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Chi è Alice Weidel, la leader di Afd che minaccia la Dexit

Dexit

Lo spettro della Dexit torna ad agitare il dibattito in Germania dopo lo shock per l’avanzata dell’Afd alle ultime elezioni regionali.

UN PARTITO DI ESTREMA DESTRA TORNA ALLA VITTORIA IN UN LAND TEDESCO

Per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale – come annota l’Ispi in un approfondimento – un partito di estrema destra vince un’elezione in un Land tedesco. Di contro il risultato raccolto dai socialdemocratici tedeschi nell’est della Germania è fra i peggiori di sempre. All’indomani del terremoto elettorale il cancelliere Olaf Scholz prova a dettare la linea: “L’estrema destra danneggia la Germania” e va isolata. Loro ovviamente, i vincitori delle elezioni, che per la prima volta hanno raggiunto la vetta della lista in Turingia, sostengono esattamente il contrario: “Quello di Alternative fuer Deutschland è un risultato storico. Scholz dovrebbe trarre le conseguenze e fare le valigie insieme agli alleati. La gente chiede che la politica cambi. Rispettate gli elettori, i cordoni sanitari sono antidemocratici”, ha scandito col suo tono agguerrito la leader nazionale Alice Weidel.

“L’AFD NON E’ ESTREMISTA”

Parole ribadite anche oggi in un’intervista a Repubblica, nella quale rievoca appunto – anche se come extrema ratio – la Dexit. “La cosiddetta ‘Brandmauer’, la linea rossa degli altri partiti contro l’Afd è profondamente antidemocratica. Isolando l’Afd, che in Turingia e Sassonia rappresenta oltre il 30% degli elettori, e in Turingia è arrivata persino prima, si danneggia la cultura democratica nel nostro Paese”. “Senza l’Afd – sostiene Weidel – la Cdu non può fare la politica centrista e conservatrice che ha promesso in campagna elettorale. E nel medio o breve termine sparirà come la Democrazia cristiana. Noi tendiamo la mano a tutti coloro che con mezzi pacifici e democratici e rispettosi dello stato di diritto vogliano impegnarsi per il futuro del nostro Paese”.

Le aperture verso Wagenknecht mostrano “tutta la doppiezza della Cdu con l’Afd. È sufficiente uno sguardo ai nostri vicini in Austria e al fatto che ci sia un atteggiamento molto più rilassato verso la nostra alleata Fpö, per riconoscere quanto sia scandaloso questo modo di agire in una democrazia”. “L’Afd non è radicale né estremista – dice ancora – Sono accuse infondate. E nessun tribunale ha decretato che Höcke possa essere definito un ‘fascista’. L’Afd è diventato il partito preferito dai lavoratori. Mentre la Spd si è presa gli schiaffi che meritava”.

“L’EUROPA CI ASCOLTI O PUNTEREMO ALLA DEXIT”

E sulla prospettiva di tornare in Europa tra i Patrioti di Orban, commenta: “Per ora la questione non si pone. Abbiamo fondato un nostro gruppo al Parlamento europeo”. “La Dexit, l’uscita della Germania dall’Ue, per noi è un’ultima ratio – dice infine – Non vogliamo distruggere cose, le vogliamo riformare. Ma può avvenire soltanto se i nostri partner europei capiscono che devono rispettare i nostri interessi più vitali. La Germania, per sopravvivere, non ha bisogno della Ue. La Ue, al contrario, ha bisogno della Germania. La Ue dovrebbe comportarsi di conseguenza. Solo a queste condizioni un’uscita della Germania dall’Ue non si renderà necessaria”.

CHI E’ ALICE WEIDEL, LEADER DI AFD

Studi fino al dottorato in economia, esperienze da Goldman Sachs alla app di consegna cibo Foodora, conoscenza fluente del mandarino e una ammirazione politica per Margareth Thatcher: è il curriculum alle spalle di Alice Weidel, le leader quarantacinquenne di Alternative für Deutschland, come riportato dal Sole24Ore. Weidel si è imposta come leader di Afd nel 2022, dopo averne guidato il gruppo parlamentare al Bundestag nel 2017. La sua linea rispecchia e influenza quella di un partito nato come scissione dalla Cdu e slittato sempre più a destra negli anni, intrecciando una politica economica di impronta liberale a una linea aggressiva su immigrazione e rapporti con l’Islam, euroscetticismo pronunciato e vicinanza politica alla Russia di Vladimir Putin. Sui diritti civili l’approccio è conservatore e ostile alla “ideologia gender”, anche se non alle unioni civili (Weidel stessa è legata a una donna e la coppia ha due figli).

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