L’invio di armi a Kiev e il loro utilizzo in territorio russo continuano a essere…
Come si finanzia Hamas: Iran, Qatar e le criptovalute
Dall’Iran al Qatar fino alle criptovalute è lunga la lista dei finanziatori, volontari o involontari, di Hamas e, purtroppo, anche quella dei fiancheggiatori
Israele, dopo il violento attentato terroristico di Hamas, ha raccolto la solidarietà e il supporto della comunità internazionale. I paesi occidentali si sono compattati nel sostegno agli israeliani colpiti dalla furia terrorista.
TUTTI GLI AMICI DI ISRAELE
“Ci sono momenti in questa vita e lo dico letteralmente in cui il male puro e semplice si scatena su questo mondo”, ha detto il presidente USA Joe Biden. La premier italiana Giorgia Meloni è stata in visita presso la Sinagoga di Roma. “Bisogna intensificare la protezione dei cittadini di religione ebraica anche sul nostro territorio perché il rischio di emulazione degli atti criminali da parte di Hamas potrebbe arrivare anche da noi -ha detto la premier italiana -. Quindi sono venuta qui a dire che difenderemo questi cittadini, da ogni forma di antisemitismo”.
Lunedì scorso Usa, Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui confermano l’amicizia a Israele e condannano con forza Hamas. “Continueremo a unirci e coordinarci come alleati e amici di Israele, sostenendo Israele e assicurando che Israele sia in grado di difendersi e, in definitiva, garantire un Medio Oriente pacifico e integrato”, si legge nella loro dichiarazione.
Ma se gli “amici di Israele” sono tanti e hanno risposto alla chiamata del paese vittima del vile attacco terrorista sono diversi anche i fiancheggiatori di Hamas.
DALL’IRAN NEL 2020 PIÙ DI 100 MILIONI DI DOLLARI AD HAMAS
L’Iran, pur avendo negato un coinvolgimento diretto, è stato da subito individuato come l’appoggio internazionale dei terroristi di Hamas. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha detto che l’amministrazione americana non ha ancora prove che colleghino Teheran alla pianificazione e all’esecuzione dell’attacco. “Stiamo cercando di acquisire ulteriori informazioni”, ha detto Sullivan ai giornalisti alla Casa Bianca. Anche l’intelligence israeliana sta cercando evidenze circa il coinvolgimento diretto dell’Iran. Il paese per anni è stato il principale benefattore di Hamas, fornendo milioni di dollari, armi nonché un ampio sostegno tecnico e ideologico.
Nel 2022 il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha dichiarato pubblicamente che quell’anno il gruppo aveva ricevuto circa 70 milioni di dollari dall’Iran e che aveva utilizzato i soldi per costruire razzi. Un rapporto del Dipartimento di Stato del 2020 ha rilevato che l’Iran ha fornito circa 100 milioni di dollari all’anno a gruppi terroristici palestinesi, compreso Hamas. Tuttavia il passato sostegno iraniano al gruppo non è una prova sufficiente. per dimostrare il suo coinvolgimento diretto.
QATAR: FINANZIATORE DI HAMAS SU BASE UMANITARIA
L’Iran non è l’unico finanziatore di Hamas. Tra i fiancheggiatori e finanziatori di Hamas figurano l’Arabia Saudia, l’Egitto, i paesi del Golfo, il Sudan e il Qatar. “Innanzitutto, si tratta, in parte, di una conseguenza della crisi tra Hamas e Iran del 2012 quando il movimento si è visto costretto a differenziare le sue fonti di finanziamento” dice il prof. Andrea Molle, Professore Associato di Scienza Politica e Direttore del Master in Studi Internazionali, Chapman University a Rainews.
“Va inoltre ricordato – continua – che nel 2013 Hamas perde anche il sostegno dell’Egitto in occasione del rovesciamento militare del primo governo guidato dai Fratelli Musulmani. La perdita della sponda egiziana, sui cui tunnel ad esempio si fondava la strategia di contrabbando di armi e generi di sussistenza, ha avuto un impatto massiccio sulle entrate di Hamas, riducendone il budget fino al 75%. Hamas si è dunque rivolto al Qatar per ottenere finanziamenti e anche come quartier generale alternativo alla perdita di Damasco”. In teoria “la posizione del Qatar è molto diversa dall’Iran” in quanto sarebbe diretta “ad alleviare la sofferenza del popolo palestinese e, anche in virtù della normalizzazione dei rapporti con Israele, Doha si è più volte presentata al mondo come mediatore nel conflitto”.
QUANTI SOLDI HA RACCOLTO HAMAS IN CRIPTOVALUTE
Secondo il Wall Street Journal, come riferito da Start magazine, “durante l’anno precedente agli attentati, tre gruppi militanti – Hamas, Jihad islamica palestinese (Pij) e il loro alleato libanese Hezbollah – hanno ricevuto grandi quantità di fondi attraverso le criptovalute”. Nel dettaglio, Hamas avrebbe ricevuto circa 41 milioni di dollari. Nonostante non sia chiaro come sia stato utilizzato quel denaro, nel 2022 le autorità statunitensi hanno sanzionato l’ufficio investimenti di Hamas, che secondo loro aveva un patrimonio di 500 milioni di dollari.
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Quello delle criptovalute è un pozzo senza fondo, una specie di buco nero difficile da controllare. L’anno scorso, ricorda sempre Start magazine, un rapporto del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti affermava che “le lacune nei controlli sulla criminalità finanziaria presso tali borse di criptovalute possono consentire ai gruppi terroristici di utilizzarle in modo improprio”.
COME HAMAS INTERCETTA I FINANZIAMENTI UE
Ma a guardare bene tra i finanziatori indiretti di Hamas rischia di esserci anche l’Unione Europea. “Si tratta di fondi molto ingenti che sappiamo essere, almeno in parte, intercettati da Hamas e altre organizzazioni terroristiche – ha detto ancora il prof. Molle -. L’Unione Europea ha congelato l’invio di 691 milioni di Euro, subordinando lo sblocco alla cessazione delle ostilità, ma in passato molti di questi fondi sono finiti nelle mani dei terroristi”.
Alcuni di questi casi hanno riguardato la ONG World Vision, assegnataria di 50 milioni di dollari dal Canada per finanziare progetti umanitari nella striscia di Gaza e trasferiti, invece, dal responsabile del programma di aiuti in territorio palestinese, Mohammed Halabi, direttamente nelle casse di Hamas. Un altro caso è quello dell’Islamic Relief Worlwide “considerato da Israele uno dei principali finanziatori privati del terrorismo palestinese”, dice il prof. Molle.
TAJANI: “BISOGNA VIGILARE SUL DENARO DELLA COOPERAZIONE”
L’UE è il principale donatore di aiuti ai palestinesi che risiedono nella Gaza e in Cisgiordania, territori controllati da Hamas ma governate dall’Autorità Palestinese del presidente Mahmoud Abbas. “L’ho detto anche agli altri ministri degli Esteri dell’Ue – ha detto il ministro Tajani -. Bisogna vigilare sul denaro della cooperazione. Neanche un euro deve finire nelle tasche di Hamas e di chi lo supporta, anche indirettamente”.
Il sostegno finanziario europeo è usato per garantire il welfare necessario alla popolazione ma spesso il denaro viene intercettato dai terroristi. I ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno fatto sapere che discuteranno la proposta di sospensione degli aiuti UE ai territori palestinesi. La Commissione europea ha confermato che sta avviando una revisione urgente della sua assistenza finanziaria alla Palestina per garantire che “nessun finanziamento comunitario consenta indirettamente a un’organizzazione terroristica di effettuare attacchi contro Israele”.
La stessa presidente von der Leyen nelle scorse ore ha precisato: “Il nostro sostegno umanitario al popolo palestinese non è in discussione. Ma è importante rivedere attentamente la nostra assistenza finanziaria alla Palestina. I finanziamenti dell’Ue non sono mai andati e non andranno mai a Hamas o a qualsiasi entità terroristica”.