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Chi sta pensando a mandare militari europei in Ucraina

Francia, Germania, Polonia e Italia stanno valutando l’invio di militari europei per un’operazione di peacekeeping in Ucraina dopo  il raggiungimento di una tregua e un cessate il fuoco nell’ambito del conflitto con la Russia

Potrebbe presto rompersi il tabu che vedeva come impossibile l’ipotesi di militari europei impegnati nel conflitto russo – ucraino. La richiesta arriva proprio da Kiev, il paese, da quasi tre anni impegnato in un conflitto contro la Russia, vorrebbe sul suo territorio un contingente di caschi blu europei una volta che sarà sancita una tregua che appare oramai imminente.

MACRON VUOLE GUIDARE IL NUOVO CORSO MILITARE DELL’EUROPA

Questa ipotesi è finita sul tavolo del presidente francese Emmanuel Macron e del premier polacco Donald Tusk, nel corso del vertice di Varsavia. “Ne abbiamo discusso e per il momento nulla è in programma”, ha detto il premier Tusk dopo che mercoledì scorso il quotidiano polacco ‘Rzeczpospolita’ aveva anticipato il possibile invio di decine di migliaia di soldati di una forza di peacekeeping.

MILITARI EUROPEI IN UCRAINA: L’IDEA DI POLONIA E FRANCIA

Il Presidente Macron, sebbene sia alle prese con le turbolenze politiche interne, si è posto alla guida di questa nuova pagina di peacekeeping europea. Lo scroso fine settimana ha ospitato Donald Trump e il premier ucraino Volodymyr Zelensky all’Eliseo. “L’amministrazione Trump ha indicato la sua volontà di cercare di cambiare il corso di questo conflitto; quindi, dobbiamo lavorare a stretto contatto con gli americani, e ovviamente con l’Ucraina, per trovare un possibile percorso che tenga conto degli interessi dell’Ucraina, della sua sovranità e degli interessi e della sicurezza degli europei – ha detto il Presidente Macron nel corso del suo incontro con il polacco Tusk -. Dobbiamo lavorare a stretto contatto con gli americani e ovviamente con l’Ucraina per trovare un modo che tenga conto degli interessi dell’Ucraina, della sua sovranità e allo stesso tempo degli interessi degli europei e della loro sicurezza”, ha aggiunto Macron, sottolineando la necessità di ”una pace negoziata per gli ucraini che possa garantire loro una pace duratura in Ucraina e in Europa”.

LA GERMANIA NON ESCLUDE INVIO DI FORZE DI PEACEKEEPING IN UCRAINA

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Germania. Berlino, che condivide con Parigi le instabilità interne, vuole essere della partita. Non è esclusa “la possibilità di un’operazione di peacekeeping con l’invio di soldati europei in Ucraina”, ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, ma prima di arrivare a ciò “serve che Vladimir Putin sia disposto a parlare di pace”.

IL DISIMPEGNO DELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP

L’idea di inviare forze di pace europee in territorio ucraino ben si sposa con il desiderio di disimpegno della nuova amministrazione statunitense guidata da Donald Trump. È noto, infatti, il disegno del neoeletto presidente che vuole costringere gli europei ad assumersi maggiori responsabilità militari in Europa e in tutti i contesti più prossimi ai confini europei, come l’Ucraina. Non a caso il prossimo inquilino della Casa Bianca, in diverse occasioni, ha prospettato l’ipotesi di ridurre gli aiuti militari a Kiev. Secondo il Wall Street Journal il presidente Trump ritiene che la creazione di una forza di pace competa all’Europa: per il team del neopresidente, servono 200mila uomini per presidiare il fronte.

ITALIA: DISPONIBILITÀ E PRUDENZA A INVIARE MILITARI EUROPEI IN UCRAINA

E l’Italia? Il nostro paese, forte delle buone relazioni, anche commerciali, con la Russia cerca di mantenere una posizione di apertura nei confronti delle missioni a guida Ue ma di prudenza. “Io spero di parlare di pace, di peacekeeping il prima possibile in Ucraina, ma anche a Gaza e in Libano – ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto -. Noi siamo disponibili a svolgere questo ruolo, nel quale ci siamo sempre distinti come nazione”. Più cauto, invece, il ministro degli esteri Antonio Tajani. “Adesso dobbiamo innanzitutto arrivare alla pace giusta, è prematuro parlare di qualsiasi iniziativa del giorno dopo – ha spiegato il numero uno della Farnesina -. Si valuterà, valuteranno i capi di Stato e di governo, ma intanto adesso vediamo cosa accade, se e quando si concluderà la guerra. È importante che Stati Uniti ed Europa lavorino insieme, e con l’Ucraina, per raggiungere una pace giusta, che non significhi una resa dell’Ucraina”.

 

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