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Censura bielorussa: ritirati gli accrediti ai giornalisti stranieri

Bielorussia

In Bielorussia le autorità hanno ritirato gli accrediti a diversi giornalisti stranieri, tra cui AFP, BBC, Reuters e AP, alla vigilia di un’altra grande manifestazione organizzata dall’opposizione che si è tenuta ieri

Continua la repressione in Bielorussia. Dopo l’arresto di diversi esponenti dell’opposizione, è ora il turno dei giornalisti stranieri a essere presi di mira. Le autorità hanno ritirato l’accredito ad alcuni di loro alla vigilia di un’altra grande manifestazione che si è tenuta ieri per contestare ancora una volta i risultati delle elezioni presidenziali del 9 agosto.

Secondo il portavoce della diplomazia bielorussa, Anatoly Glaz, questa decisione è stata presa sulla base di una raccomandazione della commissione interministeriale per la lotta all’estremismo e al terrorismo. Non ha specificato quanti giornalisti sono stati interessati da questo provvedimento.

Per Svetlana Tikhanovskaya, la candidata che contesta la vittoria a Lukashenko, questa decisione è “un altro segno che il regime è moralmente in bancarotta e che cerca di mantenere il potere solo attraverso la paura e l’intimidazione”.

IL TWEET DI GENTILONI

Se dalla Russia continuano le manifestazioni di sostegno al Paese, sono arrivate condanne dall’Europa. “Quando un governo manda via i giornalisti stranieri c’è da preoccuparsi”, ha commentato con un tweet il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

LE REAZIONI DEI GIORNALISTI

“Il ministero degli Esteri bielorusso mi ha chiamato e mi ha informato che il mio accredito e quello di un mio collega corrispondente della BBC era stato cancellato. Mi hanno chiesto di restituirlo”, ha detto la giornalista Tatyana Melnichuk ad AFP.

“Condanniamo con la massima fermezza questo soffocamento del giornalismo indipendente”, ha reagito un portavoce della BBC, invitando le autorità bielorusse a “revocare la loro decisione e a permettere ai giornalisti di fare il loro lavoro”.

“Togliere l’accredito ai nostri giornalisti senza motivo o giustificazione è una mossa disperata di un governo autoritario per soffocare i media indipendenti e controllare spietatamente la disponibilità di informazioni credibili in Bielorussia”, ha detto la presidente di Radio Free Europe/Radio Liberty Daisy Sindelar in un comunicato.

LE REAZIONI DELLE ISTITUZIONI STRANIERE

L’ambasciata dei Stati Uniti si è detta preoccupata del fatto che i giornalisti siano continuamente presi di mira nel Paese, denunciando anche l’interruzione dei media indipendenti e di opposizione, i blackout intermittenti su Internet e gli arresti arbitrari di cittadini pacifici. I risultati delle elezioni presidenziali sono stati respinti dall’Unione europea, che sta preparando sanzioni contro alti funzionari bielorussi. L’Ue ha inoltre esortato Lukashenko ad avviare un dialogo con l’opposizione. Il presidente bielorusso, da parte sua, si è rifiutato di fare concessioni e ha denunciato un complotto occidentale per abbatterlo.

Le prime manifestazioni in Bielorussia dopo le elezioni del 9 agosto erano state represse con la forza e avevano causato tre morti, decine di feriti e più di 7.000 persone arrestate. I giornalisti che lavorano in Bielorussia sono stati sottoposti a pressioni e ad arresti temporanei.

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