Il 6 agosto ricorre l’ottantesimo anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e, pochi giorni dopo, il 9 agosto si ricorda la tragedia di Nagasaki
Ottant’anni dopo Hiroshima, il mondo non ha ancora disinnescato la minaccia nucleare, ha solo imparato a nasconderla meglio. Siamo ora immersi in una nuova corsa agli armamenti nucleari: più silenziosa, più sofisticata e soprattutto, più globale.
LE POTENZE NUCLEARI UFFICIALI: IL CLUB DEI NOVE
I dati sugli arsenali nucleari mondiali, forniti dalla Federation of American Scientists (FAS) parlano chiaro: nel 2025, nove paesi detengono ufficialmente armi nucleari. Stati Uniti e Russia rimangono le due superpotenze atomiche, controllando circa il 90% dell’arsenale globale (3.700–4.300 testate ciascuno). La Cina, sempre più determinata a espandere il proprio arsenale, ha circa 600 testate e un programma di modernizzazione che preoccupa sia Washington che Mosca. Francia e Regno Unito, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU, mantengono arsenali più contenuti – rispettivamente 290 e 225 testate. India e Pakistan, storici rivali, dispongono ciascuno di circa 180–170 testate, con strategie nucleari incentrate sulla deterrenza reciproca. Israele, pur non avendo mai confermato ufficialmente il proprio arsenale, è considerato uno stato nucleare latente, con circa 90 testate. Infine, la Corea del Nord, che ha abbandonato il Trattato di Non Proliferazione (NPT) nel 2003, possiede un arsenale stimato tra le 40 e le 60 testate, continuando a sviluppare missili balistici intercontinentali.
SULLA SOGLIA: CHI POTREBBE ARMARSI DOMANI CON LA BOMBA NUCLEARE
Oltre al club ufficiale delle potenze nucleari, esistono Stati che si trovano sulla “soglia nucleare”: Paesi dotati della tecnologia e delle risorse necessarie per costruire un’arma atomica in tempi relativamente brevi. Come scrive l’analista Agnese Rossi nel suo approfondimento “Proliferazione senza deterrenza o della bomba di Schrödinger” pubblicato su Limes, il caso più citato è quello dell’Iran, che, dopo l’abbandono dell’accordo sul nucleare (JCPOA), ha accumulato uranio arricchito oltre il 60%, avvicinandosi così alla soglia tecnica per lo sviluppo di un’arma nucleare, sebbene non ci siano prove definitive di una decisione in tal senso. Paesi come Giappone, Germania, Corea del Sud e il Brasile rientrano tra gli Stati a latenza nucleare: civili, industrializzati e dotati di infrastrutture e competenze sufficienti a sviluppare un’arma nucleare entro pochi anni, qualora decidessero di farlo.
IL PARADOSSO DELLA DETERRENZA NUCLEARE
La logica della “mutua distruzione assicurata” (MAD) che ha dominato durante la Guerra Fredda ha effettivamente contribuito a evitare l’uso diretto delle armi nucleari, mantenendo una pace armata fondata sul terrore reciproco. Ma oggi, quello stesso equilibrio si sta incrinando. Gli arsenali sono in espansione, i rischi di conflitto – volontario o accidentale – aumentano, e l’infrastruttura diplomatica che regolava la deterrenza nucleare si sta sgretolando. Il Trattato di Non Proliferazione (NPT) è sempre più sotto pressione, e diversi accordi bilaterali tra Stati Uniti e Russia sono stati sospesi o abbandonati, lasciando un vuoto normativo sempre più difficile da colmare.
Un’alternativa al paradigma della deterrenza è stata proposta dal Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW), adottato nel 2017 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e in vigore dal 2021. Firmato da oltre 90 Paesi (ma non dalle potenze nucleari), il trattato mira a vietare in modo assoluto lo sviluppo, il possesso e l’uso di armi atomiche, sancendo per la prima volta un chiaro divieto giuridico internazionale.
MEMORIA E FUTURO
Hiroshima e Nagasaki restano simboli vividi del potenziale distruttivo dell’umanità. Nonostante i progressi e le speranze riposte nel disarmo, la minaccia atomica non è mai scomparsa: è rimasta silente, ma presente. Alla vigilia dell’ottantesimo anniversario, la domanda resta aperta: il mondo si sta davvero avvicinando a un disarmo effettivo, oppure sta lentamente scivolando verso una nuova era di possibile impiego delle armi nucleari? Finché la pace si regge sull’equilibrio del terrore, la minaccia atomica continuerà a proiettare la sua ombra sul futuro.