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20 anni di Youtube: com’è cambiata la videoteca mondiale

Il 14 febbraio 2005 nasceva YouTube, una piattaforma destinata a cambiare per sempre il modo in cui il mondo consuma e condivide contenuti video. Vent’anni dopo, YouTube è diventato il secondo sito web più visitato al mondo, un colosso dell’intrattenimento, dell’educazione, del marketing digitale e dell’industria musicale. Ma come siamo arrivati fin qui? Ripercorriamo le tappe fondamentali di questa straordinaria evoluzione.

YouTube è stato fondato nel 2005 da tre ex dipendenti di PayPal: Steve Chen, Chad Hurley e Jawed Karim. L’idea nasce dalla difficoltà di condividere video online in modo semplice e accessibile. Il primo video caricato sulla piattaforma, “Me at the Zoo” di Jawed Karim, è ancora visibile e rappresenta una testimonianza storica dell’inizio di una nuova era.

Nel novembre 2006, Google acquisì YouTube per 1,65 miliardi di dollari in azioni, un investimento che si rivelò estremamente proficuo. Da quel momento, la piattaforma iniziò a crescere esponenzialmente, diventando il punto di riferimento per la creazione e la fruizione di contenuti video.

COM’È CAMBIATO YOUTUBE

Nel corso degli anni, YouTube ha introdotto una serie di innovazioni che hanno trasformato la piattaforma, adattandosi ai cambiamenti del mercato e alle esigenze dei suoi utenti.

Nel 2007, ha lanciato il Programma Partner, che ha permesso ai creatori di contenuti di monetizzare i loro video, aprendo così le porte a un nuovo modello di business basato sulla collaborazione con i produttori di contenuti.

Tre anni dopo, nel 2010, la piattaforma ha fatto un grande salto in avanti introducendo il supporto per i video in HD e 4K, migliorando notevolmente la qualità visiva e offrendo agli utenti un’esperienza più immersiva e dettagliata.

Nel 2012, YouTube ha raggiunto un traguardo significativo, superando il miliardo di utenti mensili, consolidando il suo ruolo come uno dei siti web più visitati al mondo.

Un altro passo importante è stato nel 2015, quando è stato lanciato YouTube Gaming, una piattaforma dedicata al mondo del live streaming dei videogiochi, che ha saputo attrarre una nuova fetta di pubblico.

Nel 2018, YouTube ha reagito alla crescente popolarità dei video brevi, come quelli su Instagram e TikTok, con l’introduzione degli YouTube Shorts, un formato che ha visto una crescita esplosiva negli anni successivi.

Durante la pandemia di COVID-19, YouTube ha visto un boom nei contenuti educativi e informativi, diventando una risorsa fondamentale per milioni di persone in cerca di apprendimento e supporto in un periodo di grande incertezza globale. Questi cambiamenti hanno reso YouTube una piattaforma sempre più completa, capace di adattarsi alle nuove tendenze e alle necessità del suo pubblico.

YOUTUBE OGGI

Secondo i dati di Statista,  nel 2024 YouTube ha registrato oltre 2,5 miliardi di spettatori a livello globale. A gennaio l’India contava di gran lunga il maggior numero di utenti su YouTube, con quasi 476 milioni di utenti, seguita dagli Stati Uniti con 240 milioni di utenti sulla piattaforma, che rimangono il mercato più grande in cui la piattaforma è attiva.

Il valore del brand viene quantificato in 31,7 miliardi di dollari ed è il secondo in più rapida crescita al mondo tra le 100 aziende più valutate. Nel valutare l’attività di YouTube, bisogna considerare inoltre che le vendite dirette sono solo una parte del suo successo finanziario: il settore pubblicitario rappresenta circa il 10% delle entrate dell’azienda ed è uno dei marchi di punta gestiti dal colosso di Internet, subito dopo i servizi di Google Cloud. Nel frattempo, gli abbonati a YouTube Music e YouTube Premium hanno raggiunto 100 milioni di utenti paganti nel 2024. YouTube ottiene anche ricavi da accordi di licenza con case discografiche, studi cinematografici e altre entità per ospitare i loro contenuti sulla piattaforma, oltre ad aver aumentato negli ultimi anni le collaborazioni con brand per la creazione di contenuti sponsorizzati.

Nel 2021, Baby Shark Dance è diventato il primo video su YouTube a superare i 10 miliardi di visualizzazioni, strappando il titolo di video più visto di tutti i tempi a Despacito, che deteneva il precedente record. Ad oggi, Baby Shark Dance ha quasi 14 miliardi di visualizzazioni totali su YouTube.

LE CONTROVERSIE

In questi due decenni non sono mancate le controversie, dalla moderazione dei contenuti alle preoccupazioni sulla privacy e sulla disinformazione, fino all’accusa di causare disturbi mentali nei giovani.

Una delle questioni più rilevanti riguarda la diffusione di teorie del complotto e informazioni false, in particolare durante eventi significativi come le elezioni politiche e la pandemia di COVID-19. I casi di disinformazione sono numerosi e comprendono teorie negazioniste riguardo il cambiamento climatico e la stessa pandemia, situazioni che hanno sollevato preoccupazioni sul ruolo di YouTube come veicolo per contenuti dannosi.

Un’altra grande sfida riguarda la moderazione dei contenuti. Trovare un giusto equilibrio tra il rispetto della libertà di espressione e la necessità di rimuovere contenuti inappropriati è una delle questioni più complesse per YouTube. La piattaforma è stata accusata, da un lato, di censurare alcuni contenuti politici, e dall’altro, di non fare abbastanza per fermare la diffusione di discorsi d’odio e contenuti violenti. Una questione caldissima e ancora lontana dall’essere risolta, prova ne sia il recente rifiuto di Google di applicare i termini sul fact-checking proposti dall’Unione Europea.

Inoltre, numerosi creatori di contenuti hanno sollevato lamentele riguardo ai cambiamenti dell’algoritmo, che spesso penalizzano alcuni tipi di video in favore di altri, senza offrire spiegazioni chiare sulle decisioni prese. Inoltre, il fenomeno della demonetizzazione, che ha colpito tanti youtuber, ha messo in difficoltà economica molti di loro, rendendo più difficile per alcuni creator sostenere il loro lavoro su YouTube.

Le preoccupazioni sulla sicurezza per i minori sono un altro tema di grande importanza. L’utilizzo della piattaforma da parte di bambini ha sollevato interrogativi sulla protezione dei dati e sull’esposizione a contenuti non appropriati. Un caso emblematico riguarda i commenti inappropriati lasciati su video che coinvolgono bambini, un problema che ha portato a modifiche nelle politiche di gestione dei contenuti per minori, per cercare di garantire una maggiore sicurezza online.

Di vitale importanza è infine la disputa sui diritti d’autore e il sistema Content ID, al centro di vari scontri tra YouTube, i creatori di contenuti e le grandi aziende. Il sistema, che consente ai titolari di diritti d’autore di monitorare l’uso dei loro contenuti sulla piattaforma, è stato criticato per il suo impatto sui piccoli creatori, che si sono trovati spesso a dover fare i conti con limitazioni e blocchi automatici dei loro video, a favore delle grandi case di produzione.

I COMPETITOR DI YOUTUBE

Negli ultimi anni, YouTube si è trovato a fronteggiare una crescente concorrenza da parte di diverse piattaforme emergenti e social media, ognuno con un proprio pubblico e caratteristiche uniche che hanno cambiato il panorama dei contenuti video online. Tra i principali rivali, TikTok è senza il più temibile. Con la sua formula basata su video brevi, la piattaforma cinese si è imposto tra le giovani generazioni, che prediligono contenuti veloci e altamente coinvolgenti. Come detto, la popolarità di TikTok è una delle principali ragioni che hanno spinto YouTube a sviluppare il proprio formato per video brevi, gli YouTube Shorts, nella speranza di competere con questo fenomeno globale. Ma la battaglia tra TikTok e YouTube si inserisce in un contesto più ampio di rivalità geopolitica tra Stati Uniti e Cina, che si estende dal commercio alla tecnologia, ai diritti digitali. La competitività tra queste piattaforme potrebbe definire in che modo i contenuti digitali verranno consumati nel prossimo decennio, influenzando anche la politica internazionale e la libertà di espressione in internet.

Un altro competitor di rilievo è Instagram Reels, che ha replicato l’approccio di TikTok, sfruttando la vasta base utenti di Instagram, una delle piattaforme social più popolari al mondo. Reels si è rapidamente affermato come un formato fondamentale per i video brevi, consolidandosi come una delle principali alternative a YouTube.

Nel campo dei live streaming, Twitch è diventato il punto di riferimento per gli appassionati di videogiochi, rubando una porzione consistente del pubblico di YouTube, che storicamente dominava questo settore. Acquisito da Amazon, Twitch ha offerto una piattaforma di streaming più focalizzata sulle esigenze dei gamer, diventando anche il luogo preferito per eventi di eSports e altri contenuti in diretta.

Facebook Watch è un altro competitor che ha cercato di sfruttare la potenza di Facebook per offrire contenuti video. Sebbene non sia ancora al livello di YouTube, Watch ha comunque attratto una buona parte del pubblico grazie alla rete di utenti di Facebook, offrendo una vasta gamma di contenuti video, da quelli professionali a quelli generati dagli utenti.

Anche Vimeo, pur essendo una piattaforma di nicchia, ha trovato la sua area di successo, soprattutto tra i creativi e i professionisti che cercano alta qualità nei contenuti e un’esperienza senza pubblicità invasive. Vimeo si distingue per la sua offerta di contenuti premium, orientata a un pubblico che preferisce un’utenza più selezionata e servizi avanzati per la condivisione e la monetizzazione.

Rumble, infine, è una piattaforma emergente che sta attirando l’attenzione dei creatori di contenuti insoddisfatti delle politiche di moderazione di YouTube. Fondata nel 2013, Rumble ha ottenuto popolarità soprattutto grazie alla sua politica di “libertà di espressione” meno restrittiva, che attrae coloro che si sentono limitati dalle politiche di censura di YouTube. Inoltre, il suo modello di monetizzazione si presenta come un’alternativa più vantaggiosa rispetto ad AdSense, attirando molti creator. Rumble sta crescendo rapidamente, attirando investimenti significativi e creando alleanze con media indipendenti, ponendo una seria minaccia al predominio di YouTube, soprattutto nei contenuti video di lunga durata.

YOUTUBE E LA SFIDA DELL’IA

A queste sfide si aggiunge un altro importante fattore: l’intelligenza artificiale (IA), che sta rapidamente trasformando il panorama della creazione e distribuzione di contenuti video. YouTube sta adottando sempre più soluzioni basate su IA per migliorare la personalizzazione dei contenuti e l’efficienza nella moderazione dei video. Tuttavia, l’IA rappresenta anche una sfida significativa, non solo per le questioni tecniche legate all’accuratezza degli algoritmi e alla gestione dei contenuti, ma anche sotto il profilo etico. Le preoccupazioni riguardano la possibilità che gli algoritmi favoriscano determinati tipi di contenuti a discapito di altri, riducendo la visibilità di alcuni creatori o, al contrario, amplificando contenuti controversi o dannosi. Inoltre, c’è il rischio che l’adozione massiva dell’IA possa portare a una maggiore automazione dei processi decisionali, limitando la trasparenza e la responsabilità, che sono cruciali per mantenere la fiducia degli utenti e dei creatori.

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