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Chi è l’ambasciatore Paramonov e perché la Russia se la prende (di nuovo) con Mattarella

Sul portale del ministero degli esteri della Russia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella finisce in una lista di presunti “russofobi” insieme al ministro della difesa Guido Crosetto e al ministro degli esteri Antonio Tajani. Convocato immediatamente l’ambasciatore russo in Italia Alexey Paramov

La Russia continua a prendersela con il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Come già fatto in passato il portale della diplomazia russa ha inserito il Capo dello Stato in una rissa di “russofobi”, in compagnia del ministro degli esteri Antonio Tajani e del ministro della Difesa Guido Crosetto.

PERCHÉ LA RUSSIA SE LA PRENDE CON MATTARELLA 

La ragione è sempre la stessa: il discorso tenuto dal presidente Mattarella in occasione della consegna dell’onorificenza accademica di dottore honoris causa dall’università di Aix-Marseille lo scorso 5 febbraio (qui il discorso integrale del Presidente Mattarella). In quell’occasione il Capo dello Stato Mattarella paragonò l’aggressione della Russia all’Ucraina all’esperienza del Terzo Reich. “Abbiamo dimostrato di saper agire con efficacia nelle crisi – precisò Mattarella -, come durante la pandemia, e di saperci opporre con unità di intenti alle inaccettabili violazioni del diritto dei popoli, come nel caso dell’aggressione russa all’Ucraina.

IL MINISTRO TAJANI CONVOCA L’AMBASCIATORE PARAMONOV

Il titolare della Farnesina ha disposto l’immediata convocazione dell’ambasciatore della Federazione russa in Italia Alexey Paramonov per contestargli l’inserimento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’elenco dei presunti “russofobi” sul sito del ministero degli esteri della Russia. Il ministro Tajani, si legge in una nota, considera l’inserimento della persona del capo dello Stato in questo elenco una provocazione alla Repubblica e al popolo italiano e offre la sua solidarietà istituzionale e personale al presidente Mattarella.

CHI È L’AMBASCIATORE RUSSO IN ITALIA

Alexey Paramonov, dal 4 aprile 2023, è l’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana e contemporaneamente presso la Repubblica di San Marino. Ambasciatore di carriera, classe 1962, nel 1986 ha conseguito la laurea in relazioni economiche internazionali presso l’Istituto Statale delle Relazioni Internazionali di Mosca del Ministero degli Affari Esteri dell’URSS (MGIMO). A seguire, fino al 1988, ha svolto il servizio militare di leva nelle Forze Armate dell’URSS con il grado di tenente. Dal 1988, in un periodo particolarmente delicato, ha iniziato a lavorare per la diplomazia russa. Il primo incarico monocratico arriva nel 2004, fino al 2008 è Capo Ufficio, vicedirettore del Primo Dipartimento Europeo, dal 2008 al 2013 è Console Generale della Russia a Milano. Nel 2013 torna al Primo Dipartimento Europeo, prima come vicedirettore e poi , dal settembre 2015, come direttore del Primo Dipartimento Europeo. Dall’ottobre del 2020a il rango diplomatico di Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario. È insignito della medaglia dell’Ordine al merito per la Patria di II classe (2011), del Certificato d’Onore del Presidente della Federazione Russa (2020).

LA DISTANZA TRA ITALIA E RUSSIA NELLE PAROLE DI PARAMONOV ALL’AGENZIA NOVA

Pochi giorni fa l’ambasciatore Paramonov aveva rilasciato un’intervista all’Agenzia Nova nella quale ha sottolineato la distanza ancora esistente tra i nostri due paesi. “Purtroppo, nulla cambia. Il governo Meloni continua a mostrare di non essere interessato al dialogo e alle relazioni con la Russia. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca e la fine del “tabù” dei contatti con Mosca non hanno avuto effetti sulla posizione dell’establishment politico italiano, che invece resta allineato a Washington in tutto il resto. Una posizione miope e dannosa – ha detto l’ambasciatore Paramonov -. Al contrario, riceviamo moltissime richieste da parte di imprenditori, scienziati, intellettuali e società civile italiani per avviare nuovi contatti con i partner russi. Circa 270 aziende italiane sono attive in Russia, ci sono nuovi progetti in corso, anche in campo culturale, nonostante gli incessanti tentativi di “cancellare” il nostro Paese. Scienziati e ricercatori italiani mantengono canali di dialogo e cooperano dove possibile. Le prospettive delle relazioni dipenderanno dalla capacità delle autorità italiane di tornare al buon senso e al pragmatismo e ascoltare i propri cittadini e i propri elettori”.

A anche sul versante commerciale le cose non vanno meglio. “Guardate i dati dell’export italiano in Russia: stanno arrivando a zero. E questo proprio mentre il sistema commerciale globale rischia la frammentazione (anche per le tensioni tariffarie USA-UE), e Roma invita le sue imprese a cercare nuovi mercati oltre Washington – ha aggiunto Paramonov -.In queste condizioni, il potenziale del mercato russo sarebbe prezioso! Ma no: grazie a Bruxelles e Palazzo Chigi, gli imprenditori italiani non hanno più questa possibilità. Come diciamo in Russia: “chi semina, raccoglie”.

IL PRIMO TEMPO DELLA PARTITA TRA LA RUSSIA E MATTARELLA 

Come anticipato non è la prima volta che la diplomazia russa se la prende con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Era già successo a febbraio di quest’anno quando il ministro Lavrov aveva dedicato un lungo scritto alla presunta “russofobia” del Quirinale. “Durante la sua conferenza del 5 febbraio presso l’Università di Marsiglia, il Presidente della Repubblica Italiana ha pronunciato diverse osservazioni offensive nei confronti del nostro Paese – si legge sul sito del ministero degli esteri russo -. Ha tracciato paralleli oltraggiosi e palesemente falsi tra la Federazione Russa e la Germania nazista, e ha invitato tutti a riflettere sul fallimento della politica occidentale di “appeasement dell’aggressore” alla fine degli anni ’30, nel contesto della risoluzione della crisi in corso in Ucraina. Il Presidente Mattarella ha affermato che le azioni della Russia in Ucraina ricorderebbero presumibilmente il progetto del Terzo Reich in Europa”.

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