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Jerome Powell

Fed, chi potrebbe sostituire Powell e perché Trump vuole cacciarlo

Donald Trump torna all’attacco di Jerome Powell: il tycoon, deluso dall’“eccessiva prudenza” della Fed, minaccia di sostituirlo già questa estate per imprimere un’impronta più accomodante ai mercati. Ecco perché e i possibili sostituti alla guida della banca centrale americana

S’infiamma lo scontro tra il presidente degli Usa Donald e la guida della Federal Reserve Jerome Powell, tanto che Trump starebbe seriamente pensando di sostituirlo ben prima della fine del suo mandato, in scadenza a maggio 2026.

Lo ha dichiarato lo stesso tycoon a margine del vertice NATO, durante una conferenza stampa durissima, in cui è tornato ad attaccare il presidente della Fed sul piano personale (“una persona mentalmente mediocre”) per l’approccio a suo dire troppo cauto nel taglio dei tassi di interesse, finendo per ipotizzarne un possibile siluramento: “So già fra tre o quattro persone chi sceglierò. Per fortuna se ne andrà molto presto, perché penso che sia pessimo”.

PERCHÉ TRUMP VUOLE SOSTITUIRE JEROME POWELL

Gli attacchi al vertice della banca centrale sono figli di un’insofferenza costitutiva del personaggio Trump nei confronti delle istituzioni indipendenti americane, di cui la Fed è la massima espressione.

Ma l’ipotesi di un avvicendamento forzato discende anche dalle opposte visioni dei due in merito alla politica monetaria, nonostante sia stato lo stesso Trump a nominare Powell nel 2018.

Lo scontro è deflagrato all’inizio di giugno, quando il Federal Open Market Committee ha confermato i tassi nella forchetta 4,25-4,50%. Una scelta che ha fatto infuriare Trump, che è tornato a prefigurare la possibilità di sostituire Powell e assicurarsi un profilo più allineato alla sua visione di rilancio economico, come minacciato a più riprese già durante il suo primo mandato alla Casa Bianca.

TRUMP VS POWELL: TAGLIO DEI TASSI VS CONTENIMENTO INFLATTIVO

Il presidente USA è da sempre un grande sostenitore di iniziative aggressive in campo economico e pretende un taglio dei tassi d’interesse immediato,  giudicato un complemento essenziale della politica dei dazi. Nella visione del presidente USA, infatti, il taglio massimizzerebbe le entrate fiscali e aiuterebbe a ridurre il debito americano, rilanciando crescita e occupazione.

Frattanto Powell continua a tenere un profilo basso e a non rispondere direttamente alle provocazioni che provengono dalla Casa Bianca, rivendicando l’indipendenza della Fed. La priorità per il banchiere centrale è assicurare la stabilità dei prezzi. Per questo continua a ribadire la necessità di un approccio basato sui dati economici effettivi, e non sulle pressioni politiche o sulle aspettative di mercato, nel timore di un picco dei prezzi con conseguenze inflazionistiche anche nel lungo termine.

AVVICENDAMENTO ANTICIPATO?

Il mandato del Chair dura quattro anni e, per prassi, la nomina del successore avviene tre‐quattro mesi prima della scadenza. Ma fonti del Wall Street Journal rivelano come la Casa Bianca stia valutando di rompere lo schema tradizionale per annunciare il nome del nuovo presidente entro l’estate o al massimo tra settembre e ottobre, così da condizionare subito le aspettative sui futuri tassi.

Secondo il quotidiano della City, l’obiettivo è influenzare già da subito le aspettative dei mercati, imprimendo da subito un’impronta più “accomodante” alle decisioni future della Fed.

I POSSIBILI CANDIDATI

Il WSJ ipotizza poi la lista di possibili successori di Jerome Powell alla guida della banca centrale americana. Tra i possibili candidati figurano l’ex governatore della Fed Kevin Warsh, alla guida della banca centrale tra il 2006 e il 2011 ed ex consigliere economico alla Casa Bianca sotto George W. Bush, sebbene anche il suo approccio suggerisca una possibile posizione rigorista sull’inflazione.

Un’altra pista conduce al nome di Kevin Hassett, attuale direttore del National Economic Council, già economista della Commissione per il Bilancio del Congresso. C’è poi l’ipotesi del fedelissimo Scott Bessent, Segretario al Tesoro, ex investitore Hedge Fund. La scelta potrebbe ricadere anche su David Malpass, ex Presidente della Banca Mondiale, nominato da Trump nel 2019, o su Christopher Waller, già membro del Federal Open Market Committee e sulla stessa linea del presidente USA in merito al taglio anticipati dei tassi.

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