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Decaro

Decaro l’anti-Schlein? Cosa succede per il Pd se salta il banco in Puglia

Decaro tra Puglia e Nazareno: i veti su Vendola ed Emiliano aprono lo scenario per la segreteria Pd. Chi sussurra all’orecchio dell’ex sindaco di Bari?

Aggirato lo scontro con Emiliano, grazie anche al passo di lato del governatore uscente, che si “accontenterà” di un posto in giunta e uno in Parlamento per il 2027, ora è il veto su Vendola il nuovo ostacolo alla corsa di Decaro per la Regione Puglia.

Sul punto gli risponde Schlein dalla festa di Avs, i candidati se li scelgono loro, nessuna imposizione (malgrado non lesini di “consigliare” a Vendola un atto di generosità).

Per questo i delusi dalla segreteria ora provano a far quadrato intorno a Decaro, cercando di sollecitare le sue ambizioni nazionali.

CHI SUSSURRA ALL’ORECCHIO DI DECARO

La tentazione c’è: spingersi verso uno scontro frontale con Schlein e tentare la volata per la segreteria al prossimo congresso.

Arriva dall’area riformista del Pd, con Lorenzo Guerini e Dario Franceschini a pressare in prima linea, che provano a far leva anche sul risentimento di Decaro per l’atteggiamento sfuggente di Schlein nei suoi confronti (secondo Il Foglio, non gli risponderebbe al telefono da mesi).

In fila anche Orlando e lo stesso Bonaccini, che non risparmiamo endorsement all’ex sindaco di Bari, e Bettini che lavora all’appoggio esterno. E discende da una considerazione: nessun leader dem ha raccolto tanti voti alle europee da Roma in giù.

DECARO E LA “TENDA” RIFORMISTA

Il profilo di Decaro sarebbe perfetto per sfidare Meloni sul piano comunicativo, oltre al fatto che il suo nome riesce nell’impresa di mettere d’accordo gran parte del campo largo, da Azione a Italia Viva fino al Movimento 5 Stelle, e le agitate fronde riformiste del Pd.

Insomma per Decaro la “tenda” potrebbe essere già bell’e pronta. E sfilarsi dalla corsa per le regionali è la prima mossa: Schlein ha detto a più riprese che l’ex sindaco di Bari è il candidato del Pd, sconfessare la sua linea equivarrebbe all’apertura di una crisi interna.

IL DOPPIO VETO A VENDOLA ED EMILIANO UN DIVERSIVO?

Ma prima serve il passaggio del prossimo congresso Pd. Il ragionamento da fare tra i suoi sponsor interni è da dove provare la scalata alla segreteria: dall’Europa o dalla Puglia? A pensar male, si potrebbe ipotizzare che il doppio ostacolo Vendola-Emiliano, largamente autoimposto e difficile da superare, può essere l’exit strategy per non impantanarsi nel governo della Regione e tentare la volata alla segreteria del partito giocandosi le sue carte da Bruxelles.

COSA SUCCEDE SE DECARO SI SFILA: BOCCIA E LAFORGIA I PIANI B

E il monito di Decaro pesa come un macigno: “Non sono insostituibile”. Infatti, qualora si defilasse in Puglia, la soluzione c’è già. I dem hanno pronto il nome del candidato. In pole ci sarebbe l’ex ministro Francesco Boccia, il mediatore della trattativa con Emiliano. L’alternativa è Michele Laforgia, uscito sconfitto dalle ultime comunali, ma gradito ad Avs e M5S.

Il nodo potrebbe sciogliersi domenica a Reggio Emilia, quando sul palco insieme a Schlein dovrebbero salire i due candidati del campo largo nel Sud. In pectore, e indecisi, loro malgrado, Fico e Decaro.

 

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