Continua la battaglia di Trump a suon di ordini esecutivi contro gli organismi internazionali che contrastano la sua visione geopolitica. Dopo l’annuncio del ritiro dall’OMS, arriva adesso una stangata per i giudici della Corte Penale Internazionale (CPI) che indagano su Stati Uniti e Israele.
Sanzioni finanziarie e restrizioni di viaggio ai funzionari della CPI, accusata di “intraprendere azioni illegali contro gli Stati Uniti e il nostro stretto alleato Israele”. A scriverlo è il testo diffuso dalla Casa Bianca: l’ordine esecutivo firmato ieri dal presidente degli USA Donald Trump è una severa opposizione alle iniziative intraprese negli ultimi mesi dalla Corte.
CHI SONO I RAPPRESENTANTI DELLA CORTE OGGETTO DELLE SANZIONI
Nonostante l’ordine esecutivo non menzioni specificamente i nomi dei funzionari sanzionati, è facile immaginare che tra gli obiettivi della misura restrittiva ci siano l’attuale guida della CPI, il Procuratore Capo Karim Khan in carica dal 2021, e chiunque stia lavorando alle indagini sui presunti crimini di guerra commessi dagli USA in Afghanistan e da Israele a Gaza.
Nel 2020, durante la precedente presidenza, Trump aveva già preso di mira gli alti rappresentanti della CPI, imponendo sanzioni a Fatou Bensouda, l’allora Procuratrice Capo, per aver avviato un’indagine sulle campagne militari statunitensi in Afghanistan. Anche in questo caso la misura sarà estesa a “dipendenti e agenti” dell’organismo internazionale e colpirà anche i loro familiari.
IN COSA CONSISTONO LE SANZIONI
L’ordine esecutivo menziona il congelamento dei beni, il blocco di donazioni, finanziamenti e servizi di natura a favore dei sanzionati e pesanti restrizioni ai visti di tutti gli interessati e dei loro familiari. Ciò significa che a chiunque abbia contribuito al lavoro investigativo della Corte sarà interdetto dall’ingresso negli Stati Uniti.
LE REAZIONI DELLA CPI E DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE
Attraverso la portavoce dell’Ufficio del’ONU per i diritti umani Ravina Shamdasani, le Nazioni Unite hanno invitato l’amministrazione Trump a revocare l’ordine esecutivo, evidenziando l’importanza di sostenere le istituzioni internazionali nella loro missione di garantire giustizia.
#UPDATE The United Nations said it deeply regretted US President Donald Trump’s decision to slap sanctions on the International Criminal Court and urged him to reverse the move.https://t.co/lFWyDh13G9 pic.twitter.com/wdwWhLlLT8
— AFP News Agency (@AFP) February 7, 2025
Anche l’Unione Europea si è prontamente schierata a favore della CPI con una presa di posizione netta della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha condannato fermamente le sanzioni, affermando che esse minano l’indipendenza e l’efficacia della CPI.
The ICC guarantees accountability for international crimes and gives a voice to victims worldwide.
It must be able to freely pursue the fight against global impunity.
Europe will always stand for justice and the respect of international law.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 7, 2025
Com’era prevedibile, la CPI ha reagito alla notizia con una dichiarazione ufficiale, definendo le sanzioni un tentativo di interferire con la sua missione di fornire giustizia alle vittime di crimini internazionali e invitando i 125 Stati membri che ne riconoscono l’autorità a difendere la sua indipendenza e a sostenere il suo operato.
Tra i favorevoli, invece, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha benedetto l’ordine esecutivo di Trump, esprimendo gratitudine per il sostegno degli Stati Uniti.
Thank you, President Trump, for your bold ICC Executive Order. It will defend America and Israel from the anti-American and antisemetic corrupt court that has no jurisdiction or basis to engage in lawfare against us.
The ICC waged a ruthless campaign against Israel as a trial…
— Benjamin Netanyahu – בנימין נתניהו (@netanyahu) February 7, 2025
Anche il premier ungherese Victor Orbán ha accolto con favore la decisione degli Stati Uniti attraverso un post su X, scrivendo che: «è tempo che l’Ungheria riveda cosa stiamo facendo in un’organizzazione internazionale che è sottoposta a sanzioni statunitensi».
It’s time for Hungary to review what we’re doing in an international organization that is under US sanctions! New winds are blowing in international politics. We call it the Trump-tornado.https://t.co/zp1mfTbTw9
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) February 7, 2025
Il governo italiano ancora non si è espresso ufficialmente sulla questione, considerato anche il conto aperto con la CPI in merito al caso Almasri e gli attacchi ai giudici della CPI avanzati durante le informative alla Camera di Nordio e Piantedosi nei giorni scorsi.