio è stata messa fortemente in dubbio alle europee, con il sostanzioso passaggio di voti dallo scudo di Alberto da Giussano alla fiamma tricolore.
Dall’altro per portare al punto di crisi il campo largo con l’indicazione di un candidato premier unico, che farebbe affiorare tutte le tensioni interne a centrosinistra, diviso tra partiti e alle prese con il solito dibattito tra le correnti del Pd.
COSA CAMBIA CON LE PRIMARIE
Con le primarie obbligatorie, la dinamica politica del centrosinistra si trasformerebbe radicalmente. I candidati dovrebbero esporsi prima del voto, misurarsi con una base larga e accettare la legittimazione popolare. Ma questo, per molti leader, significa rinunciare a margini di negoziazione preziosi e mettere a rischio il proprio peso interno.
LE TENSIONI NEL PD
Del resto, non è un mistero che Elly Schlein abbia un problema interno. Proprio sulla guida della coalizione in ottica di governo, il fronte dei riformisti oppone malumori e resistenze alla linea tracciata dalla segretaria.
Tanto da provare persino a sfiduciare il proprio leader Stefano Bonaccini, con Sandra Zampa che ha ufficializzato il suo addio a Energia Popolare proprio ieri e la truppa di gentiloniani – Filippo Sensi, Marianna Madia, Lia Quartapelle, Lorenzo Guerini, Giorgio Gori, Graziano Delrio e Pina Picierno – assente alla riunione preliminare con il vicesegretario.
Che però, dal palco della Festa dell’Unità di Bologna, respinge in toto il dibattito sulle correnti – “Dobbiamo parlare dei problemi della gente, non dei problemi del Pd” -, scegliendo di rimanere vicino a Schlein.
L’ALTERNATIVA A SCHLEIN: RENZI E FRANCESCHINI LANCIANO SALIS
Un’alternativa qualcuno l’avrebbe già individuata. Con la scusa di risolvere l’impasse tra Conte e Schlein, c’è Renzi, che guarda con interesse all’ascesa della neosindaca di Genova Silvia Salis, in cui in parte si rivede. E c’è Franceschini, che ha fatto il quadro dei nomi graditi al centro del partito – “Beppe Sala, un altro è Onorato, un’altra ancora è Silvia Salis”. Per l’ex ministro oggi tutto si gioca con una leadership forte, in grado di strappare voti all’astensione. Poi, sibillino nella sua recente intervista a la Repubblica, non si sbilancia tra Schlein e Conte.
E alla fine chi potrebbe giovarne è proprio Giuseppe Conte, che da solo alle primarie non potrebbe contendere la guida del centrosinistra a Schlein, ma in una corsa a tre rischia di recuperare parecchio terreno.