Il Vaticano si attiva per un possibile vertice Russia‐Ucraina: a guidare la mediazione verso la pace sarebbe mons. Paul Gallagher, “ministro degli Esteri” pontificio
Si muove la diplomazia vaticana per preparare il terreno a un possibile incontro tra Russia e Ucraina mediato dalla Santa Sede. L’auspicio più forte parte dal Papa, che ha mostrato sin dall’inizio una particolare sensibilità alla causa della pace, attivandosi in prima persona in vista delle eventuali trattative.
Qualora si verificassero le condizioni, a coordinare questa complessa operazione ci sarebbe nello specifico mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, figura di spicco e fulcro della diplomazia pontificia.
CHI È MONS. PAUL RICHARD GALLAGHER
Viene da Liverpool la massima massima autorità all’interno della macchina vaticana in termini di rapporti internazionali – fatta eccezione, naturalmente, per il Papa e il Segretario di Stato. Il settantunenne Paul Richard Gallagher si forma nel collegio San Saverio di Woolton, nel Merseyside. Ordinato sacerdote nel 1977, si sposta a Roma dove si addottora in diritto pontificio alla Pontificia accademia ecclesiastica. Dal 1984 entra nel servizio diplomatico della Santa Sede, con missioni in Tanzania, Uruguay e nelle Filippine, fino alla nomina come inviato speciale, nel 2000, presso il Consiglio d’Europa, su indicazione di Papa Wojtyla.
Arcivescovo titolare di Holdem – oggi Hoddom – dal 2004, è stato in seguito anche in Burundi, Guatemala e Australia come nunzio apostolico. Nel 2014 arriva la nomina di Papa Francesco, che lo chiama come Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali: in pratica il ministro degli Esteri della Santa Sede.
Nel 2015 è lui a firmare l’Accordo globale con cui la Santa Sede riconobbe lo Stato della Palestina, un mese dopo l’abbraccio tra Papa Francesco e Abu Mazen.
Nell’estate del 2021 il suo nome è su tutti i giornali a seguito dello scoop del Corriere della sera: è lui a consegnare all’ambasciata italiana presso la Santa Sede la scottante “nota formale” del Vaticano in cui si chiedeva di modificare il ddl Zan, a quei tempi in esame al Senato, paventando una possibile una violazione del Concordato. Un atto senza precedenti nei rapporti Stato-Chiesa.
FOCUS SU EST EUROPA E UCRAINA
Intanto cura le relazioni con gli Usa già durante la prima presidenza Trump, e dedica una particolare attenzione ai rapporti con i Paesi nell’orbita russa e in qualche modo legati ai destini di Mosca. Nella lunga lista di visite, si reca in Georgia, Azebaigian, Kazakhstan, Bielorussia, Ungheria e poco dopo l’invasione ordinata da Putin, è lui il primo inviato della Santa Sede a Leopoli e Kiev.
A inizio aprile gli ultimi contatti diretti con l’omologo russo, il ministro degli Esteri Lavrov, in una telefonata dedicata “al quadro generale della politica mondiale, con particolare attenzione alla situazione della guerra in Ucraina e ad alcune iniziative volte a fermare le azioni belliche”, nata su iniziativa del Vaticano, come fece sapere il Cremlino.
Se n’è parlato anche negli ultimi giorni, a seguito della visita di JD Vance e Marco Rubio in Vaticano. Gallagher ha presenziato al fianco del pontefice, per poi tenere un’udienza privata con il vicepresidente USA.