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Cosa ci ha lasciato in eredità la regina Elisabetta II

Elisabetta II

L’omaggio alla Regina Elisabetta II di Francesco Damato

No. Oggi non ce la faccio a tenere basso lo sguardo per riferirvi della campagna elettorale italiana a 16 giorni dal rinnovo delle Camere. Una campagna monotonamente contrassegnata dalle divisioni che accomunano i due poli certificati dalla Corte di Cassazione -il centrodestra molto avanti nei sondaggi e il centrosinistra molto indietro- insidiati entrambi dal polo non certificato di centro per una valutazione della consistenza, rispettivamente, della vittoria e della sconfitta.  Il resto è ormai dettaglio, o poco più, sotto le 5 stelle e altrove.

Oggi lo sguardo non può che levarsi più in alto, geograficamente e umanamente, con l’omaggio dovuto ad una grande, grandissima regina -Elisabetta II d’Inghilterra- che ha concluso serenamente la sua lunga avventura terrena guadagnandosi tutti, ma proprio tutti gli elogi che le sono stati riservati immediatamente nella nostra doppia Capitale del Cristianesimo e dell’Italia: dall’”esempio di devozione al dovere” indicato da Papa Francesco all’”autorevole saggezza e altissimo senso di responsabilità” sottolineati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, infine al riconoscimento di “una protagonista assoluta” da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi.

Nell’ormai lontano, anzi lontanissimo 1956 andai a Londra in estate come premio di mio padre per il diploma di maturità classica. E mi colpì, all’arrivo, un giornale appena uscito con un titolo su tutta la prima pagina che diceva: Slapped. Cioè, schiaffeggiato. Era la sorte toccata in Parlamento ad un deputato britannico che aveva attaccato la regina salita al trono quattro anni prima. E di quel giornale vidi, ammirato, la corsa all’acquisto davanti alle edicole, come poi vidi e ascoltai nelle sale cinematografiche gli applausi del pubblico al filmato che precedeva ogni spettacolo per il saluto alla Regina.

Sono andato a cercare  su internet il nome di quel deputato slapped da me purtroppo dimenticato. E’ stata una ricerca felicemente inutile, avendomi finalmente restituito un’immagine umana della navigazione elettronica. Che ha anch’essa evidentemente i suoi limiti.

Ne è passato di tempo da quel giorno, ne sono accadute di cose attorno ad Elisabetta II, in Gran Bretagna e in famiglia, ma quel deputato è probabilmente morto senza la soddisfazione di vedere minata la popolarità della Regina. Peggio ancora se è sopravvissuto, perché adesso sta vedendo e sentendo di persona quanto Elisabetta fosse riuscita a smentirlo nel suo lunghissimo regno.

Onore, dunque, alla Regina, con quella mano destra livida delle cure cui doveva sottoporsi  per le sue condizioni di salute, a 96 anni, che abbiamo tutti potuto vedere in fotografia e in televisione mentre, sorridente e serena, si accomiatava dalla conservatrice Liz Truss dopo l’ultimo adempimento del suo mandato regale. L’aveva appena nominata alla guida del governo britannico al posto del praticamente sfiduciato collega di partito Boris Johnson.

Quel sorriso ci mancherà -credo, o temo- con Carlo III arrivato finalmente al trono all’età di 74 anni. Sua madre era già regina a 25.

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