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Venti Stati membri firmano un non paper sul “Rapporto Draghi”: quali sono e cosa chiedono

Non Paper Draghi

Il non-paper firmato da 20 Stati membri che chiedono alla nuova Commissione europea di stimolare la competitività concentrandosi sulla qualità delle regole e sulla quantità

Un nuovo slancio alla competitività dell’economia europea. A promuoverla non è solo l’ultimo rapporto di Mario Draghi ma anche un non-paper presentato e sottoscritto da venti Stati membri dell’Ue. Un documento che declina la ricerca di maggiore competitività nel superamento di un certo, farraginoso, approccio burocratico in seno all’Ue.

NON-PAPER: COME TASTARE IL TERRENO SENZA ESPORSI TROPPO

Ma prima di tutto, cos’è un non-paper? Un non-paper, come riporta il Dipartimento per gli Affari Europei, è un documento, anche noto come aide-mémoire, che viene fatto circolare in maniera ufficiosa a scopo esplorativo, per tastare il terreno su potenziali accordi senza che chi lo presenta debba pronunciarsi ufficialmente sulle questioni in discussione. I non-paper sono usati se uno oppure, come in questo caso, più Stati membri, vogliono proporre un nuovo tipo di regolamento. Far circolare un “documento informale” tra i diversi Stati membri serve a creare una prima base di consenso prima di procedere con una proposta ufficiale.

COSA C’È SCRITTO NEL NON PAPER DEI 20 STATI MEMBRI

Obiettivo dichiarato del non-paper è inserirsi nel dibattito sul miglioramento della competitività europea portando all’attenzione della nuova Commissione Von der Leyen alcuni punti cruciali. “Migliorare le condizioni per fare impresa all’interno dell’UE deve essere la massima priorità per la nuova Commissione. Il nostro vantaggio competitivo fondamentale – il mercato unico – deve quindi essere al centro delle nostre idee e azioni sulla competitività”, si legge nel non-paper. Se l’obiettivo è il medesimo dei rapporti recentemente pubblicati da Enrico Letta e da Mario Draghi, gli estensori del non-paper chiedono alla Commissione di “definire azioni concrete a breve e medio termine per agevolare commercio di frontiera”.

QUALI SONO I 20 STATI MEMBRI CHE HANNO FIRMATO IL NON PAPER

I venti stati che hanno firmato il non paper con cui si chiede un nuovo slancio per la strategia della competitività europea sono: Austria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia. Il nostro paese, quindi, non figura nell’elenco di quanti vorrebbero fare un passo in più rispetto al report scritto da Mario Draghi.

 MIGLIORARE IL MERCATO UNICO SENZA CONCENTRARSI SULLA QUANTITÀ DI REGOLE

Il messaggio che mandano alla nuova Commissione richiede di “migliorare il mercato unico” concentrandosi “sulla qualità, sulla coerenza e sull’attuazione, piuttosto che sulla quantità di regole”. Quindi, meno regole e più condivise. I firmatari chiedono, inoltre, all’Ue di farsi garante di “un ambiente normativo trasparente” ritenuto un “fondamentale prerequisito per il corretto funzionamento del mercato unico”. Tale compito è sulle spalle degli Stati membri e soprattutto della Commissione che sono sollecitati a utilizzare “tutti gli strumenti a loro disposizione, sia formali che informali, per garantire il rispetto delle regole del mercato unico semplice, prevedibile, unificato e applicato diligentemente”.

MERCATO UNICO ASSET DELLA COMPETITIVITÀ EUROPEA

Asset principale della competitività europea, secondo, i 20 che hanno sottoscritto il non-paper, è il mercato unico. “Mercato cioè la libertà di circolazione, soprattutto nei settori dei beni e dei servizi, dove ancora esiste significativa frammentazione e divergenza tra le norme nazionali – si legge nel documento -. In generale, la priorità dovrebbe essere data alla semplificazione e all’ulteriore armonizzazione delle norme dell’UE e, dove fattibile, l’applicazione del principio del reciproco riconosciment”. Quest’ultimo stabilisce che i paesi dell’Unione non possono vietare la vendita sul loro territorio di merci che sono legalmente commercializzate in un altro paese dell’Unione.

SEMPLIFICARE LE CONDIZIONI PER FARE IMPRESA

Dunque, la ricetta per la competitività dei 20 firmatari passa per un mercato interno più unito e per una più poderosa spinta verso la semplificazione. “La nuova Commissione dovrebbe semplificare le condizioni per fare impresa e continuare a ridurre la burocrazia soprattutto attraverso la semplificazione e la digitalizzazione delle procedure, compreso un maggiore utilizzo dei dati, che vadano oltre l’annunciata riduzione del 25% segnalati – scrivono i paesi che hanno sottoscritto il documento -. La digitalizzazione svolgerà inevitabilmente un ruolo significativo come facilitatore della libera circolazione”.

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