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Perché Pietro Bitetti ha lasciato il comune di Taranto: dimissioni tattiche?

Il sindaco di Taranto, Pietro Bitetti, in carica da appena 41 giorni, ha dato le sue dimissioni a seguito di un vertice incandescente sul futuro dell’ex Ilva con le associazioni ambientaliste. Ora il sindaco ha 20 giorni di tempo per ritirare le dimissioni 

Si scrive “inagibilità politica” si legge “minacce”. Il sindaco di Taranto Pietro Bitetti si è dimesso ieri sera a seguito di un incontro a Palazzo di Città sul futuro dell’ex Ilva. Questa mattina il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso terrà una video call, programmata prima delle dimissioni di Bitetti, con le associazioni delle imprese di Taranto per un punto sulla situazione.

CHI È IL SINDACO DI TARANTO PIETRO BITETTI

Eletto da meno di due mesi, Pietro Bitetti ha vinto le elezioni battendo al ballottaggio il candidato di centro destra Francesco Tacente. Civico esponente di “Con”, il movimento politico del governatore Michele Emiliano, è stato sostenuto da Pd, Avs, Azione, Demos e diverse liste civiche. Bitetti, classe ’73, vive la politica in maniera attiva sin dal 1996, quando si è candidato, senza essere eletto, al comune di Taranto con la Lega d’Azione Meridionale. A seguire è entrato nel consiglio di amministrazione dell’allora Azienda Farmaceutica Comunale.

DA 20 ANNI IN CONSIGLIO COMUNALE 

Bitetti conosce molto bene le dinamiche del Comune di Taranto: dal 2012 al 2017 e dal 2022 al 2024 ha presieduto il consiglio comunale. Quindi, è plausibile, che le dimissioni siano tattiche, in attesa che si ristabiliscano le condizioni di “agibilità politica” e si capisca se davvero il governatore Emiliano, o chi per lui, diverrà commissario dell’ex Ilva.

Bitetti fa il suo ingresso al Comune di Taranto nel 2005 quando viene eletto consigliere comunale con l’Unione di Centro, riconfermato nel 2007 con la Lista Florido e nel 2009 il sindaco Ippazio Stefano lo sceglie come assessore alle politiche del lavoro e poi come assessore alla protezione civile. Nel 2017 lascia il PD e si candida a sindaco, senza essere eletto, alla testa di una coalizione di liste civiche di centro e centro-sinistra. Conferma il ruolo in consiglio comunale nel 2022 quando, con il movimento “Con”, sostiene il sindaco Rinaldo Melucci.

IL DIVERBIO TRA IL SINDACO BITETTI E LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

Il sindaco, eletto a giugno avrebbe subito minacce da parte degli attivisti dei movimenti delle associazioni ambientaliste. Le contestazioni, come riporta l’AdnKronos, sono state riprese anche in alcuni video sui social, che mostrano alcune persone entrate nell’androne del Municipio apostrofare il sindaco: “Devi salvare la salute di Taranto, tu sei il primo cittadino”, “Prendi le distanze da Emiliano”, “Vai ad ascoltare gli altri, devi ascoltare tutti”, le grida che si sentono partire dal piccolo gruppo. E poi: “Bitetti perché non esci qua fuori?” e il coro “Assassini, assassini”.

IN BILICO LA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE E LA RIUNIONE AL MIMIT

Il sindaco aveva convocato le associazioni, che hanno contestato anche il presidente della regione Michele Emiliano, in vista della seduta del Consiglio comunale di Taranto del prossimo 30 luglio che ha come solo punto all’ordine del giorno l’accordo di programma sull’ex Ilva, e del vertice al Mimit, fissato per il 31 luglio, tra il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e le istituzioni e le amministrazioni delegate alla firma dell’accordo stesso: Comuni di Taranto e di Statte, Provincia di Taranto, Autorità portuale del Mar Ionio e Regione Puglia.

LA SOLITUDINE DI PIETRO BITETTI NELLE PAROLE DI EMILIANO

Che la situazione a Taranto sia incandescente non è una novità. Solo pochi giorni fa il governatore Emiliano aveva chiesto maggiore attenzione al Governo nei confronti della grave situazione tarantina. “L’accordo di programma ha ancora bisogno di maturare dentro la logica degli enti locali, perché purtroppo l’Italia sta delegando al Comune di Taranto, ancora una volta, il suo destino industriale e nel frattempo però nessuno fa sentire al sindaco di Taranto la sua vicinanza, perché lui, appena eletto, dovrà andare a dire ai suoi cittadini a nome dell’Italia intera che devono sopportare e soffrire per altri tot anni una situazione in cui le fonti inquinanti sono ancora aperte – ha detto il presidente Emiliano entrando al Mimit -. L’orizzonte è difficile perché questa vicenda è una vicenda drammatica lasciata a marcire per anni e anni e anni”.

E non a caso l’ex magistrato, indicato da fonti vicine al Mimit come nuovo commissario straordinario dell’acciaieria di Taranto, non ha dato seguito alla proposta. Lo scoglio era quello della decarbonizzazione del sito siderurgico. Come ricordato dal Corriere del Mezzogiorno, il governatore avrebbe acconsentito solo se ci fosse stato sul tavolo serio piano per la decarbonizzazione del sito siderurgico.

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