Sanae Takaichi, prima donna premier del Giappone è l’erede politica di Shinzo Abe e ammiratrice di Margaret Thatcher. Arriva alla guida di un governo conservatore in un momento di crisi per il Partito Liberal Democratico
Sanae Takaichi è la prima donna a guidare il Governo giapponese. Avvocato, 64anni, presidente del Partito Liberal Democratico (LDP) è considerata la “delfina” dell’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe, assassinato l’8 luglio 2022, ed estimatrice del rigorismo di Margaret Thatcher. Di estrazione sociale modesta, padre impiegato e mamma poliziotta, contrasta dalle “dinastie famigliari che hanno dominato il Partito Liberaldemocratico (PLD)” si è fatta strada nel partito fino ad acquisire la fama di essere una “lavoratrice instancabile e molto attenta a studiare con attenzione i propri dossier”, scrive Guido Alberto Casanova, ISPI Junior Research Fellow.
LA VOTAZIONE
Sanae Takaichi è stata eletta con 237 voti dai parlamentari della Camera bassa (149 i voti contrari) e confermata, alla seconda votazione, dalla camera alta, con 125 voti contro 46. Takaichi ha avuto la meglio sul rivale Yoshihiko Noda, capo del partito d’opposizione liberale Costituzionale Democratico.
PERCHÉ TAKAICHI È DIVENTATA PREMIER
Esponente delle posizioni più radicali del partito conservatore che faceva capo all’ex premier Shinzo Abe, Takaichi entra in carica con una coalizione fragile, esito di un momento politico non facile per il Giappone e per il Partito Liberal Democratico che dal 1955 guida il paese nipponico. Dopo il fallimento del governo moderato di Shigeru Ishiba — incapace di contenere l’inflazione e il caro-vita — gli elettori hanno punito il partito di Takaichi che ha perso voti anche a vantaggio del partito ultraconservatore Sanseito. Le dimissioni di Ishiba hanno spianato la strada a Takaichi, che ha vinto le primarie del PLD contro Shinjiro Koizumi, volto giovane e popolare del partito. “Takaichi avrebbe dovuto assumere anche l’incarico di prima ministra – ricorda l’ISPI -. La tradizionale nomina del capo del partito di maggioranza a capo del governo è stata però ostacolata dalla rottura della venticinquennale alleanza del PLD con Komeito, il partito d’ispirazione buddhista”. A far pendere la bilancia dalla parte di Takaichi la divisione delle forze di opposizione, difatti “il piccolo partito riformista di destra Nippon Ishin ha rotto i ranghi e negoziato un accordo di governo con il PLD”.
TUTTI GLI INCARICHI DI TAKAICHI
Takaichi si dedica alla politica attiva dagli anni ’90 e nel 1993 entra per la prima volta alla Camera dei Rappresentanti (la Camera bassa) come indipendente. Negli anni ha collezionato molte vittorie (viene eletta otto volte nella Camera dei Rappresentanti) ma anche qualche sconfitta: nel 2003 resta fuori dal parlamento e assume un incarico nella facoltà di economia presso l’Università del Kansai. Persona di assoluta fiducia dell’ex premier Shinzo Abe in passato ha ricoperto i seguenti incarichi di governo:
- Ministra di Stato per la Sicurezza Economica
- Ministra per gli Affari interni e le comunicazioni
- Ministra di Stato per Okinawa e gli Affari dei Territori del Nord
- Ministra di Stato per la Scienza e la Tecnologia
- Ministra di Stato per gli Affari sociali
- Ministra di Stato per la Sicurezza alimentare
- Ministra di Stato per l’Innovazione
UNA CONSERVATRICE (ANCORA UNA VOLTA) ROMPE IL SOFFITTO DI CRISTALLO
Ancora una volta è una leader conservatrice a rompere il soffitto di cristallo e ad assumere ruoli in precedenza ricoperti solo da uomini. “Il Giappone, quarta economia mondiale, si è classificato al 118º posto su 148 paesi nel Global Gender Gap Report 2025 del World Economic Forum – scrive la NBC -. Il rapporto evidenzia che le donne rappresentano meno del 16% dei deputati nella camera bassa e solo il 10% dei ministri del governo”. Tuttavia, non c’è molto spazio per le donne nel governo di Takaichi che ha scelto solo due ministre: Satsuki Katayama, ministro delle Finanze, e Kimi Onoda, ministro della Sicurezza Economica. “Attribuisco grande importanza alle pari opportunità, alle stesse possibilità e alla partecipazione di persone provenienti da tutti i ceti sociali – ha dichiarato Takaichi in conferenza stampa martedì -. Ho formato il mio gabinetto con questa idea in mente, riunendo la forza combinata di tutte le generazioni”.
TAKAICHI ALFIERE DELLA TRADIZIONE
Takaichi si fa portavoce di istanze tradizionaliste: in passato, si è espressa a favore della sola successione maschile nella famiglia imperiale, contro la possibilità per le donne sposate di conservare il nome da nubile e contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
TAGLIO ALLE TASSE DELLE FAMIGLIE A BASSO REDDITO E SVILUPPO DEL NUCLEARE
In materia di politica economica, Takaichi ha annunciato tagli a tasse e sgravi fiscali per rafforzare i redditi delle famiglie a basso reddito e per contrastare l’inflazione; ha promesso nuove esenzioni fiscali e l’abolizione della tassa temporanea sulla benzina. La premier ha ribadito una linea di rigore per l’immigrazione. Ha, inoltre, annunciato aumenti salariali per il personale sanitario e assistenziale. Tra le priorità del suo premierato c’è lo sviluppo di fonti energetiche nazionali, tra cui il nucleare di nuova generazione.
TAKAICHI LA TRUMPIANA?
Nel suo primo discorso davanti al Parlamento, che ha tenuto venerdì 24 ottobre, la premier giapponese ha tracciato le linee programmatiche del suo governo. In materia di politica estera ha annunciato che incontrerà di persona il presidente Usa Donald Trump, atteso a Tokyo lunedì prossimo, con l’obiettivo di “costruire un rapporto di fiducia e migliorare le relazioni bilaterali”. Anche in politica estera Takaichi intende seguire la strada tracciata dall’ex premier Shinzo Abe, un approccio che lascia il Giappone vicino all’alleato americano. Ciononostante, la premier ha assicurato di voler preservare un “dialogo sincero” con Pechino, definita “un vicino essenziale”, sebbene abbia espresso preoccupazione per le “attività militari” di Cina, Corea del Nord e Russia.
TAKAICHI RASSICURA LA NATO: IL 2% DEL PIL ALLE SPESE PER LA DIFESA
In ottica filo americana e filo – Nato la Premier ha ribadito l’intenzione di raggiungere entro marzo – la fine dell’anno fiscale – l’obiettivo di investire il 2% del Pil alla spesa militare, ben due anni prima del previsto. Gli anglofoni dicono “money talks” e non c’è modo migliore che “mettere mano al portafogli” per comunicare vicinanza alla linea dell’alleato statunitense.

