L’intesa sugli extraprofitti c’è, ma quanta fatica per trovare la quadra nella maggioranza. Dopo una giornata ad alta tensione tra Lega e Forza Italia, nella serata di ieri arriva la schiarita: le banche potranno distribuire gli utili maturati nel 2023 pagando il 27,5%, anziché il 40% previsto dalla norma
“Credo nei miracoli”: una frase, quella del ministro Giorgetti che condensa tutti timori di una giornata ad altissima tensione nella maggioranza.
Lo scontro tra i partiti di Salvini e Tajani si consuma sul tema degli extraprofitti delle banche. Nel pomeriggio si rincorrono le dichiarazioni da ambo le parti, prima della nota tombale degli azzurri: “Forza Italia non voterà, né in Cdm né in Parlamento, alcuna tassa sugli extraprofitti”.
Poi il miracolo: alla fine l’intesa arriva. Confermato anche il Cdm di oggi per il via libera alla finanziaria 2026.
CHE COSA SONO GLI EXTRAPROFITTI
Le scintille nella maggioranza arrivano sulla spinosa questione degli extraprofitti delle banche maturati nel corso del 2023 a seguito dall’innalzamento dei tassi d’interesse Bce: si tratta di circa 6,2 miliardi in totale.
Lo stesso anno era stata imposta agli istituti una tassa al 40% per svincolare tali somme e distribuire i dividendi. Ne era sorto un lungo braccio di ferro tra governo e banche, che aveva spinto l’Economia alla soluzione di mantenere gli extraprofitti in pancia alle banche, per consolidarne il patrimonio, ma senza che tali riserve potessero essere liberate.
TASSARE O NON TASSARE GLI EXTRAPROFITTI?
Nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles, viene indicata la ricerca di risorse per circa 4,4 miliardi nel 2026 – oltre 11 in tre anni – attraverso il contributo di banche e assicurazioni. Non misure una tantum, ma provvedimenti strutturali, tra cui una tassa obbligatoria sugli extraprofitti maturati dalle banche nel 2023 al 27,5%, ossia in misura ridotta rispetto al 40% prescritto. Ed è proprio su questo terreno che si consuma lo scontro.
SCINTILLE LEGA-FI
“Siamo contro ogni imposizione autoritaria che spaventi i mercati, gli investitori italiani e stranieri creando un grave danno economico all’Italia” fa sapere Forza Italia nella sua nota. “Tassa da Urss” rincara la dose il leader Tajani, entre dal Carroccio si rilancia l’idea che rilanciato l’idea che “chi in questi anni ha registrato utili straordinari contribuisca al sistema Paese”. “Ci sono questi doverosi 5 miliardi – dice Salvini- che le banche metteranno con gioia a disposizione del Paese per aiutare famiglie e imprese in difficoltà”.
L’INTESA SU UN CONTRIBUTO AL 27,5% SU BASE VOLONTARIA
In serata il vertice convocato dalla premier salva capra e cavoli: i dettagli non sono ancora noti, ma filtra un’intesa di massima su una tassa del 27,5% sugli utili maturati nel 2023 e, punto fondamentale, su base volontaria. Le banche potranno quindi scegliere se svincolare le riserve e disporre di quelle somme pagando una exit tax.
Forza Italia può dunque sottolineare che tecnicamente non si tratta di una tassa sugli extraprofitti, poiché non c’è impsizione, mentre Giorgetti può ragionevolmente sperare che gli istituti vorranno svincolare quelle somme, garantendo allo Stato un gettito totale intorno ai 3 miliardi.
Al contototale andranno poi aggiunti l’aumento dell’Irap a banche e assicurazioni di circa il 2%, mentre le altre coperture per la manovra dovrebbero provenire dalla revisione del Pnrr e dal taglio ai ministeri