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Chi sono i tre commissari Ue designati che rischiano. Timing e iter delle audizioni

commissario designato Raffaele fitto

Al via le audizioni dei commissari designati della prossima commissione von der Leyen. Sono almeno tre i “casi” che animeranno il parlamento: Maroš Šefčovič, il cui partito è stato espulso dal gruppo S&D, Olivér Várhelyi, vicinissimo al premier ungherese Viktor Orbán e l’italiano Raffaele Fitto 

Tre ore di audizioni per ogni commissario europeo. È iniziata una fase cruciale per la composizione della nuova commissione von der Leyen, quella in cui ciascun commissario designato dai singoli Stati, dopo aver ricevuto il portafogli dalla presidente (i Trattati attribuiscono a lei il potere di attribuire e disegnare i portafogli), risponde alle domande, scritte e orali, dei parlamentari europei delle commissioni competenti. Questa fase si concluderà il 12 novembre con gli esami dei sei vicepresidenti esecutivi. Infine, la commissione nel suo complesso dovrà ricevere l’approvazione del Parlamento riunito in seduta plenaria a Strasburgo.

L’ITER DELLE AUDIZIONI: 3 ORE PER CONVINCERE IL PARLAMENTO DI ESSERE IL CANDIDATO GIUSTO

Durante le audizioni, ogni commissario potrà fare un breve discorso introduttivo di circa 15 minuti, al quale seguirà una batteria di domande da parte delle commissioni, anche i presidenti delle commissioni potranno esporre i propri quesiti. Nel corso di questa fase i candidati dovranno dimostrare di possedere le competenze, l’indipendenza e l’impegno europeo richiesti per far parte della nuova Commissione.

IL PARLAMENTO COMPILA LE “PAGELLE” DEI COMMISSARI EUROPEI

Terminate le audizioni i coordinatori dei gruppi politici e i presidenti di commissione daranno “i voti” ai commissari, attraverso lettere di valutazione che attesteranno se i commissari designati sono “qualificati per essere membri del Collegio” e se sono “adatti al portafoglio” loro assegnato. In caso di esito negativo il commissario respinto potrà essere sostituito da un altro designato dal suo stesso proprio Stato membro, il quale dovrà ripetere tutto l’iter. Nel 2019 la commissaria francese Sylvie Goulard venne bocciata e sostituita da Thierry Breton, mentre l’Ungheria e la Romania dovettero sostituire i loro designati, Rovana Plumb e László Trócsányi, per questioni di conflitto d’interessi.

LE FAMIGLIE POLITICHE DEI COMMISSARI DESIGNATI

Sono 26 i commissari designati, uno per ciascun paese a cui si aggiunge la tedesca von der Leyen. Attualmente ci sono 14 commissari del Ppe (compresa la presidente), cinque liberali di Renew, quattro socialdemocratici e, infine, due indipendenti.

IL TIMING DELLE AUDIZIONI DEI COMMISSARI DESIGNATI

La prima audizione è stata quella di Maroš Šefčovič, già vicepresidente della Commissione europea, a cui è stato assegnato il portafoglio del commercio, trasparenza e relazioni istituzionali. A questa sono seguite quelle di Glenn Micallef, socialdemocratico maltese responsabile per giovani, cultura e sport, Apostolos Tzitzikostas, greco del Partito popolare europeo (Ppe) designato ai trasporti e turismo, e Cristophe Hansen, lussemburghese popolare che sarà responsabile dell’agricoltura.  Oggi, martedì 5 e domani, mercoledì 6 novembre, si presenteranno sei commissari al giorno, tra cui il liberale irlandese Michael McGrath per giustizia e democrazia, la bulgara Ekaterina Zaharieva per ricerca e innovazione, e il danese Dan Jørgensen per energia e casa. Giovedì 7 novembre si chiuderà il ciclo con gli ultimi quattro commissari ordinari. Il 12 novembre sarà quindi dedicato alle audizioni dei sei vicepresidenti esecutivi.

I TRE “CASI” DELLA FUTURA COMMISSIONE VON DER LEYEN

Sono almeno tre i “casi” a cui porre attenzione. Il primo riguarda il commissario designato Šefčovič, il cui partito Smer è stato sospeso, un anno fa, dal gruppo dei Socialisti e Democratici per le posizioni filorusse espresse dal Premier slovacco e leader del partito Robert Fico e per l’alleanza di governo con il Partito Nazionale Slovacco di estrema destra, dopo le elezioni del 30 settembre. Il secondo caso è quello di Olivér Várhelyi, vicinissimo al premier ungherese Viktor Orbán e al gruppo dei Patrioti per l’Europa (PfE). Infine, c’è il commissario designato italiano Raffaele Fitto, espressione dei Riformisti e Conservatori europei (Ecr), la famiglia politica di cui fa parte Fratelli d’Italia, il suo partito di appartenenza, che non ha espresso voto favorevole per un secondo mandato della commissaria von der Leyen.

L’AUDIZIONE DI FITTO E LE MANI LEGATE DI SOCIALISTI E LIBERALI

La nomina di Raffaele Fitto, ex ministro degli affari europei, è stata oggetto di contestazione da parte dei gruppi socialisti, verdi e liberali. Secondo la copresidente del gruppo dei Verdi Terry Reintke sono “molti dubbi sul portafoglio e sulle competenze di Fitto” e, inoltre, “non viene rispecchiata la maggioranza che ha eletto Ursula von der Leyen a luglio”. Liberali e socialisti non hanno molta libertà per far sentire le proprie rimostranze nei confronti di Raffaele Fitto, perché, nel caso di una bocciatura, il Ppe potrebbe rivalersi nell’ultima audizione della giornata, quella della spagnola socialista Teresa Ribera Rodriguez, poco amata dai popolari a causa del suo credo ambientalista. Per questo la capogruppo S&D Iratxe Garcia Perez ha dichiarato che le valutazioni saranno effettuate “sulla base delle competenze e dell’impegno europeista”.

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