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Accordo Hamas Israele

In cosa consiste l’accordo di base tra Hamas e Israele

Nella notte Trump annuncia l’atteso accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco nella Striscia. Ecco cosa prevede e quali sono i nodi ancora irrisolti

“Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che TUTTI gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le proprie truppe su una linea concordata come primo passo verso una pace forte, duratura e perpetua”: la notizia giunge nella notte italiana tramite il profilo Truth del presidente Usa Donald Trump.

Un accordo di base, mediato dagli Stati Uniti e da partner regionali, tra Israele e Hamas e imperniato sul rilascio degli ostaggi israeliani in cambio della scarcerazione di quasi duemila prigionieri palestinesi. Molti ancora i nodi irrisolti, mentre continuano gli attacchi israeliani nella Striscia: l’accordo infatti sarà operativo solo dopo la ratifica del governo israeliano, che dovrebbe arrivare nel pomeriggio.

L’ACCORDO DI BASE DOPO DUE ANNI

Dopo circa due anni e oltre 60mila morti, di cui in larga parte civili, con la Striscia di Gaza rasa al suolo e il futuro del popolo  palestinese ancora tutto da definire, si è giunti  a una prima intesa tra Hamas e Israele per fermare la strage di civili in corso: Trump si prepara a incassare la vittoria più importante sul piano della politica estera da quando è tornato alla Casa Bianca.

COSA PREVEDE L’INTESA TRA HAMAS E ISRAELE

La linea essenziale è uno scambio: Hamas libererebbe gli ostaggi tenuti nella Striscia di Gaza, 48 in tutto, di cui 20 ancora vivi, e Israele rilascerebbe circa 1.950 prigionieri palestinesi — 250 detenuti condannati all’ergastolo e circa 1.700 arrestati dall’inizio della guerra, tra cui non figurerebbe però il “Mandela palestinese”,  Marwan Barghouti — sulla base delle liste concordate. Secondo quanto emerso il rilascio degli ostaggi dovrebbe svolgersi entro 72 ore dall’entrata in vigore dell’accordo.

RITIRO PARZIALE DELLE FORZE ISRAELIANE

Nella fase iniziale le Forze di difesa israeliane manterrebbero il controllo su una porzione significativa del territorio — intorno al 53% della Striscia di Gaza, secondo le prime ricostruzioni mediatiche — mentre si definiscono le linee di ritiro concordate con Hamas.

Uno dei punti chiave riguarda i valichi di frontiera: è previsto il rientro di controlli e la riapertura del valico di Rafah «su entrambi i lati» quando le fasi concordate saranno attive.

TORNANO GLI AIUTI UMANITARI?

Inoltre, per i primi giorni del cessate il fuoco è prevista un’importante ondata di aiuti: fonti legate ai negoziati parlano di un minimo di 400 camion al giorno per i primi cinque giorni, con un incremento progressivo successivamente, per alleviare la devastante crisi umanitaria a Gaza.

I NODI IRRISOLTI

imangono però questioni sostanziali rimandate a successive tornate negoziali: il disarmo di Hamas, la governance post-conflitto della Striscia e la composizione di eventuali forze di stabilizzazione non sono stati risolti nella prima fase e saranno oggetto di trattative più lunghe.

Sul terreno le attività belliche non si sono immediatamente fermate: le parti hanno sottolineato che il cessate il fuoco entrerà formalmente in vigore solo dopo la approvazione politica (il voto del governo/consiglio di sicurezza israeliano).

COSA SUCCEDE ORA: LE PROSSIME TAPPE

Ora si attende la votazione e la ratifica del governo israeliano, da cui dipende l’avvio operativo dell’accordo. Le Forze di Difesa israeliane hanno comunque ricevuto ordini di preparazione: il capo di stato maggiore ha chiesto che le truppe siano pronte ad ogni scenario e operino in conformità con gli ordini politici e le fasi dell’accordo, salvaguardando la sicurezza dei soldati e dei cittadini.

Se tutto andrà come previsto, nelle prossime ore ci sarà lo scambio di ostaggi e prigionieri tra Hamas – che si è impegnata a non tenere celebrazioni pubbliche come in passato – e Israele, oltre al ritiro parziale dell’Idf sulle linee concordate, la riapertura dei corridoi e dei valichi e  l’ingresso massiccio di aiuti nella Striscia.

 

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