Un emendamento di Fratelli d’Italia alla legge di Bilancio propone di riaprire i termini della sanatoria edilizia del 2003: la norma — se approvata — avrebbe effetti su scala nazionale ma è pensata soprattutto per la Campania, regione al voto il 23-24 novembre.
A una settimana dal voto regionale in Campania si riapre una pagina che sembrava chiusa da tempo: un emendamento alla manovra presentato da Matteo Gelmetti e Domenico Matera di Fratelli d’Italia rilancia, di fatto, la sanatoria prevista dal “condono” del 2003.
La proposta ha immediatamente sollevato un polverone politico, scatenando le accuse di voto di scambio da parte dell’opposizione e aprendo un confronto interno alla stessa maggioranza, con Forza Italia che per bocca di Antonio Tajani rimane cauta.
Il testo prevede la possibilità di sanare opere abusive conformi agli strumenti urbanistici al 31 marzo 2003, escludendo però aree sottoposte a specifici vincoli.
COS’È L’EMENDAMENTO E COSA PREVEDE
L’emendamento presentato da Fratelli d’Italia propone di riaprire la possibilità di sanare le opere edilizie abusive secondo le regole fissate dall’articolo originario del 2003.
In sostanza la norma individua come sanabili le opere realizzate senza titolo o in difformità, purché conformi alle prescrizioni urbanistiche e agli strumenti urbanistici adottati o approvati al 31 marzo 2003.
Restano esclusi i fabbricati realizzati in aree tutelate da vincoli paesaggistici, ambientali, idrogeologici, vulcanici o in zone di inedificabilità assoluta; per alcune opere in aree vincolate la sanatoria, se ammessa, sarebbe limitata a interventi di manutenzione o restauro senza aumento di volumetria.
IL CONDONO DEL 2003
Il “condono” a cui si fa riferimento è la terza sanatoria varata nel 2003 durante il secondo governo Berlusconi, che fissava regole e scadenze precise per la regolarizzazione delle opere antecedenti a una data limite.
All’epoca la misura fu vagliata dalle regioni: alcune la recepirono, altre — come la Campania, allora governata dal centrosinistra, Antonio Bassolino presidente — optarono per vincoli più severi o non ne accolsero l’iter, lasciando molte pratiche pendenti o respinte. L’emendamento odierno si presenta quindi come un tentativo di riaprire quella strada normativa per le situazioni rimaste irrisolte.
PERCHÉ LA CAMPANIA È AL CENTRO DELLA VICENDA
Gli oppositori sottolineano rischi concreti: una nuova sanatoria può incentivare comportamenti di elusione normativa, complicare la tutela del territorio — in particolare in zone a rischio idrogeologico o vulcanico — e rendere più difficile l’applicazione dei vincoli ambientali.
Dall’altro lato, i sostenitori sostengono che la norma si applicherebbe solo a immobili non posti in aree vietate e servirebbe a correggere errori amministrativi che hanno penalizzato famiglie che si erano regolarizzate nella procedura prevista all’epoca, andando a uniformare una situazione che ha visto svantaggiare in modo particolare la Campania.
L’ITER PARLAMENTARE
Al momento si tratta di un emendamento alla legge di Bilancio depositato in commissione Bilancio al Senato, insieme a una valanga di emendamenti di cui solo una piccola parte è stata “segnalata” come prioritaria.
La misura può superare il primo step, ma sarà oggetto di ulteriori limature e contestazioni prima di poter diventare legge.

