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Chi è Karim Khan, il pm della Corte penale internazionale
Un procuratore al centro dell’attenzione, tra accuse e incarichi discussi. Il profilo del procuratore della Cpi
Karim Khan, attuale procuratore della Corte penale internazionale (CPI), è al centro del dibattito internazionale. “La decisione dei giudici dell’Aia – scrive il Corriere della Sera – rappresenta una indubbia vittoria per Karim Khan, ilprocuratore che nel maggio scorso aveva chiesto l’arresto di Netanyahu e Gallant (oltre ai tre capi di Hamas)”. Recentemente, però, è stato accusato di molestie sessuali da una ex dipendente della CPI, accuse che Khan ha negato con fermezza definendole parte di una “campagna di disinformazione” contro di lui. Tuttavia, queste accuse hanno portato l’istituzione ad avviare un’indagine esterna e indipendente per far luce sulla vicenda.
KARIM KHAN, GIURISTA DI FAMA INTERNAZIONALE
Nato nel 1970 a Edimburgo, Karim Khan proviene da una famiglia multiculturale. È figlio di un dermatologo pachistano e di un’infermiera britannica. Cresciuto nella corrente musulmana riformista Ahmadiyya, considerata eretica in Pakistan, ha affrontato fin dall’infanzia questioni legate all’identità e alla giustizia. Suo fratello, Ahmad Khan, è un ex deputato conservatore britannico. Entrambi hanno studiato presso il prestigioso King’s College di Londra, dove Karim ha gettato le basi della sua carriera legale.
Khan ha iniziato il suo percorso come consigliere legale presso i tribunali internazionali per l’ex Jugoslavia e il Ruanda, acquisendo esperienza in casi complessi di diritto penale internazionale. Nel corso della sua carriera, ha rappresentato figure controverse, tra cui Charles Taylor, ex presidente della Liberia, accusato di crimini contro l’umanità.
LE DECISIONI CHE HANNO SEGNATO IL SUO MANDATO
Nel marzo 2023, Karim Khan ha emesso un mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin, accusandolo di crimini di guerra per la deportazione di migliaia di bambini ucraini. Questo gesto ha suscitato un’ampia risonanza a livello globale, rafforzando il ruolo della CPI come istituzione chiamata a perseguire i più gravi crimini internazionali. Nel maggio scorso ha richiesto l’arresto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, del ministro della difesa Yoav Gallant e di tre leader di Hamas, in un’indagine su presunti crimini di guerra.
E si è arrivati così alle scorse ore, con la Corte penale internazionale che ha emesso mandati di arresto proprio per Netanyahu e Gallant, una decisione che sta continuando a creare forti fibrillazioni nelle cancellerie mondiali.