Chi ci sarà al fianco di Zelensky, le condizioni di Putin, le contropartite per l’Ucraina, il nodo sull’articolo 5 (proposto dall’Italia) e il programma del summit e quando inizia: tutto sul vertice di Washington tra Trump, il presidente ucraino e i leader europei
Mancano ormai poche ore al vertice di Washington, un appuntamento che si preannuncia cruciale per il destino dell’Ucraina e, forse, per le speranze di pace nell’est Europa.
I leader europei si preparano a scortare Zelensky di fronte al presidente Usa. L’obiettivo comune evitare che le eventuali aperture di Washington con il Cremlino, paventate durante il summit di Anchorage, si traducano in accordi che mortifichino la sovranità ucraina e premino l’aggressione russa.
All’incertezza di una situazione geopolitica intricatissima, si aggiunge il fattore Trump: lo spettro dell’ultimo disastroso incontro alla Casa Bianca tra il tycoon e Zelensky aleggia sul vertice in programma oggi, e anche per questo i leader europei e il presidente ucraino faranno un punto “in un incontro preparatorio”.
CHI SONO I LEADER EUROPEI PRESENTI AL VERTICE WASHINGTON
La delegazione europea si presenta in un formato insolito, un fronte visibilmente più coeso che in passato, ma non privo di scetticismi sull’effettiva disponibilità di Mosca a rispettare impegni seri.
La formazione è guidata da sette leader europei: il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente finlandese Alexander Stubb, il Segretario generale della Nato Mark Rutte e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Alcuni capi di governo — su tutti rappresentanti di Francia e Regno Unito — chiedono prove tangibili che le proposte russe non siano un modo per strappare concessioni territoriali senza vere contropartite; altri, come l’Italia, puntano a restare agganciati agli Stati Uniti per guidare un negoziato che non escluda Kiev dalle decisioni.
CHE COSA CI SI ASPETTA DA WASHINGTON
L’incontro servirà innanzitutto a mettere in fila posizioni e limiti: capire cosa Zelensky sia disposto a negoziare, quali garanzie gli europei e gli Stati Uniti sono pronti a dare, e fino a che punto Mosca accetterebbe un piano che non le consegni automaticamente tutto il controllo territoriale che reclama.
L’appuntamento può rappresentare uno snodo cruciale del dossier Ucraina: trovare i margini per un’intesa tra le parti trasformerebbe il vertice di Washington
PUTIN CHIEDE TUTTO IL DONBASS E IL LUGANSK
Sul tavolo ci sono le richieste territoriali avanzate da Mosca, che pretende il Donbass e il Lugansk per intero, comprese le aree non ancora conquistate.
In teoria Zelensky sarebbe disposto a trattare sulla base dell’attuale linea del fronte, ma non può in alcun modo lasciare nelle mani di Putin aree non guadagnate sul campo. E sul Donbass, neanche Trump sarebbe disposto ad accogliere le richieste del Cremlino. Il tema sarebbe già stato affrontato ad Anchorage, come ha riportato Axios nei giorni scorsi: una volta sollevato il tema, il tycoon avrebbe tagliato corto, sbarrando la strada all’omologo russo.
IL NODO SULLA CRIMEA
Tutt’altra disponbilità invece sulla Crimea, che Putin vorrebbe riconosciuta ufficialmente come sua. Su questo punto, come sull’ingresso di Kiev nella Nato, Trump sembra risoluto: “Zelensky non può riavere la Crimea e non può entrare nella Nato, certe cose non cambiano” ha scritto oggi su Truth.
LE RICHIESTE DI PUTIN
Oltre alle questioni territoriali Putin pone anche una serie di condizioni il cui contenuto è tanto aleatorio quanto ostico da fissare in un accordo, tra cui la cosiddetta “denazificazione” dell’Ucraina.
Sul tavolo ci sono anche altre richieste su temi concreti ma difficilmente digeribili, come il riconoscimento del russo come una delle lingue ufficiali in Ucraina, al pari della libertà di culto dell’ortodossia, la cancellazione delle sanzioni imposte dalla coalizione occidentale e il ritiro del mandato di arresto internazionale spiccato dalla Cpi a suo carico.
LA PROPOSTA ITALIANA: KIEV DENTRO L’ARTICOLO 5 NATO COME CONTROPOARTITA
Fra le contropartite che potrebbero convincere Kiev a trattare, l’Italia ha rilanciato l’idea di estendere all’Ucraina un meccanismo simil-Articolo 5 — cioè una clausola di mutuo soccorso che impegni i Paesi firmatari a difendere l’Ucraina in caso di aggressione, pur senza farla entrare nella Nato.
Un’ipotesi non da poco, poiché avrebbe il benestare della Russia, secondo quanto dichiarato da Witkoff dopo Anchorage. Parigi e Londra chiedono però garanzie più concrete, compreso il ruolo di forze di interposizione, mentre altri partner temono l’escalation di responsabilità militari dirette.
QUANDO INIZIA IL VERTICE DI WASHINGTON
La Casa Bianca ha reso noto l’agenda della giornata che vedrà il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ricevere prima i leader europei e poi, a seguire, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
L’arrivo dei capi di governo europei è previsto per le 12 locali (le 18 in Italia); alle 13 arriverà Zelensky e alle 13.15 comincerà il bilaterale con Trump. Alle 14.15 è prevista la foto di famiglia con i leader europei e alle 15 avrà inizio l’incontro multilaterale tra il presidente Usa e i rappresentanti del Vecchio Continente.