Un documento in 28 punti, reso pubblico da Axios e confermato da fonti ucraine e statunitensi, propone un quadro di pace che comporterebbe per Kiev concessioni territoriali, limiti alle sue forze armate, il divieto costituzionale di aderire alla NATO e un vasto piano economico per la ricostruzione. Ecco i punti chiave
Uno spiraglio di pace, ma a condizione di una sostanziale capitolazione di Kiev. 28 punti che ridisegnano i confini dell’Ucraina e aprono a una ricostruzione sul modello Gaza, con la creazione di un veicolo di investimenti congiunto Usa-Russia per creare “interessi comuni”.
È il sunto del piano redatto dall’inviato di Donald Trump Steve Witkoff e l’emissario russo Kirill Dmitriev per una chiusura del conflitto con la Russia in tempi brevi. Secondo il Financial Times, Washington sarebbe in pressing sul presidente Zelensky per una firma entro il 27 novembre.
STRUTTURA GENERALE DEL PIANO
Come anticipato nei giorni scorsi, il documento raggruppa le 28 proposte in quattro grandi filoni: 1) cessate il fuoco e accordi territoriali; 2) garanzie di sicurezza e limitazioni militari; 3) reinserimento economico della Russia e fondi per la ricostruzione; 4) meccanismi di attuazione e monitoraggi, con la creazione di un “Peace Council” che dovrebbe essere presieduto da Donald J. Trump.
CONGELAMENTO DEL FRONTE E RICONOSCIMENTO DI CRIMEA, DONETSK E LUHANSK
Pur riconoscendo l’Ucraina come stato sovrano, il piano prevede ampie cessioni territoriali, con il riconoscimento de facto di Crimea, Donetsk e Luhansk come russe e il congelamento del fronte a Kherson e Zaporizhzhia lungo la linea di contatto. Con la sottoscrizione dell’accordo, le parti desistono dall’intenzione di modificare con la forza i confini.
DIVIETO DI ADESIONE ALLA NATO PER KIEV
A ciò si aggiunge il divieto per Kiev di adesione alla NATO: l’Ucraina dovrebbe enunciare nella Costituzione che non entrerà nell’Alleanza, che a sua volta s’impegnerà a varare una clausola per mettere tale condizione nero su bianco e a non dispiegare forze sul territorio in futuro.
L’Ucraina resterebbe libera di avvicinarsi all’Unione Europea, con accesso preferenziale ai mercati nel breve periodo.
LIMITI ALL’ESERCITO
Previsti limiti anche per l’esercito: la dimensione delle forze armate ucraine verrebbe limitata a 600.000 persone (oggi stimata, secondo il documento, tra 800.000 e 850.000). Kiev riaffermerebbe formalmente il suo status nel quadro della non proliferazione nucleare.
AMNISTIA PER LA RUSSIA E REINTEGRO NEL G8
Inoltre, tutti i partecipanti al conflitto riceverebbero amnistia per le azioni di guerra, a cominciare da Putin stesso, con la riabilitazione internazionale di Mosca, lo sblocco progressivo delle sanzioni, la rinuncia a perseguire i crimini di guerra e il reintegro della Russia al tavolo del G8.
ELEZIONI IN 100 GIORNI
Tra i punti negoziati con Washington anche l’indizione di elezioni in Ucraina entro 100 giorni dal patto.
GARANZIE DI SICUREZZA PER KIEV
Il piano offre a Kiev una clausola modellata sull’Articolo 5 della Nato che prevederebbe il ripristino delle sanzioni e una “decisiva risposta militare coordinata” delle forze nordatlantiche se la Russia violasse l’accordo.
Contestualmente, Mosca si impegnerebbe a non attaccare altri Paesi e la NATO a non espandersi ulteriormente.
ACCORDI ECONOMICI
L’accordo prevede la creazione di un fondo per lo sviluppo dell’Ucraina, con investimenti in tecnologia, energia, infrastrutture e ricostruzione delle aree devastate attingendo ai 100 miliardi di beni/attivi russi congelati, che confluirebbero in un veicolo d’investimento congiunto USA-Russia.
ALTRE MISURE
Entrambi i Paesi introdurrebbero politiche per tolleranza linguistica, culturale e religiosa, con il divieto assoluto di ideologie “naziste”. Sarebbe ripristinata la sicurezza dei commerci sul Dnepr e delle rotte del Mar Nero, con l’istituzione di una task force bilaterale per monitorare il rispetto dell’accordo.
Il piano prevede anche lo scambio totale di prigionieri e salme, il ritorno degli ostaggi civili e dei bambini deportati. Una volta firmato, scatta il cessate il fuoco e i due eserciti si ritirano nelle posizioni concordate.

