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Oltreconfine

Ucraina, Colombia, il furto di segreti nucleari israeliani. Ecco cosa accade Oltreconfine

Oltreconfine, la rassegna stampa internazionale a cura di Marco Orioles

Dalla tregua infranta tra Israele e Hezbollah all’attacco record in Ucraina, fino all’attentato in Colombia e al furto di segreti nucleari israeliani: ecco cosa accade Oltreconfine.

TENSIONI IN LIBANO E LA TREGUA INFRANTA ISRAELE-HEZBOLLAH

Siglata il 27 novembre dell’anno scorso, la fragile tregua tra Israele e Hezbollah continua a essere violata, con un’escalation di attacchi che minacciano di riaccendere il conflitto in Libano. Come riportato dal Jerusalem Post, nella notte di giovedì scorso jet israeliani hanno distrutto nove edifici e danneggiato altri 71 nel sobborgo meridionale di Beirut chiamato Dahiyeh, noto per essere stato la roccaforte di Hezbollah e del suo leader Hassan Nasrallah ucciso l’anno scorso in un raid israeliano. Secondo la CNN, che riporta i comunicati dell’IDF, ad essere colpiti sarebbero stati “obiettivi terroristici dell’Hezbollah Aerial Unit (127)”. La stessa CNN, secondo cui lo Stato Ebraico aveva precedentemente annunciato gli strike, sarebbero state prese di mira “strutture sotterranee di produzione di aerei senza pilota (UAV) controllate da Hezbollah” e finanziate dall’Iran. Stando anche a quanto ha dichiarato un portavoce del Ministero della Salute del Libano, gli attacchi di giovedì non avrebbero causato vittime, a riprova dei precedenti avvertimenti effettuati da Israele. Come scrive Reuters, è la quarta volta dall’inizio della tregua che Israele colpisce Dahiyeh. Secondo il Corriere della Sera, in questo stesso periodo Tel Aviv ha condotto attacchi quasi quotidiani nel Libano meridionale e orientale, con oltre 814 azioni militari contro le 19 condotte da Hezbollah. La pressione internazionale per disarmare, come prescritto dalle risoluzioni Onu, è in aumento, sul movimento sciita smantellato almeno parzialmente da Israele si scontra, come sottolinea il New York Times, col rifiuto del gruppo di cedere le armi finché Israele non ritirerà le sue forze dalle sue posizioni nel sud del Libano.

ESCALATION NELLA GUERRA IN UCRAINA

La guerra in Ucraina ha raggiunto un nuovo picco di intensità con l’attacco di droni più massiccio dall’inizio del conflitto. Come scrive l’Associated Press, nella notte di domenica Mosca ha lanciato il più massiccio attacco aereo dall’inizio del conflitto, impiegando ben 479 droni accompagnati da una ventina di missili, inclusi quattro ipersonici. Secondo l’AFP, che riporta le dichiarazioni dell’aviazione ucraina, le difese anti-aeree di Kyiv sarebbero riuscite a distruggere in volo 277 droni e 19 missili, aggiungendo che solo 10 aerei senza pilota sono andati a bersaglio. Come riporta il New York Times, nell’attacco è stata colpita anche Kyiv, dove un’abitazione privata risulta danneggiata apparentemente senza vittime. Un morto, sempre secondo il Nyt, si sarebbe registrato invece nella regione di Rivne, nell’Ucraina occidentale. Nel frattempo, l’esercito russo prosegue la sua avanzata anche se a ritmi molto lenti. Come scrive France 24, domenica le forze armate di Mosca hanno rivendicato di aver raggiunto per la prima volta dall’inizio del conflitto la regione centro-orientale di Dnipro, in una significativa escalation che ha suscitato la preoccupazione del presidente ucraino Zelensky. La Russia sostiene di voler creare una zona cuscinetto, ma c’è chi sospetta che l’intento del Cremlino sia di dare concretezza all’intenzione, dichiarata apertamente da alcuni propagandisti russi, di annettere l’intera regione e dare forma così alla cosiddetta “Novorossiya”. Il Guardian frattatanto informa che unità militari di Mosca si stanno avvicinando pericolosamente a Sumy: i soldati russi sarebbero ormai a soli 18 km dalla città da cui erano stati espulsi tre anni fa dalle forze ucraine.

COLOMBIA: ATTENTATO AL SENATORE E CANDIDATO PRESIDENZIALE URIBE

Un grave attentato ha scosso la Colombia sabato scorso, quando il senatore Miguel Uribe Turbay, astro nascente della destra, è stato vittima, secondo quanto riporta BBC News, di un attentato mentre stava tenendo un discorso in un parco della capitale Bogotá. Il politico, che è in corsa per le prossime presidenziali in rappresentanza del Centro Democratico, risulta essere secondo Reuters in condizioni critiche dopo aver subito due interventi al cervello. Come riferisce il New York Times, ieri sono emersi alcuni video girati nel parco dai telefoni cellulari di alcuni partecipanti, che mostrano il sicario, un ragazzo di 15 anni che è stato arrestato, sparare alle spalle del candidato. Secondo BBC News, che riporta le dichiarazioni della procuratrice generale di Bogotá, l’attentatore è stato ritrovato al momento dell’arresto in possesso di una pistola Glock da 9 mm. La stessa procuratrice generale ha ipotizzato moventi politici dietro l’attentato, inclusi la destabilizzazione del governo o ritorsioni legate al processo di pace. La versione in lingua inglese del quotidiano spagnolo El País sottolinea come l’attentato abbia accentuato la polarizzazione politica della Colombia e rischi di riportare in auge la violenza politica che è stata endemica in un Paese dove tra il 1986 e il 1990 sono stati uccisi ben cinque candidati presidenziali. Gli occhi dell’opposizione sono puntati in particolare sull’attuale presidente Gustavo Petro, accusato di alimentare l’odio politico. La Colombia si accinge così a vivere una campagna elettorale incerta segnata dal timore di un ritorno alla violenza degli anni passati.

TEHERAN RIVENDICA IL FURTO DI SEGRETI NUCLEARI ISRAELIANI

Come scrive Al Jazeera, l’Iran ha annunciato domenica di aver ottenuto un’importante quantità di documenti sensibili relativi al programma nucleare israeliano. Il ministro dell’Intelligence Esmail Khatib ha parlato addirittura di un “tesoro” strategico di migliaia di pagine che sarà presto oggetto di rivelazione e che, ha aggiunto il ministro, tornerà assai utile alle forze armate del Paese e alle sue capacità offensive. Anticipata, come scrive The Times of Israel, da media di Stato iraniani, la notizia è stata confermata dalle principali testate internazionali, che descrivono l’azione come una delle più significative operazioni di spionaggio degli ultimi anni. Ma Israele, osserva l’Associated Press, non ha offerto alcuna conferma circa la rivelazione di segreti che riguarderebbero, oltre a dettagli sui siti nucleari dello Stato ebraico, anche i piani di difesa missilistica. In un lungo articolo che fa il punto sulla notizia cercando di verificarne l’attendibilità e di misurarne l’impatto e le conseguenze, il settimanale Usa Newsweek scrive che, se fosse vera, la scoperta iraniana aggiungerebbe ulteriore incertezza in una regione già segnata da laceranti tensioni i cui principali protagonisti sono proprio la Repubblica islamica ed Israele, che l’anno scorso si sono attaccati reciprocamente per ben quattro volte. Newsweek aggiunge che eventuali rivelazioni di segreti israeliani potrebbero inoltre destabilizzare la diplomazia internazionale che sta attualmente tentando di convincere i due Paesi a siglare un accordo relativo al programma nucleare iraniano, in uno sforzo che vede in particolare la mediazione dell’Oman e degli Usa con l’inviato speciale del presidente Trump Steve Witkoff.

BREVI DAL MONDO: GRETA THUNBERG E LA FLOTTIGLIA BLOCCATA DALL’ESERCITO ISRAELIANO

Come riporta Reuters, si è conclusa nella notte dell’altro ieri con l’esito scontato – il sequestro da parte dell’esercito di Tel Aviv, il trasferimento verso un porto israeliano e la presa in custodia delle persone a bordo destinate ad un rapido rimpatrio – l’avventura della cosiddetta “Freedom Flotilla” partita la settimana scorsa da Catania e diretta a Gaza con il dichiarato intento di consegnare aiuti umanitari alla popolazione della Striscia. Nell’imbarcazione c’era anche la celebre attivista Greta Thunberg, che ha prontamente denunciato di essere stata “rapita” mentre il governo israeliano parlava di un’operazione a puro scopo propagandistico e di “selfie yacht”.

CINA-USA: NUOVE SANZIONI SULLE ESPORTAZIONI TECNOLOGICHE

Come riportato da Asia Times, l’amministrazione Trump ha intensificato gli sforzi per restringere l’accesso del rivale cinese alla tecnologia avanzata made in Usa, continuando così la linea già portata avanti dal governo precedente guidato dal presidente Joe Biden. Ad essere oggetto delle nuove restrizioni sono in particolare alcune compagnie tecnologiche a stelle e strisce che un tempo erano tra i principali fornitori di Pechino. Nel frattempo continuano però i tentativi di trovare un accomodamento: come riportato dall’AP, lunedì due delegazioni di alto livello di Usa e Cina si sono incontrate presso la Lancaster House di Londra per tentare di avvicinare le rispettive posizioni.

SUDAN: ATTACCO A UN CONVOGLIO UMANITARIO

Il Guardian ha riferito lo scorso 4 giugno di un attacco ad un convoglio umanitario dell’Onu che si stava dirigendo ad El Fasher, la capitale del Nord Darfur, assediata da oltre un anno dalle forze paramilitari RSF che da tre anni a questa parte stanno conducendo una feroce guerra contro l’esercito regolare di Khartoum.

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