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Nagel, addio a Mediobanca con una frase in latino di Orazio. Ecco che vuol dire

Alberto Nagel lascia Mediobanca dopo 34 anni. Nel riferimento a Orazio (“Graecia capta ferum victorem cepit”) un messaggio per la futura proprietà. Ecco quale

Si chiude dopo 34 anni la parabola di Alberto Nagel dentro Mediobanca, di cui 22 al timone dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Lo storico amministratore delegato ha comunicato le sue dimissioni durante il consiglio di amministrazione di stamane con una lettera ai dipendenti, in cui Nagel ha citato un celebre passo di Orazio: “Graecia capta ferum victorem cepit”.

Una frase dal respiro classico che si presta a una lettura non solo letteraria, ma che è anche una rivendicazione di quanto fatto da Nagel in questi anni e un messaggio per la futura dirigenza.

LA CITAZIONE DA ORAZIO DI NAGEL: COSA SIGNIFICA

La locuzione latina “Graecia capta ferum victorem cepit” proviene dalle Epistole di Orazio (II, 1, 156). Tradotta letteralmente, significa: “La Grecia, conquistata (dai Romani), conquistò il selvaggio vincitore”.

Il poeta latino aggiungeva subito dopo: “et artes intulit agresti Latio” – “e le arti portò nel Lazio agreste”. In altre parole, se Roma aveva imposto il proprio dominio politico e militare sulla Grecia, quest’ultima aveva saputo “vincere” a sua volta con la propria superiorità culturale, diffondendo arti, lettere e filosofia.

Quella di Orazio è dunque una riflessione sul potere della cultura e della conoscenza: più duraturi delle armi, capaci di incivilire persino il più rude dei conquistatori.

LA CULTURA “GRECA” DI MEDIOBANCA

Traslata sul piano del risiko bancario, la citazione oraziana conclama la fine di un’epoca per la banca milanese, ma rammenta ai futuri vertici la presenza di un’impronta e un’identità ben precisi, che difficilmente potranno essere sradicati a suon di operazioni finanziarie.

Se la Grecia conquistata è Mediobanca e la sua cultura aziendale, allora la metafora è chiara: pur nella conquista, lo spirito e l’identità di Piazzetta Cuccia continueranno a influenzare il nuovo azionista di maggioranza, proprio come l’arte e la filosofia greca “incivilirono” i romani.

IL DARWINISMO BANCARIO E L’EREDITÀ DI NAGEL

Nella sua missiva, Nagel parla anche di evoluzione e adattamento, richiamando il concetto di “darwinismo bancario”, ossia la necessità per gli istituti di credito di adattarsi a un contesto in continuo cambiamento – dalla tecnologia ai consumi, fino ai nuovi competitor fintech -, e fissando la sua eredità in tre principi cardine: il valore della specializzazione in attività a più alto valore aggiunto, l’importanza di un azionariato diffuso e istituzionale per crescere nel lungo termine e la preferenza per un modello di banca legato al wealth management piuttosto che alla pura attività commerciale.

LE DIMISSIONI DOPO L’OPAS DI MPS

Le dimissioni di Nagel non giungono certo inaspettate. L’Opas di Monte dei Paschi su Mediobanca ha cambiato radicalmente gli equilibri e reso inevitabile l’uscita dell’amministratore delegato Nagel. Nel suo congedo, l’ex ad ha ribadito la centralità della “cultura e diversità” che caratterizzano Mediobanca e ha espresso la convinzione che anche il nuovo proprietario non potrà prescindere da questo patrimonio.

Intanto, il mercato registra le mosse dei top manager, con le vendite consistenti di azioni da parte dello stesso Nagel, del direttore generale Francesco Saverio Vinci e del presidente Renato Pagliaro.

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