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Valditara

In cosa consiste la circolare di Valditara che vieta i cellulari a scuola

Cellulari a scuola, la circolare di Valditara estende il divieto anche alle superiori. Ecco in cosa consiste la stretta  

Arriva il “lucchetto digitale” anche per le tasche degli studenti delle superiori. Ieri il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara ha firmato una nuova circolare che estende il divieto, già in vigore per il primo ciclo per i ragazzi fino ai 14 anni, all’uso del cellulare in classe.

PERCHÉ IL DIVIETO

Fulcro della circolare è la supposta urgenza di arginare “gli effetti negativi, ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica” di un uso sconsiderato del cellulare: si parla di calo dei punteggi PISA, di “sintomi da astinenza” e di adolescenti incapaci di staccarsi dal display.

A sostegno della stretta vengono citati tre autorevoli studi – commissionati dall’OCSE, dall’OMS e dall’Istituto Superiore di Sanità – che denunciano un quadro preoccupante, con un quarto degli studenti affetto da dipendenza dai social media, con ripercussioni su sonno, concentrazione, relazioni e performance scolastiche.

IN CHE COSA CONSISTE LA CIRCOLARE DI VALDITARA

“Si dispone anche per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo del telefono cellulare durante lo svolgimento dell’attività didattica e più in generale in orario scolastico” recita la circolare del Ministero, rivolta ai dirigenti scolastici delle istituzioni secondarie di secondo grado e ai coordinatori didattici delle scuole paritarie.

Valditara chiede di aggiornare «i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa prevedendo per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo dello smartphone durante l’orario scolastico anche a fini didattici, nonché specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto». L’individuazione delle misure organizzative per garantire il rispetto della norma è rimessa all’autonomia scolastica.

LE ECCEZIONI AL DIVIETO AI CELLULARI

Pur introducendo un divieto generalizzato, la circolare sancisce alcune deroghe.

L’uso è infatti consentito ai ragazzi “nei casi in cui lo stesso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento ovvero per motivate necessità personali”. Fanno eccezione anche gli indirizzi tecnici dedicati a informatica e telecomunicazioni, sempre che il sia “strettamente funzionale” alle lezioni.

Restano liberi pc, tablet e lavagna elettronica “a supporto dell’innovazione dei processi di insegnamento e di apprendimento”, secondo le modalità definite dalle scuole.

SOLO MISURE RESTRITTIVE?

Numerose voci critiche hanno bollato la circolare come un palliativo privo di strumenti concreti: vietare il cellulare senza predisporre percorsi di educazione digitale significherebbe spingere gli studenti a nascondere il telefono nello zaino anziché insegnare loro un uso consapevole; l’autonomia lasciata ai singoli istituti rischia di generare regole disomogenee e iniquità tra scuole; infine, le eccezioni – dai piani individualizzati agli indirizzi tecnici – appaiono talmente ampie da trasformare il divieto in un “tappo” applicato a intermittenza. Anche l’opposizione mette in guardia: senza un piano didattico strutturato, la stretta rischia di restare una semplice imposizione regolamentare, anziché un’occasione per responsabilizzare davvero i ragazzi.

La circolare tuttavia prova a non limitarsi a misure restrittive. Il ministro Valditara ribadisce la necessità di “rafforzare le azioni finalizzate a educare all’uso responsabile e consapevole dello smartphone e degli altri strumenti digitali” e di dedicare particolare attenzione alla “diffusione dell’Intelligenza Artificiale, ivi inclusi i suoi impieghi nelle attività didattiche e nei processi di apprendimento”. Viene inoltre richiamato il decreto ministeriale n. 183 del 7 settembre 2024, che contiene le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, quali strumenti per promuovere una cittadinanza digitale attiva e informata.

 

 

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