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In arrivo un’Authority per gli sfratti? Che cosa c’è nella proposta di Fratelli d’Italia sugli affitti

Il senatore di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi deposita in Senato una proposta di legge per istituire un’Autorità amministrativa ad hoc per gli sfratti veloci: ecco come funzionerebbe

A Palazzo Chigi è in corso un’accelerazione sulle norme che riguardano lo sgombero degli inquilini morosi: nella maggioranza si lavora a un provvedimento — probabilmente un decreto legge — che mira a velocizzare le procedure e a ridurre i costi per i proprietari.

La proposta che ha acceso il dibattito è però soprattutto quella depositata al Senato da Fratelli d’Italia, primo firmatario il senatore Paolo Marcheschi, che prevede l’istituzione di una Autorità amministrativa ad hoc per l’esecuzione degli sfratti, alternativa alla via giudiziaria.

IN ARRIVO UN DECRETO SUGLI SFRATTI?

Secondo Repubblica il governo starebbe vagliando un testo che potrebbe arrivare all’esame del Consiglio dei ministri già nella prossima convocazione questa settimana: l’obiettivo dichiarato è sveltire le esecuzioni degli sfratti, in particolare nei casi di morosità.

IL DISEGNO DI LEGGE DI FDI

Intanto in Senato è stato depositato un disegno di legge a firma dell’onorevole Paolo Marcheschi, parlamentare di FdI, che istituirebbe l’“Autorità per l’esecuzione degli sfratti”, introducendo una procedura amministrativa speciale per il rilascio degli immobili quando il conduttore risulti moroso per almeno due mensilità consecutive.

Il testo punta a dare al proprietario uno strumento alternativo al procedimento civile ordinario, con il ruolo di verifica e potere esecutivo attribuito a un ente amministrativo collegato al ministero della Giustizia, bypassando dunque i tribunali e sveltendo di molto le tempistiche.

L’obiettivo è dare maggiore corpo al piano casa,  di rendere più efficiente il mercato degli affitti e di diminuire l’esposizione economica dei proprietari.

COME FUNZIONEREBBE LO SFRATTO VELOCE

Il meccanismo pensato nel ddl prevede passaggi rapidi: la notifica della morosità, un termine (15 giorni) per sanare il debito, quindi la possibilità per il locatore di rivolgersi all’Autorità che, verificata la documentazione, può disporre lo sgombero in tempi compressi.

Il disegno di legge indica scadenze serrate per le successive fasi esecutive — con finestre ridotte e un solo rinvio — così da concentrare l’intera pratica in poche settimane o, al massimo, alcuni mesi. Questo schema è pensato per tagliare i tempi dei contenziosi e spingere i proprietari a offrire contratti più lunghi invece che “mordi e fuggi”.

DEROGHE E TUTELE PREVISTE

A misura compensativa, il testo contemplerebbe delle eccezioni:  rinvii o aiuti per chi si trovi in condizioni di particolare vulnerabilità (Isee sotto soglie prefissate, malattia grave, licenziamento per crisi aziendale, separazione). È prevista anche l’attivazione di un Fondo nazionale per l’emergenza abitativa per sostenere interventi temporanei o soluzioni alternative. L’iter previsto dal ddl però obbliga l’Autorità ad attivare i servizi sociali — che a loro volta devono motivare la richiesta di rinvio — creando una procedura che trova critici tra chi teme lungaggini o passaggi formali che riducano l’efficacia delle tutele.

SFRATTI VELOCI, AFFITTI PIÙ STABILI?

Un’iniziativa che in linea di principio si trova sulla stessa lunghezza d’onda delle norme sugli sgomberi introdotte dal Decreto sicurezza, ma che in questo caso avrebbe anche un risvolto economico. Nelle ambizioni del governo, infatti, potrebbe facilitare il mercato degli affitti, un punto sul quale concorda anche il numero 1 di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, che suggerisce: “sfratti con tempi certi e rapidi vogliono dire più case in affitto e, di conseguenza, canoni di locazione più bassi, specie se si aggiungono adeguati incentivi fiscali per i proprietari”.

Di tutt’altro avviso l’Unione Inquilini, che ha bollato la proposta come “l’ennesimo attacco ai diritti delle persone in precarietà abitativa” e annuncia la mobilitazione contro norme che, a suo avviso, aggraverebbero l’emergenza sociale senza offrire soluzioni strutturali.

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