Droni russi abbattuti in territorio polacco, Tusk invoca l’Articolo 4 della Nato: cosa significa per la Polonia e per l’Alleanza Atlantica
I fatti della notte scorsa rischiano di incrinare ulteriormente i rapporti tra il Cremlino e la Nato, già da tempo sul punto di rottura. A lanciare l’allarme sono le autorità di Varsavia, che hanno registrato una serie di violazioni del proprio spazio aereo, con diversi droni russi – si parla di almeno 7 velivoli e 1 missile – abbattuti dalle forze polacche, con la compartecipazione degli alleati, tra cui l’Italia, che ha fatto levare in volo uno dei suoi caccia presente nell’area.
Parti dei relitti sono state recuperati, mentre si sono registrati danni materiali a edifici, senza per fortuna vittime confermate al momento. Le autorità polacche hanno descritto l’incursione come una “provocazione su larga scala” e il primo ministro Donald Tusk ha invocato l’Articolo 4 dell’Alleanza Atlantica, richiedendo una consultazione formale con i partner.
TUSK INVOCA L’ARTICOLO 4 DELLA NATO
A seguito dell’incidente il primo ministro Donald Tusk ha annunciato che la Polonia ha formalmente attivato l’articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico, chiedendo consultazioni immediate al Consiglio del Nord Atlantico (NAC).
COSA PREVEDE L’ARTICOLO 4
L’articolo 4 stabilisce che “le Parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una qualsiasi delle Parti fosse minacciata”. Si tratta di una procedura di consultazione — non è in sé un comando a interventi militari collettivi — e serve a mettere la questione all’ordine del giorno dell’Alleanza, condividere informazioni, valutare rischi e decidere misure comuni.
COSA PUÒ SUCCEDERE ADESSO
L’invocazione apre diverse strade pratiche e politiche: riunioni d’emergenza del NAC, scambi di informazioni di intelligence, rafforzamento temporaneo della sorveglianza e delle missioni di Air Policing lungo il fianco orientale e, se necessario, l’invio di assetti aggiuntivi o supporto logistico e operativo da parte degli Alleati.
In passato altre consultazioni avviate con l’articolo 4 sono state seguite da decisioni concrete di posture difensive e misure di deterrenza; tuttavia, il passaggio all’articolo 5 (la clausola di difesa collettiva che considera un attacco a uno come un attacco a tutti) richiede valutazioni supplementari e un contesto differente — in particolare la conferma di un “attacco armato” diretto contro il territorio di un alleato.
I PRECEDENTI
Dall’istituzione dell’Alleanza, l’Articolo 4 è stato invocato poche volte, quasi sempre come strumento politico per coordinare una risposta a crisi gravi ma non automaticamente per attivare la difesa collettiva.
In tutto sono sette i precedenti: la prima volta nel 2003, quando la Turchia attivò le consultazioni con gli alleati in relazione al conflitto in Iraq. Nel 2014 Polonia e Paesi Baltici fecero lo stesso in occasione dell’invasione russa della Crimea e, insieme ad altri Paesi dell’Europa orientale, anche il 24 febbraio 2022, con l’esercito di Mosca che in marcia verso Kiev.