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Chi sono Jake Angeli ed Enrique Tarrio, i trumpiani all’assalto del Congresso

Enrique Tarrio

A capo della rivolta pro Trump ci sono Jake Angeli detto lo Sciamano del QAnon, ed Enrique Tarrio, il leader dei Proud Boys e dei Latinos for Trump. Ma cosa hanno fatto nel loro inglorioso passato prima di guidare l’assalto al Congresso degli Stati Uniti?

Cappello di pelliccia con corna, volto dipinto di bianco, rosso e blu, petto nudo ricoperto di tatuaggi, e bandiera dei confederati. Questa è la foto, già diventata storia, di Jake Angeli, detto lo Sciamano del QAnon (QAnon Shaman). L’Attila di Capitol Hill, che travestito da vichingo ha guidato l’attacco al Congresso americano, ha 32 anni ed è nato a Phoenix, in Arizona. Prima di diventare un nome di spicco tra i cospirazionisti del QAnon, è stato per un breve periodo attore, doppiatore e cantante.

CHI È LO SCIAMANO DI CAPITOL HILL

Ieri però non si è trattato di una messa in scena e Angeli non era sconosciuto tra i sostenitori di Trump. Lo Sciamano del QAnon, infatti, dopo le fake news che sostenevano che l’elezione di novembre scorso era stata rubata al presidente Trump, aveva protestato a Maricopa County, davanti all’ufficio elettorale dell’Arizona ed era stato sempre presente alle manifestazioni dei trumpiani.

Convinto sostenitore delle teorie complottistiche e con un grande seguito sui social, Angeli, in quanto membro del QAnon, crede che Trump stia combattendo contro il Deep State per mettere fine una rete segreta di pedofili satanisti controllata dai Democratici. Angeli in diverse interviste, come in quella all’Arizona Report, ha dichiarato di essersi interessato all’attualità soltanto recentemente, cercando su internet informazioni su Illuminati, Trilateral Commission e Bilderberg group, coloro che, secondo lui, hanno l’obiettivo di colonizzare il mondo – anche attraverso gli alieni.

CHI È ENRIQUE TARRIO

Enrique Tarrio, leader dei Proud Boys e capo del movimento Latinos for Trump, era stato arrestato a Washington lunedì scorso per aver partecipato all’incendio di uno striscione Black Lives Matter, preso da una storica chiesa nera della capitale, durante una manifestazione del mese scorso. In un’intervista al Washington Post, Tarrio ha ammesso il suo coinvolgimento, ma ha anche dichiarato che le sue azioni non costituiscono un crimine d’odio perché secondo lui il movimento Black Lives Matter “ha terrorizzato i cittadini americani”.

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Tarrio ha 36 anni ed è di origini cubane, ma è cresciuto a Little Havana a Miami. La sua fedina penale non è certo pulita. A 20 anni è stato condannato per il furto di una moto e condannato a tre anni di libertà vigilata e di servizi sociali. A 29 anni è stato condannato per aver venduto forniture mediche rubate e condannato a 16 mesi di carcere. Il periodo dietro le sbarre, secondo il Miami New Times, lo ha costretto ad affrontare i suoi errori e, una volta fuori, ha creato due società, una che installa sistemi di sicurezza e un’altra che fornisce sistemi GPS alle imprese.

Nel 2017 Tarrio ha iniziato ad avvicinarsi ai Proud Boys – fondati un anno prima da Gavin McInnes, il co-fondatore della rivista Vice. Tarrio, cresciuto in una comunità cubana conservatrice, è stato rapidamente sedotto. In agosto, era presente al raduno Unite the Right di Charlottesville insieme a centinaia di suprematisti bianchi, nazionalisti e altri neonazisti che protestavano contro la rimozione della statua del generale secessionista Robert E Lee. In quell’occasione un manifestante ha investito con la sua auto i ‘controdimostranti’, uccidendo una persona.

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I Proud Boys rifiutano di essere definiti suprematisti bianchi, antisemiti, razzisti o fascisti. Lo stesso Tarrio in un’intervista a Insider ha dichiarato: “Sono abbastanza marrone. Sono cubano. Non c’è niente di bianco che mi riguardi”. Si ritiene soprattutto un conservatore. “Penso che il conservatorismo sia ciò che salverà l’America”. E a Heavy ha aggiunto: “I Proud Boys sono solo un gruppo di ragazzi che escono e bevono birra insieme e si divertono. Ovviamente siamo un gruppo politico, ma questo è secondario”.

Ma dai suoi social media emerge qualcosa di diverso. Tarrio denigra, tra gli altri, le persone transgender e ha definito l’attrice afroamericana Leslie Jones una ‘scimmia’. Nel 2018 il suo profilo Twitter è stato sospeso. Durante l’ultima campagna presidenziale, in quanto capo dei Latinos for Trump in Florida, Tarrio ha lavorato instancabilmente. Ha detto al New York Times che “ha bussato personalmente a 40.000 porte” per conquistare gli elettori dello Stato in cui poi Trump ha vinto.

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