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Aule vuote. Così il Covid ha bloccato l’apprendimento

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Scuole chiuse e aule tristemente deserte e silenziose in tutto il mondo. Per circa il 60% degli studenti la cessazione delle lezioni in presenza e il ricorso alla Dad ha provocato un impatto negativo sull’apprendimento

Sono 168 milioni gli studenti in tutto il mondo che nell’ultimo anno, causa pandemia, hanno smesso di andare a scuola. Dove s’è potuto s’è sostituito con la “famigerata” Dad. Altrove nemmeno con quello. Non è un caso che, secondo un sondaggio condotto dall’University of Colorado di Boulder, l’83.6% degli studenti intervistati pensa che la pandemia da Covid- 19 abbia fortemente influenzato l’ambiente scolastico, nello specifico addirittura il 58.2% pensa che abbia avuto un impatto negativo sulla qualità dell’apprendimento: ad esempio, il 76.8% ha più difficoltà a svolgere i compiti.

I DANNI DELLE AULE DESERTE

L’impossibilità di avere contatti ravvicinati con i propri compagni e di non poter uscire, ha portato il 38% degli studenti a sentirsi più stressati anche nell’ambiente casalingo; di conseguenza, è emersa una maggiore preoccupazione verso la propria salute mentale (44.9%) e fisica (42.6%). Un fenomeno, quello della didattica e corsi online, sempre più diffuso e che oltre agli studenti nell’ultimo anno ha coinvolto sempre più adulti: a confermarlo è un recente studio della Shangai University, secondo il quale l’88% di un campione di 6000 adulti ha dichiarato di essere coinvolto nell’apprendimento online, con un aumento del 27% rispetto al 2018. Coloro che dedicano più di 5 ore alla settimana alla formazione online sono aumentati del 17%, quelli che passano dalle 3 alle 5 ore settimanali sono aumentati dell’11%, mentre gli adulti che dedicano meno di 3 ore a settimana sono passati dal 76% al 50,2%: una modalità didattica che nel 2020 ha raggiunto il suo apice, ma che è probabilmente destinata a permanere, e che amplifica ancor più la necessità di costruirsi un solido metodo di apprendimento.

LA TELEDIDATTICA È PER ADULTI?

Secondo uno studio condotto dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, in Belgio, nella seconda metà di marzo 2020 il numero di partecipanti a corsi di formazione online è stato 4 volte superiore rispetto allo stesso periodo nel 2019. Inoltre, in Canada, Francia, Italia, Regno Unito e Stati Uniti, le ricerche in rete correlate a online learning e e-learning sono aumentate di 4 volte tra fine marzo e inizio aprile 2020.

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Tra i motivi che hanno avvicinato il target degli adulti al mondo dell’apprendimento online ci sono, ad esempio, la flessibilità di poter usufruire dei corsi in qualsiasi momento e luogo, e l’autogestione in base ai propri impegni lavorativi e personali. Un altro fattore a cui gli adulti fanno attenzione è il costo dei seminari, sicuramente inferiore rispetto ad altre opportunità formative dal vivo. Infine, per ultimo, ma non meno importante, bisogna considerare anche la possibilità di un avanzamento di carriera e l’assunzione di nuove e rilevanti soft skills. Una grande opportunità per crescere dal punto di vista formativo ed acquisire quelle competenze per ambire a nuove gratificanti possibilità professionali.

“Se oggi la parola studente ci richiama ancora l’immagine di un ragazzino con la cartella sulle spalle che va a scuola, è importante realizzare che oggi – e sempre di più in futuro – saremo in realtà studenti tutta la vita, indipendentemente dal fatto di frequentare ancora fisicamente la scuola. Studenti per sempre, ma studenti capaci e autoregolati”, ci ha detto Massimo De Donno, ideatore di Genio in 21 Giorni, corso di formazione sul metodo di studio personalizzato e fondatore di GenioNet.

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“La formazione specifica sul metodo di studio personalizzato ha lo scopo di rendere gli studenti auto-regolati, capaci di attivarsi autonomamente nei processi di apprendimento con un grande coinvolgimento emozionale, motivazionale e metacognitivo. Le capacità di autoregolazione includono le tecniche di apprendimento strategico, l’organizzazione, la gestione del tempo, il problem solving e la gestione di stati emotivi improduttivi, come ansia, stress e frustrazione”, ha concluso De Donno.

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