Papa Leone XIV si prepara a ridefinire l’organigramma vaticano, tra conferme e nuove nomine nei dicasteri chiave. Al momento rimangono valide le scelte del suo predecessore, ma sono diversi i fedelissimi del nuovo Pontefice che potrebbero assumere nuovi ruoli ai vertici della Curia romana.
C’è attesa per capire la nuova squadra su cui Leone XIV punterà per dare avvio al proprio pontificato. Prevost riceve in eredità da Francesco una squadra di collaboratori di comprovata competenza, che proseguiranno «provvisoriamente, nei rispettivi incarichi donec aliter provideatur»: tra questi, il laico spagnolo Maximino Caballero, Segretario per l’Economia, don Giordano Piccinotti, alla guida dell’Apsa e Gian Franco Mammì, direttore generale dello Ior, oltre naturalmente a Parolin alla Segreteria di Stato vaticana.
LE CASELLE DA RIEMPIRE
Ma già adesso ci sarebbero delle caselle da riempire, a cominciare da quella rimasta vuota, dopo il responso del Conclave, del Prefetto per il Dicastero dei Vescovi, ruolo che il nuovo pontefice ricopriva fino alla vigilia della sua elezione. E poi c’è la questione della pensione degli alti prelati: il Codice di diritto canonico stabilisce che i vescovi e gli altri ordinari a loro equiparati presentino le proprie dimissioni al compimento dei 75 anni di età, che possono essere accolte o rigettate dal Papa.
Si vedrà in seguito se il pontefice vorrà dotarsi, come il suo predecessore, di un consiglio di fedelissimi per guidare la Chiesa. L’unica certezza a riguardo è l’intenzione del nuovo pontefice di proseguire sulla strada della sinodalità, concetto che a rigor di logica non può prescindere dalla scelta di nuovi referenti per i ruoli chiave.
Tuttavia, al di là di un percorso che si annuncia all’insegna della continuità, sono da considerare anche le appartenenze di Francesco e Prevost – l’uno gesuita, l’altro agostiniano – che potrebbero tradursi in una parziale riorganizzazione di alcune strutture che incarnano le diversità di vedute tra i due avvicendatisi al soglio di Pietro. Le tempistiche, in ogni caso, non saranno immediate.
CHI POTREBBE ANDARE IN PENSIONE
Il discorso sulla pensione riguarda da vicino Arthur Roche e Kurt Koch, l’uno a capo del Dicastero per il Culto Divino, l’altro di quello per la Promozione dell’Unità dei Cristiani: entrambi settantacinquenni potrebbero lasciare a breve, come ricorda Repubblica.
Situazione analoga per il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il gesuita Michael Czerny (78 anni) e per il connazionale del Papa Kevin Farrell (77 anni), Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, con un ruolo di rilievo anche in ambito economico come presidente di due importanti commissioni.
LE POSSIBILI NOMINE DI PAPA LEONE XIV
La Stampa riporta alcune indiscrezioni che vedrebbero Luis Tagle acquisire la piena potestà di Propaganda Fide – il dicastero della Curia romana che si occupa della direzione e del governo generale dell’attività missionaria cattolica nel mondo – con la contestuale promozione Pro-Prefetto a Prefetto.
Secondo il giornale torinese, inoltre, dovrebbe essere il brasiliano Ilson de Jesus Montanari a raccogliere il testimone di Prevost al vertice del Dicastero dei Vescovi: in virtù di ciò potrebbe essere ordinato cardinale al primo concistoro utile. Già Segretario della Congregazione per i Vescovi, Montanari è considerato un profilo di equilibrio e potrebbe essere valorizzato proprio per la sua esperienza e la conoscenza della dinamica episcopale globale, nonché per la sua età relativamente giovane, che lo rende un candidato spendibile in prospettiva. Mentre Timothy Dolan potrebbe essere il nuovo consigliere economico sulle finanze vaticane.
Spicca tra gli altri monsignor Luis Marín de San Martín, teologo madrileno di 63 anni e vescovo agostiniano come il Papa. La loro sintonia è nota, fondata su un’idea di Chiesa centrata su discernimento, sinodalità e adesione al Vangelo. Marín de San Martín potrebbe essere chiamato a ricoprire l’influente incarico di Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, sostanzialmente il vice dell’attuale Segretario di Stato – che come detto sarà probabilmente riconfermato, anche come riconoscimento per il passo indietro compiuto durante il Conclave.
Quanto alle faccende dottrinali, una delle principali questioni riguarda la riconferma di Victor Manuel Fernandez, figura chiave del pontificato di Francesco. Tra i principali promotori del documento Fiducia supplicans, che aprì alle benedizione delle coppie omosessuali, il cardinale argentino ha ricoperto negli ultimi anni il ruolo di Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, che fu anche di Ratzinger.
I FEDELISSIMI DI PAPA LEONE XIV
Considerata la fase In questa fase iniziale del pontificato, è naturale volgere lo sguardo verso coloro che, più di altri, hanno manifestato affinità spirituale, pastorale e umana con Papa Leone XIV. Personalità che, per consonanza di visione ecclesiale e stile di governo, potrebbero giocare un ruolo chiave nel nuovo assetto della Curia romana.
Nella squadra, ipotizza il Corriere, potrebbe rientrare Natalie Becquart, sottosegretaria del Sinodo dei vescovi – il cui Segretario Mario Grech verrà con tutta probabilità confermato – nonché prima donna nella storia della Chiesa a poter esercitare in un tale contesto: una svolta impressa da Francesco cui Prevost potrebbe decidere di dar seguito.
Tra i fedelissimi c’è sicuramente padre Alejandro Moral Antón, Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino. Spagnolo, tra i primi a ricevere una telefonata da Papa Leone dopo l’elezione, racconta oggi a Repubblica la sua lunga amicizia col pontefice («sono stato per dodici anni con lui, mangiando ogni giorno, parlando ogni giorno»). Moral Antón è apprezzato per la sua sobrietà, la profondità spirituale e un pragmatismo pastorale che riecheggia lo stile del nuovo Pontefice.
Nell’inner circle di Prevost anche monsignor Fabio Fabene, 66 anni, romano, dal 2022 Segretario del Dicastero delle Cause dei Santi. Già stretto collaboratore di Francesco, potrebbe trovare nel pontificato di Leone una prosecuzione del suo impegno nella valorizzazione delle figure esemplari di santità, in linea con un’idea di Chiesa radicata nella testimonianza.
Infine, nella cerchia più ristretta delle figure di fiducia, si segnala il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere apostolico. Polacco, considerato il più “wojtyliano” tra i porporati, Krajewski è stimato per la sua instancabile attività caritativa e per l’intensa vita spirituale, elementi che ben si accordano con l’identità ecclesiale che Papa Leone sembra voler esprimere.