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Chi è Hunter, il figlio “scapestrato” a cui Biden ha concesso la grazia

Biden poveri

Il Presidente Usa grazia il figlio, Hunter Biden, accusato di evasione fiscale, di consumo di stupefacenti e per possesso illecito di armi da fuoco

Il colpo di coda dell’amministrazione Biden è stata una grazia “piena e incondizionata” al figlio Hunter “per quei reati contro gli Stati Uniti” che Hunter Biden “ha commesso, potrebbe aver commesso o a cui ha preso parte nel periodo che va dal primo gennaio del 2014 al primo dicembre del 2024”. Biden non si è sottratto ai suoi detrattori e, in un comunicato stampa, ha scritto che sin dal giorno “in cui mi sono insediato, ho detto che non avrei interferito con il processo decisionale del Dipartimento di Giustizia, e ho mantenuto la mia parola anche quando ho visto mio figlio essere perseguito in modo selettivo e ingiusto”.

TRUMP: “UN ABUSO E UN ERRORE GIUDIZIARIO”

Una mossa che il presidente eletto Donald Trump non ha esitato a bollare come “un abuso e un errore giudiziario”. Sulla piattaforma Truth Social il presidente Usa si è chiesto: “Il perdono di Hunter da parte di Joe include anche i 6 ostaggi di gennaio che sono stati imprigionati per anni?”. Sul punto si è espresso anche Steven Cheung, il prossimo direttore delle comunicazioni della Casa Bianca con Trump e ha accusato “altri procuratori radicali” di controllare il Dipartimento di Giustizia e di “armare il sistema giudiziario”, cosa che ha permesso loro di intraprendere una “fallimentare caccia alle streghe” contro il presidente eletto. La decisione di Biden è arrivata sebbene avesse promesso di non interferire con la giustizia a poche settimane dall’insediamento del presidente eletto Donald Trump. “Nel cercare di spezzare lui hanno cercato di spezzare me”, così Biden si è giustificato.

LE ACCUSE AI DANNI DI HUNTER BIDEN

Ma di cosa era accusato il cinquantaquattrenne Hunter Biden? Il figlio del presidente Biden era stato coinvolto in due casi giudiziari per reati federali. A giugno un tribunale del Delaware lo aveva condannato per aver violato le leggi che vietano alle persone che hanno una dipendenza da droghe illegali di possedere armi da fuoco. Il figlio del presidente aveva mentito nella compilazione di due moduli per l’acquisto di un revolver Colt. Hunter Biden aveva dichiarato di non essere dipendente da droghe mentre in quel periodo ne era un abituale consumatore.

IL TECNICO DEL PC CHE HA DENUNCIATO HUNTER BIDEN

Biden jr era stato scoperto perché denunciato da un tecnico addetto alla riparazione di pc a cui aveva affidato il suo portatile e che aveva scoperto nel suo disco rigido foto e video in cui Hunter fuma crack e mostra una pistola. Al che il proprietario del negozio non solo allerta l’Fbi ma fa una copia dei file e li consegna a Robert Costello, avvocato personale del consigliere di Donald Trump Rudolph Giulian. Attraverso Giuliani l’hard disk di Hunter Biden finisce al New York Post, che pubblica in prima pagina tutta la vicenda. Il NY Post sosteneva, inoltre, che i Biden fossero coinvolti in. Un intreccio di attività corruttive e illecite con la società ucraina Burisma. La circolazione della storia, seppur succosa, venne limitata perché bollata come fake news sul social Twitter, allora guidato da Jack Dorsey, e Facebook.

IL PROCESSO PER EVASIONE FISCALE DA 1,4 MILIONI DI DOLLARI

Il secondo processo, la cui sentenza era attesa per il 16 dicembre, riguardava l’evasione fiscale e per questi nove i capi d’imputazione Hunter Biden si era dichiarato colpevole. La procura federale in California lo accusava di aver cercato di evadere tasse per almeno 1,4 milioni di dollari (circa 1,3 milioni di euro) sul reddito nel periodo compreso tra il 2016 e il 2019. I profitti sarebbero arrivati dalle sue consulenze. In particolare, il contratto più ricco, da 50mila dollari al mese, era con la società energetica ucraina Burisma e con altre aziende cinesi. Biden avrebbe speso i soldi evasi in “droga, escort, sex club, hotel di lusso e proprietà in affitto, auto costose, vestiti e altri oggetti di natura personale”. Per la mancata presentazione, il mancato pagamento delle tasse, l’evasione fiscale e la presentazione di false dichiarazioni dei redditi rischiava una condanna complessiva fino a 25 anni di carcere oltre a una multa di 750mila dollari.

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