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Cosa dice Lancet sul vaccino russo Sputnik V

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Sputnik V secondo i dati di Lancet si sarebbe rivelato tra i vaccini più performanti, insieme a Pfizer/BioNTech e Moderna

Dalla rivista medica The Lancet arrivano le prime rassicurazioni sul vociferato vaccino russo Sputnik V, guardato finora con sospetto dalla comunità scientifica internazionale dato che Mosca è sempre stata molto restia a diffondere i dati del prodotto sviluppato e celebrato in patria. L’antidoto russo è un vaccino a “vettore virale”: sfrutta cioè virus resi innocui e adattati per combattere il Covid per portare ai nostri anticorpi le informazioni sul virus che dovranno riconoscere e combattere.

seconda ondata

Si apprende così che Sputnik V è efficace al 91,6% contro le forme sintomatiche di Covid-19: della bontà dei dati di The Lancet possiamo esser certi in quanto convalidati da esperti indipendenti. «Lo sviluppo del vaccino Sputnik V è stato criticato per la sua fretta, il fatto che abbia bruciato gradini e una mancanza di trasparenza. Ma i risultati riportati qui sono chiari e il principio scientifico di questa vaccinazione è dimostrato», hanno affermato due esperti britannici, i professori Ian Jones e Polly Roy, in un commento allegato allo studio Lancet. Questo «significa che un vaccino aggiuntivo può ora unirsi alla lotta per ridurre l’incidenza del Covid-19», hanno aggiunto i ricercatori, che non sono stati essi stessi coinvolti nello studio.

I risultati pubblicati su The Lancet provengono dall’ultima fase degli studi clinici sul vaccino, fase 3, che coinvolge quasi 20.000 partecipanti. Come sempre in questi casi, questi risultati provenivano dal team che ha sviluppato il vaccino e poi condotto gli studi, e sono stati poi presentati ad altri scienziati indipendenti prima della pubblicazione. Mostrano che lo Sputnik V riduce del 91,6% il rischio di contrarre una forma sintomatica di Covid-19. I partecipanti al trial tra settembre e novembre scorsi hanno tutti ricevuto due dosi di vaccino o placebo a tre settimane di distanza l’una dall’altra.

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Ogni somministrazione è stata accompagnata da un test PCR (tampone). Nei giorni successivi alla seconda dose, un test PCR è stato eseguito solo in persone che hanno sviluppato sintomi. Sedici volontari su 14.900 che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino sono risultati positivi (0,1%), contro i 62 dei 4.900 che hanno ricevuto placebo (o 1,3%). Tuttavia, gli autori indicano una limitazione: poiché i PCR sono stati raggiunti solo «quando i partecipanti hanno riferito di avere sintomi di Covid, l’analisi dell’efficacia copre solo i casi sintomatici». Perciò «sono necessarie ulteriori ricerche per determinare l’efficacia del vaccino su casi asintomatici e la trasmissione» della malattia, ha comunicato The Lancet. Inoltre, sulla base di circa 2.000 casi di persone di età superiore ai 60 anni, lo studio rileva che il vaccino sembra essere efficace in questa fascia di età. Infine, dati parziali sembrano dimostrare che protegge estremamente bene da forme da moderate a gravi della malattia.

LANCET: SPUTNIK V TRA I PIÙ EFFICACI

Nonostante lo scetticismo del mondo occidentale, lo Sputnik V secondo i dati di Lancet si sarebbe dunque rivelato tra i vaccini più performanti, insieme a Pfizer/BioNTech e Moderna (circa il 95% di efficacia), che utilizzano però una tecnologia diversa (Rna messaggero). Dati i ritardi nelle consegne degli antidoti da parte le case farmaceutiche occidentali, l’Europa aveva già incaricato l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) di approfondire gli studi su Sputnik V, già utilizzato in Russia e in Paesi come Argentina o Algeria.

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