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Legge elettorale

Tre scenari per la legge elettorale 2027: che cosa c’è nel report degli uffici parlamentari

Un dossier redatto dagli uffici parlamentari su impulso del centrodestra delinea i tre scenari possibili in vista della riforma della legge elettorale per le politiche del 2027.

Il dibattito sulla legge elettorale per il 2027 entra nel vivo. Oggi i principali quotidiani analizzano un documento prodotto dagli uffici parlamentari su richiesta della maggioranza che mette in fila tre differenti sistemi di voto in vista delle politiche: dall’assetto oggi in vigore al Tatarellum 2.0, fino al sistema che assegna un maxi-premio di maggioranza a chi supera il 40% dei voti. Ecco cosa contiene il dossier che sta circolando tra maggioranza e opposizioni.

IL SISTEMA ATTUALE: IL RISCHIO DELL’IMPASSE

Il primo scenario analizzato è quello già in vigore. Ed è anche il più insidioso. Le proiezioni elaborate dagli uffici mostrano un rischio reale di paralisi, soprattutto a Palazzo Madama, dove la distribuzione regionale dei seggi potrebbe generare un sostanziale pareggio tra gli schieramenti.

È lo spettro dell’ingovernabilità — o dei governi tecnici — la motivazione ufficiale spinge il centrodestra, e in particolare Fratelli d’Italia, ad accelerare su una riforma che eviti una nuova palude istituzionale dopo il voto. Ma naturalmente l’obiettivo è anche politico: assicurarsi la continuità nella prossima legislatura.

IL TATARELLUM RIVISITATO: IL LISTINO CHE DIVIDE

Il secondo modello ricalca l’impianto del Tatarellum, il sistema che per anni ha regolato le elezioni regionali. Nel dossier si prevede l’abolizione dei collegi uninominali, l’introduzione di un listino di coalizione e l’indicazione del candidato premier. Una soluzione che però, avvertono gli estensori, rischia di trasformare il listino in un rifugio per i piccoli partiti, costringendo le forze maggiori a lunghe trattative su chi inserire tra i nomi “blindati”. È proprio questa prospettiva — più politica che tecnica — a frenare l’entusiasmo nella coalizione di governo.

IL PROPORZIONALE CON PREMIER BONUS: LA VIA PIÙ BATTUTA

Molto diverso l’impianto del terzo scenario, quello che sta suscitando maggiore attenzione ai vertici del centrodestra. Il modello prevede un proporzionale puro corretto da un premio che assegna il 55% dei seggi a chi supera il 40% dei voti validi.

Una soglia che avrebbe l’obiettivo di blindare la governabilità, soprattutto al Senato, dove il dossier indica in “29 seggi di premi”» il minimo indispensabile per evitare blocchi istituzionali.

In questa ipotesi tornerebbero i collegi plurinominali sul modello del Rosatellum del 2018: circa 100 alla Camera e 52 al Senato, più piccoli e numerosi. La soglia di sbarramento ipotizzata è al 3%, uguale per partiti coalizzati e non: un dettaglio che potrebbe favorire chi, come Azione, intende correre fuori dai blocchi.

 

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