Luce verde dell’Agcom sulla crescita di Poste in Tim. Ora Del Fante può concretizzare l’ingresso nel settore degli operatori telefonici.
Il progetto dell’ad Del Fante di incrementare al 24,8% la quota di Poste in Tim non solleva questioni di pluralismo per l’Agcom.
Grazie al doppio disco verde dell’Antitrust e di Agcom, l’operazione, che porterà Poste a diventare il primo azionista della società di telecomunicazioni, entra ora in nuova fase operativa in cui andrà indicata la nuova governance.
I TIMORI DEL MERCATO
Sull’avanzata di Poste era stato paventato il rischio di una distorsione competitiva, non tanto sul controllo tecnologico della rete Tim, quanto sulla possibile combinazione tra la rete tlc e la vasta rete di distribuzione di Poste, composta da circa 13.000 uffici postali.
Una capillarità che offrire a Tim un vantaggio sostanziale nel contatto con i clienti, generando sinergie difficilmente replicabili dagli altri operatori, come segnalato anche dal concorrente Iliad.
NESSUN RISCHIO DISTORSIONE PER AGCOM
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha deciso di non aprire un’istruttoria approfondita sull’ascesa azionaria di Poste in Tim, rilevando che l’incremento di quota non costituisce un elemento di distorsione per il pluralismo delle comunicazioni elettroniche in Italia.
Già da metà luglio, l’Antitrust si era detta propensa a non apporre condizioni all’operazione, vista la natura marginale dell’incremento societario e l’assenza di impatti negativi sulla concorrenza. Con il via libera definitivo, Poste potrà ufficialmente portare la propria quota al 24,8%, diventando il primo azionista di Tim.
COSA CAMBIA NELLA GOVERNANCE DI TIM
Con Poste prossimo a rafforzare la propria presenza, si apre un capitolo significativo nella governance di Telecom Italia. L’ipotesi più concreta è l’ingresso in consiglio di un rappresentante dell’ad Matteo Del Fante, che avrebbe così voce diretta nelle decisioni strategiche del gruppo.
IL NODO TIM VISION
Un aspetto sensibile riguarda però la governance di TimVision, il servizio streaming del gruppo: eventuali modifiche nella struttura decisionale che vedano l’ingresso di rappresentanti di Poste potrebbero far scattare un’istruttoria specifica nel settore media