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Armi a Kiev e integrazione dei Balcani: le mosse della politica estera europea

Armi A Kiev

L’UE alla prova della politica estera comune: una grande assente, che finalmente prende forma

L’Europa dice sì ad aumentare l’invio di armi a Kiev. La grande assente della politica dell’Unione Europea, una politica estera europea, sta finalmente prendendo forma. Negli ultimi due giorni da Bruxelles sono arrivate indicazioni importanti in materia di relazioni con i partner internazionali, che fanno assumere all’Europa una sola voce.

POLITICA ESTERA EUROPEA: ARMI A KIEV ASAP

La prima e più discussa decisione arriva sull’ASAP, l’Atto europeo a sostegno della produzione di munizioni. L’Europarlamento riunito il 1° giugno, con una procedura d’urgenza, ha detto sì al mandato negoziale sul piano Ue per accelerare la produzione di munizioni ‘Made in Europe’, presentato dalla Commissione europea lo scorso 3 maggio. L’obiettivo è uno di quelli con cui Bruxelles non ha familiarità: produrre più armi, almeno un milione di munizioni all’anno. In parte saranno destinate all’Ucraina ma in parte andranno a rifondere le scorte degli Stati membri che stanno aiutando Kiev.

IL PIANO DELLA DIFESA UE DA 2,5 MILIARDI DI EURO

La votazione ha causato non pochi problemi. Prima di tutto per l’idiosincrasia comunitaria rispetto anche solo all’idea della costituzione di una difesa europea comune che andasse oltre i proclami di massima. Non ha incontrato questi ostali l’ASAP passato con 446 voti a favore, 67 contrari e 112 astenuti. Il “Piano per la difesa” europea proposto dal commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton e dall’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, viaggia su tre binari. Da un lato c’è l’investimento di 1 miliardo di euro (attraverso lo strumento europeo per la pace) per la fornitura immediata di munizioni a Kiev da sottrarre alle scorte degli Stati membri. Poi l’UE impiegherà un altro miliardo di euro per gli acquisti congiunti di armi. Infine il voto di ieri che prevede un aumento della capacità di produzione bellica a livello europeo, che vale non meno di 500 milioni di euro.

LE RESISTENZE INTERNE AL PD AL VOTO SUL FINANZIAMENTO DELLE ARMI A KIEV

L’approvazione dell’ASAP hai incontrato resistenze interne. Solo due giorni fa la segretaria del Pd Elly Schlein dichiarava la sua contrarietà a finanziare la costruzione di armi distraendo fondi dal Pnrr, ma il Parlamento Europeo ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dal gruppo dei Socialisti e democratici (S&D). La Commissione europea ha spiegato che “non ci sono obblighi” di utilizzare i fondi del Pnrr, ma lascia agli Stati membri la possibilità di mobilitare gli strumenti finanziari che preferiscono, anche i fondi del Pnrr.

COME SI È SPACCATO IL FRONTE PROGRESSISTA SULLA DIFESA UE E SULLE ARMI A KIEV

Su questo voto la galassia progressista si è spaccata. Hanno espresso un voto contrario tutti i componenti della delegazione del M5s e dei Verdi mentre si sono astenuti Pietro Bartolo (Democrazia Solidale), Camilla Laureti, Franco Roberti e Achille Variati del PD e l’ex M5s Giarrusso. Hanno votato a favore, invece, il capodelegazione Pd Brando Benifei, Irene Tinagli, Paola Picierno, l’ex ministro Paolo De Castro, Daniela Rondinelli, Alessandra Moretti e Patrizia Toia.

NUOVO PIANO DI CRESCITA PER I BALCANI

Sono arrivate indicazioni molto importanti anche in merito alla situazione nei Balcani Occidentali. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che l’Ue sta preparando un nuovo piano di crescita per i Balcani Occidentali. “Avvicinarli al Mercato unico dell’Ue, approfondire l’integrazione economica regionale, accelerare le riforme fondamentali e aumentare i fondi di pre-adesione”. Sono questi i quattro pilastri su cui si basa la strategia europea che vuole sedare la recrudescenza di conflitti che solo pochi decenni fa hanno riportato la guerra nel cuore dell’Europa. Rientrano in questa strategia anche l’aumento dei finanziamenti preadesione per aumentare la “fiducia degli investitori”, ha detto von der Leyen.

LA POLITICA ESTERA EUROPEA, NON SOLO ARMIA KIEV: L’UE VUOLE SEDARE LE TENSIONI NEL KOSOVO

Una rapida azione dell’UE è quanto mai necessaria considerando che dallo scorso 26 maggio sono in atto scontri nel nord del Kosovo per via delle proteste di frange violente della minoranza serba a causa dell’insediamento dei neoeletti sindaci di Zubin Potok, Zvečan, Leposavić e Kosovska Mitrovica. Gli scontri hanno coinvolyo anche le forse del Kfor causando il ferimento di 30 soldati, tra i quali 11 italiani. “Le recenti tensioni sono preoccupanti – ha detto Ursula von der Leyen, mi associo agli appelli rivolti a tutte le parti ad abbandonare lo scontro e ad adottare misure urgenti per ristabilire la calma”. Ragion per cui il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha deciso di dispiegare nel Paese balcanico 700 truppe aggiuntive della forza militare internazionale Kfor.

LA STRATEGIA ENERGETICA EUROPEA NEI BALCANI

Al cuore della strategia europea c’è la questione energetica. “La regione dei Balcani Occidentali ha un enorme potenziale di diversificazione dai combustibili fossili russi“ ma “deve aumentare l’efficienza energetica, intensificare la diversificazione e accelerare la diffusione di un maggior numero di energie rinnovabili”. In questo lavorerebbe per rendersi indipendente dalla Russia e si allineerebbe agli standard europei.

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