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USA, assalto al Congresso. Trump: “Ricorderemo questo giorno”

Assalto Al Congresso

Situazione senza precedenti negli States. Deputati e senatori evacuati in tutta fretta. Il presidente uscente soffia sul fuoco via Twitter e non chiama la Guardia Nazionale. Il social finisce sotto accusa

Lo scenario peggiore, che Nanni Moretti aveva pensato come finale del suo Caimano, quello ritenuto meno probabile e più fantascientifico, soprattutto in quella che viene generalmente identificata, a torto o a ragione, “culla della democrazia occidentale”, alla fine si è verificato. L’assalto al Congresso da parte del “popolo di Trump” mentre si celebrava l’assemblea che avrebbe dovuto certificare la vittoria di Joe Biden. Vittoria che Donald Trump, presidente tutt’ora in carica, continua a rifiutarsi di riconoscere.

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LA RESPONSABILITÀ DI TWITTER

In mezzo a questo scenario impossibile da ipotizzare solo fino a qualche ora fa ci finisce Twitter, il social più abusato da Trump. Sarebbero stati i cinguettii di The Donald a dare fuoco alle polveri. Twitter da parte sua replica che ha provato a limitarne la viralità ed è passata alle contromisure più drastiche: la censura dei post in cui l’attuale inquilino della Casa Bianca ha continuato a ribadire che le elezioni sono state viziate e il popolo sta reagendo a un sopruso della politica. Per questo il suo account viene bloccato.

 

L’ASSALTO AL CONGRESSO

“È il genere di cose che succedono quando una sacra vittoria elettorale a valanga viene strappata in modo così sgarbato e maligno da grandi patrioti che sono stati trattati male e ingiustamente per così tanto tempo”, scrive, sempre su Twitter, Trump, prima di provare comunque a richiamare i suoi sostenitori: “Ora andate a casa in amore e in pace”. Ma ormai è troppo tardi. Un manipolo di supporter riesce sorprendentemente a penetrare nel palazzo sfondando una finestra senza trovare la resistenza delle forze dell’ordine. Il palazzo viene fatto evacuare in tutta fretta: nelle aule irrompono gli agenti dell’FBI per portare al sicuro deputati e senatori. Di lì a poco in quegli ambienti circoleranno Proud Boys armati fino ai denti.

Nancy Pelosi, Presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, chiede a più riprese l’intervento della Guardia Nazionale: si scopre solo in un secondo momento che a dare l’ok all’invio delle truppe speciali è stato il vice di Trump, Mike Pence, mentre il presidente in carica continua a twittare. “Mike Pence non ha avuto il coraggio di fare quello che avrebbe dovuto per proteggere il nostro paese e la nostra Costituzione”, scrive Trump, perseverando in un delirio che quest’oggi è già costato la vita a una donna, rimasta uccisa in uno scontro a fuoco tra i manifestanti e la polizia.

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