Un nuovo scandalo scuote il Parlamento europeo, coinvolto Valerio Ottati direttore degli affari pubblici del colosso cinese presso l’Unione Europea
A poco più di due anni dal Qatargate, un nuovo terremoto giudiziario si abbatte sul Parlamento europeo. La giustizia belga ha aperto un’inchiesta su un presunto caso di corruzione che coinvolgerebbe i lobbisti del colosso cinese Huawei. Secondo quanto anticipato dal quotidiano belga Le Soir, le indagini si concentrano su presunti pagamenti illeciti a una quindicina di eurodeputati, volti a influenzare le decisioni politiche dell’Unione europea a favore dell’azienda.
Questa mattina la polizia federale ha condotto un’operazione su larga scala, effettuando 21 perquisizioni in abitazioni e uffici tra Bruxelles, la Vallonia e le Fiandre. Alcuni lobbisti sono stati fermati per essere interrogati. La procura federale belga ha confermato che le accuse principali riguardano corruzione, falsificazione di documenti, riciclaggio di denaro e organizzazione criminale.
CHI E’ VALERIO OTTATI, IL LOBBISTA NEL MIRINO
Una delle figure sulle quali ruota la nuova inchiesta è Valerio Ottati, 41 anni, cittadino belga-italiano originario di Woluwe-Saint-Pierre, un comune nella regione di Bruxelles-Capitale. Ottati è dal 2019 il direttore degli affari pubblici di Huawei presso l’Unione Europea e, secondo gli inquirenti, sarebbe al centro di un sofisticato sistema di corruzione operato “in modo regolare e discreto” dal 2021 a oggi. Prima di entrare nel colosso cinese delle telecomunicazioni, Ottati ha lavorato per un decennio come assistente parlamentare di due eurodeputati italiani: uno del Ppe e uno del gruppo dei Socialisti (S&D).
In particolare, tra le mansioni ricoperte negli anni tra il 2009 e il 2014, anche la gestione dei fondi assegnati all’eurodeputato di turno; la gestione degli incontri interparlamentari UE-Cina a Bruxelles e Pechino; gestione delle relazioni con l’Ambasciata cinese presso l’Ue e i loro diplomatici; redazione dell’agenda delle riunioni della Delegazione per le relazioni con la Repubblica Popolare Cinese del Parlamento europeo; stesura di note informative per il presidente e i membri della Delegazione su una varietà di questioni (dialogo sulla cooperazione nell’innovazione Ue-Cina, vertici Ue-Cina, relazioni commerciali Ue-Cina, accesso al mercato e investimenti, diritti di proprietà intellettuale, sfide ambientali e cambiamenti climatici, controversie antidumping, diritti umani, ecc.).
Il suo profilo professionale, fortemente radicato nelle dinamiche dell’Europarlamento, gli avrebbe permesso di tessere una rete di contatti strategici per influenzare le politiche comunitarie in favore di Huawei.
REGALI DI LUSSO E FAVORI POLITICI, IL MECCANISMO DELLA PRESUNTA CORRUZIONE
Secondo la procura belga, la presunta attività illecita si sarebbe manifestata sotto diverse forme. Dai pagamenti occulti per orientare posizioni politiche favorevoli a Huawei a regali di valore, tra cui smartphone e altri dispositivi tecnologici dell’azienda. Da spese di vitto e viaggi coperte dal colosso cinese a inviti regolari a eventi esclusivi, comprese partite di calcio di alto profilo.
Huawei, in particolare, dispone di una tribuna privata al Lotto Park, lo stadio dell’RSC Anderlecht, dove diversi eurodeputati avrebbero ricevuto inviti speciali. Il codice di condotta del Parlamento europeo stabilisce che qualsiasi regalo di valore superiore a 150 euro debba essere dichiarato pubblicamente nel registro ufficiale. Al momento non risultano indagati membri del Parlamento europeo, ma la procura federale non esclude la possibilità di richiedere la revoca dell’immunità parlamentare di diversi eletti nelle prossime fasi dell’inchiesta.
IL FATTOQUOTIDIANO.IT: “PERQUISITO UFFICIO DEL FORZISTA FALCONE”
Nel tardo pomeriggio, si è saputo che le perquisizioni all’interno del Parlamento di Bruxelles hanno portato al sequestro di due uffici, “uno dei quali appartiene, secondo quanto confermano due fonti sul posto a Ilfattoquotidiano.it, agli assistenti dell’europarlamentare Marco Falcone di Forza Italia”.
Sempre il sito del FQ, fa presente che “Falcone è alla prima esperienza da eurodeputato al Parlamento europeo e se si studia il suo profilo non sembra essere ‘interessante’ per una multinazionale come Huawei. È infatti membro delle commissioni per i Problemi Economici e Monetari, della commissione speciale sulla crisi degli alloggi nell’Unione europea (HOUS), della delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l’Unione del Maghreb arabo (DMAG), oltre a figurare come membro sostituto della commissione per la pesca (PECH) e della delegazione per le relazioni con l’India (D-IN). Non è strano, quindi, che tra gli incontri avuti con i gruppi di pressione non ci siano meeting con rappresentanti di Huawei. Per questo oggetto d’indagine potrebbero essere alcuni suoi assistenti”.