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Chi sostiene e chi no Mario Draghi al Consiglio europeo
Sarà Mario Draghi il prossimo presidente del Consiglio Europeo? Sono molti i sostenitori dell’ex premier italiano, dal Financial Times al presidente francese Macron, ma c’è anche qualche detrattore
A Bruxelles presto ci sarà un posto vacante. È quello del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, che ha intenzione di candidarsi tra le fila del partito liberale belga vallone alle prossime elezioni europee. Un ruolo di rilievo, a capo dell’organismo che definisce le priorità e gli orientamenti dell’Unione, a cui si arriva dopo uno scrutinio tra i membri del Consiglio europeo che scelgono il loro leader per un mandato di due anni e mezzo.
IL FINANCIAL TIMES LANCIA MARIO DRAGHI NEL RUOLO DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO
Dall’annuncio di Michel diversi sono stati i nomi che proposti per il suo ruolo. Tra i più qualificati c’è quello dell’ex premier italiano e presidente della BCE Mario Draghi. A fare il suo nome tra i possibili candidati a succedere a Charles Michel è stato il Financial Times citando fonti diplomatiche di Bruxelles. “Draghi, 76 anni, è l’ex presidente della Banca Centrale Europea a cui viene attribuito il merito di aver salvato la moneta unica è un potenziale candidato per succedere a Michel, hanno detto funzionari e diplomatici dell’UE al Financial Times – scrive il quotidiano inglese -. È probabile che emergano anche altri candidati per il ruolo di presidente del Consiglio europeo, che ha tra i compiti la definizione dell’agenda dei vertici dei leader dell’UE”.
L’IPOTESI ORBAN IN ASSENZA DI UN ACCORDO
Le trattative tra i leader europei sono serrate, se non si dovesse arrivare a un accordo a guidare, ad interim, il Consiglio Europeo sarà il primo ministro ungherese Viktor Orbán. Dal prossimo 1° luglio, infatti, iniziano i sei mesi di presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea dell’Ungheria: in assenza di un presidente del Consiglio Europeo questo incarico viene svolto dal primo ministro della nazione in carica.
IL PRANZO PARIGINO TRA IL PRESIDENTE MACRON E MARIO DRAGHI
Non è solo il Financial Times a “tifare” per l’ex governatore della Banca d’Italia. Dalla sua parte c’è anche il presidente francese Emmanuel Macron, con il quale l’ex premier avrebbe pranzato circa un mese fa a Parigi per parlare proprio di questo. Un confronto che fa parte del giro di colloqui che Mario Draghi sta avendo in Europa in funzione della relazione, in via di completamento, sullo stato dell’economia reale dell’Unione. “Il pranzo con Macron a Parigi, rilancia le indiscrezioni sulla possibilità di una candidatura di Draghi al Consiglio europeo (una destinazione considerata più verosimile della Commissione) – scrive La Stampa -, cosa di cui, tramite i suoi collaboratori storici, continua a dire di non essere interessato”.
IL VERTICE A MILANO TRA MARIO DRAGHI ED ERT
Mario Draghi è stato incaricato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen di redigere una relazione sullo stato dell’economia reale dell’Unione, un approfondimento che coinvolge leader di governo, capi di Stato ma anche la società civile (accademici, filosofi, esperti di Intelligenza artificiale). Proprio nell’ambito della scrittura di questo report, atteso “subito dopo le elezioni europee”, oggi l’ex Premier ha incontrato, nella sede milanese di Bankitalia, una delegazione dell’Ert, la tavola rotonda europea per l’Industria che riunisce amministratori delegati e presidenti delle principali aziende europee, per un punto sulla competitività del sistema Europa. “Siamo venuti qui per dargli l’input sull’industria europea – ha detto il presidente Ert e presidente Vodafone Jean-François van Boxmeer -. Rappresentiamo 60 grandi imprese in tutta Europa. Siamo venuti qui per dire cosa serve per essere più competitivi in futuro e avere successo nella transizione green che dobbiamo realizzare in Europa”.
LA DELEGAZIONE DI ERT CHE HA INCONTRATO MARIO DRAGHI: ASSENTI GLI ITALIANI
La delegazione era composta dal presidente Ert e presidente Vodafone Jean-François van Boxmeer, dal ceo Syensqo Ilham Kadri, dal presidente Titan Cement Dimitri Papalexopoulos, a capo del comitato Ert sulla transizione energetica e il cambiamento climatico, dal presidente Siemens Jim Hagemann Snabe, il presidente di Ab Jacob Wallenberg, a capo del comitato Ert sul commercio e mercato.
Assenti i membri italiani del forum, cui si accede su invito personale e non aziendale, e cioè Rodolfo De Benedetti di Cir, Claudio Descalzi di Eni, Gianfelice Rocca di Techint. Per quanto riguarda le priorità “ce ne sono molte e, se fosse semplice, la più grande sfida da affrontare è il successo nella transizione energetica. Nello stesso tempo dobbiamo preservare – evidenzia il presidente di Ert – la competitività delle nostre imprese per competere con il resto del mondo come Cina e Usa e stare al passo sul fronte dell’innovazione. È un equilibrio delicato credo che dovremo adottare diverse misure nel futuro. Siamo venuti per dare il nostro input su questi temi. Draghi ci ha ascoltati e saranno input per il suo piano. Ce ne saranno altri”.
IL MANCATO SOSTEGNO POLITICO A MARIO DRAGHI AL CONSIGLIO EUROPEO
Draghi, al contrario di altri nomi in lista, non appartiene a nessuno dei grandi partiti politici europei. Questo non è un aspetto trascurabile perché farebbe vertere l’istituzione europea verso un “quasi” tecnico, scelta non condivisa da molti. “Draghi è il tipo di figura a cui sarà molto difficile dire di no se c’è un vero slancio dietro di lui – ha detto Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali -. Ma non è chiaro se altri siano disposti a metterlo in moto. Difficilmente dirà di no se glielo chiedono seriamente, ma non si farà nemmeno strada a gomitate”.
I NOMI IN CORSA PER IL RUOLO DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO
Altri nomi papabili sono quelli dei premier di Spagna e Danimarca, Pedro Sanchez e Mette Frederiksen. Il vantaggio di questi ultimi è proprio il sostegno politico, in questo caso dei socialisti. Un altro nome in lizza è quello del premier dimissionario portoghese Antonio Costa, anche lui sostenuto famiglia politica dei Socialisti e Democratici, oltre che e premier di un paese dell’Europa del sud (dopo i due belgi, Charles Michel e Herman Van Rompuy, e il polacco Donald Tusk).
CHI HA DUBBI SUL NOME DI MARIO DRAGHI AL CONSIGLIO EUROPEO
Se il governo Meloni sarebbe pronto a sostenere Draghi grazie “all’ottimo rapporto personale” tra la premier e l’ex premier, qualche dubbio sul nome di Draghi l’ha espresso eurodeputato di Forza Italia Salvatore De Meo. “Nonostante il suo ruolo di rilievo nella storia dell’UE, il nome di Mario Draghi è spesso oggetto di speculazioni, anche se fonti vicine a lui negano attualmente la ricerca di incarichi – dice De Meo -. È indiscutibile il suo valore e la sua abilità nel guidare la BCE con lungimiranza, difendendo con successo l’euro e contribuendo a una visione più solidale dell’Europa, specialmente dal punto di vista macroeconomico. Ribadisco che, in ogni caso e come è giusto, sarà necessario attendere i risultati delle elezioni europee di giugno e osservare come si svilupperanno le trattative e gli accordi per i vertici dell’Ue”.