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AI e big tech: come si preparano alla guerra dei microchip

Garante Openai

L’intelligenza artificiale ha bisogno di microchip: da OpenAI a Meta tutte le mosse per accaparrarseli 

L’intelligenza artificiale ha bisogno di microchip. La smaterializzazione del sapere (e anche del lavoro) che l’intelligenza artificiale sta operando si scontra con le necessità materiali degli strumenti sui quali si appoggia. Un limite fisico non superabile. Lo sanno bene i numeri uno delle big tech che stanno siglando accordi e predisponendo investimenti per evitare di rimanere a corto di chip e microchip, mattoni indispensabili per gli strumenti di intelligenza artificiale.

OPENAI VUOLE DIVENTARE INDIPENDENTE NELLA PRODUZIONE DI MICROCHIP

OpenAI, la società produttrice di ChatGPT, sta lavorando all’apertura di una startup specializzata nella produzione di semiconduttori. Sam Altman, il Ceo di OpenAi, con la nuova società vorrebbe soddisfare le necessità crescenti di semiconduttori da parte di OpenAI. L’obiettivo, come riportano le anticipazioni diffuse dal Financial Times, è ridurre la sua dipendenza da Nvidia, colosso mondiale nella produzione di chip e microprocessori.

AI E MICROCHIP: ALTMAN VUOLE SFIDARE NVIDIA

Altman, secondo quanto riportato dal Financial Times, ha parlato con alcuni degli investitori più ricchi per promuovere il finanziamento del nuovo ambizioso progetto per sviluppare i chip per addestrare e costruire modelli di intelligenza artificiale sempre più avanzati. Le indiscrezioni del FT non hanno chiarito che la nuova società diventerà un ramo d’azienda di OpenAI o sarà slegata dalla “casa madre” e sarà autonoma sul mercato.

I COLLOQUI DI ALTMAN: DAGLI EMIRATI ARABI A TAIWAN

Il giro di colloqui ha coinvolto anche investitori negli Emirati Arabi Uniti, tra cui lo sceicco Tahnoon bin Zayed al-Nahyan, una delle figure più ricche e influenti di Abu Dhabi fratello del presidente Mohammed bin Zayed al-Nahyan e presidente di alcuni tra i più importanti fondi di investimento sauditi come l’Abu Dhabi Investment Authority (da 800 miliardi di dollari) e ADQ, un altro ente di investimento statale. Inoltre, è a capo della International Holding Company, la più grande società quotata negli Emirati Arabi Uniti, e di G42, una società di intelligenza artificiale che ha una partnership proprio con Microsoft e OpenAI. Altaman starebbe battendo anche la pista dell’estremo oriente, avrebbe avuto un contatto con il produttore di chip taiwanese Taiwan Semiconductor Manufacturing Co per proporgli una partnership nella fabbricazione di chip.

QUANTO COSTA PRODURRE CHIP E MICROCHIP?

La produzione di questi strumenti altamente tecnologici è molto costosa. A fare volare le cifre questi investimenti due fattori cruciali. Da un lato il competitor, l’azienda con la quale ogni nuovo soggetto deve confrontarsi, Nvidia, ha una capitalizzazione di mercato di quasi 1,5 trilioni di dollari. Dall’altro negli ultimi anni è schizzata la richiesta di microchip, divenendo il ​​prodotto più richiesto dalle start-up della Silicon Valley. Questo ha permesso a un ristretto circolo di produttori di assurgere al ruolo di playmakers nella corsa per la supremazia dell’intelligenza artificiale.

MICROCHIP: META E XAI PROVANO A FARE CONCORRENZA AD OPENAI

Ma non è solo OpenAI che sta predisponendo il suo esercito per la guerra dei chip. Meta vuole acquistare 350mila schede H100 di Nvidia da impiegare nelle proprie infrastrutture di intelligenza artificiale. Il costo dell’operazione dovrebbe aggirarsi intorno ai 9 miliardi di dollari. A raccontate la strategia lo stesso Zuckerberg. “Attualmente stiamo addestrando il nostro modello di prossima generazione Llama 3, e stiamo costruendo un’enorme infrastruttura di calcolo per supportare la nostra roadmap futura – ha detto il ceo di Meta -, il che include 350mila [NVIDIA] H100 entro la fine dell’anno – e in generale quasi 600 mila equivalenti ad H100 in termini di potenza di calcolo se includete anche le altre GPU”. Il costo dell’operazione supera agilmente i 10 miliardi di dollari. Sta investendo nella produzione di chip anche Elon Musk, fondatore di xAI, la società di intelligenza artificiale che vuole fare concorrenza a OpenAI. I finanziamenti per il suo sviluppero avrebbero toccato il miliardo di dollari.

LA COMMISSARIA VESTAGER INCONTRA LE BIG TECH PER PARLARE DI CHIP E SEMICONDUTTORI

Intanto la settimana scorsa la commissaria europea per la Concorrenza Margrethe Vestager si è confrontante con i dirigenti di alcune delle Big Tech della Silicon Valley sui temi della regolamentazione e delle politiche antitrust europee. La commissaria ha incontrato diversi amministratori delegati: Sundar Pichai di Alphabet e Google, Cristiano Amon di Qualcomm, Tim Cook di Apple, Hock Tan di Broadcom e Jensen Huang di Nvidia. Per OpenAI ha incontrato la direttrice tecnica Mira Murati e il direttore dei servizi Jason Kwon. La commissaria Vestager ha discusso dei chip “alimentano molto più della semplice transizione digitale, sono fondamentali per la nostra sicurezza economica”, con Cristiano Amon di Qualcomm e di semiconduttori con Hock Tan di Broadcom. “L’AI e i chip – ha scritto la commissaria su X – sono importanti per il futuro. Dobbiamo investire per garantire resilienza e sicurezza”.

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