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scudo nucleare

Cos’è lo scudo nucleare proposto dal presidente francese

Acceso dibattito sulla proposta del presidente Macron di estendere lo scudo o deterrenza nucleare francese agli alleati europei

Ombrello, scudo, protezione. Nelle ultime ore a monopolizzare il dibattito politico europeo, e non solo, è la proposta lanciata dal presidente francese Emmanuel Macron: la necessità di una difesa autonoma, anche sul piano nucleare. In un momento di incertezza internazionale, con gli Stati Uniti sempre più riluttanti a garantire la protezione del Vecchio Continente e una Russia aggressiva sullo scenario geopolitico, Macron ha dichiarato di voler aprire un dibattito strategico sulla possibilità di estendere la deterrenza nucleare francese agli alleati europei.

Il leader dell’Eliseo ha sottolineato che, sebbene la Francia sia pronta a discutere di una protezione comune, la decisione sull’eventuale uso dell’arma atomica rimarrà nelle mani del presidente francese. Una precisazione che risponde ai timori interni in Francia, ma che evidenzia anche i limiti della proposta.

L’UE ALLA PROVA DELL’UNITA’, TRA MINACCE RUSSE E DISIMPEGNO USA

L’iniziativa di Macron arriva in una fase molto delicata. L’amministrazione Trump ha ridotto il sostegno militare e l’intelligence a Kiev, spingendo l’Europa a interrogarsi sul proprio ruolo nella sicurezza del continente.

Al centro del confronto, che va concretizzandosi a Bruxelles dove è in corso un Consiglio europeo straordinario, c’è il presente e il futuro dell’Ucraina, con l’Unione europea chiamata a decidere quale sostegno dare a Kiev. Si tratta di uno dei tornanti più difficili per l’Ue, che deve salvaguardare anche la propria unità e coesione.
Parallelamente, la Russia continua a esercitare pressioni attraverso il conflitto in Ucraina.

A questo si aggiunge il timore che l’ombrello nucleare della Nato, tradizionalmente garantito dagli Stati Uniti, possa non essere più un punto fermo per gli europei. Friedrich Merz, candidato alla cancelleria tedesca, ha già espresso la necessità di prepararsi allo scenario in cui Washington decida di non intervenire più direttamente in caso di crisi.

COS’E’ LO SCUDO NUCLEARE

Il concetto di “ombrello nucleare” nasce durante la Guerra Fredda, quando gli Stati Uniti garantirono ai loro alleati europei protezione contro un eventuale attacco atomico sovietico. Il principio è quello della deterrenza: chi dispone di un arsenale nucleare può dissuadere potenziali aggressori dal colpire, per paura di una risposta devastante. Attualmente la Nato mantiene una protezione basata sul sistema Bmd (Ballistic missile defense), che include radar, caccia intercettori e navi dotate di sistemi di difesa antimissile. Questa rete però è legata al comando Usa e potrebbe non essere sufficiente a fronteggiare minacce avanzate come i missili ipersonici russi, ritenuti difficili da intercettare.

IL PIANO FRANCESE E GLI OSTACOLI

La Francia è l’unico Paese dell’Unione europea, insieme al Regno Unito, a possedere un arsenale nucleare indipendente. La sua “Force de Frappe” comprende sottomarini con missili balistici e caccia Rafale equipaggiati con testate nucleari. L’idea di Macron è quella di offrire agli alleati europei una forma di protezione basata su queste capacità, accelerando il dibattito su una difesa comune.

Il progetto si scontra con diversi ostacoli. Innanzitutto l’autonomia decisionale: Parigi vuole mantenere il controllo esclusivo sul proprio arsenale, il che potrebbe rendere difficile l’integrazione con altri Paesi. A questo vanno aggiunti i dubbi degli alleati: la Germania, attraverso il cancelliere Olaf Scholz, ha ribadito l’importanza della Nato e della condivisione nucleare già esistente. Ci sono anche limiti tecnologici. Il sistema difensivo europeo è ancora in fase di sviluppo, con progetti come il programma Twister per l’intercettazione di missili ipersonici che non saranno operativi prima del 2030.

COSA PREVEDE L’ART. 5 DELLA NATO

C’è poi chi fa riferimento all’art. 5 della Nato, come l’europarlamentare di FdI Nicola Procaccini: C’è un errore di fondo: o nella traduzione che noi facciamo in Italia delle parole di Macron o c’è un errore nelle parole espresse dal presidente della Francia”. “Forse – ha osservato – ci si riferisce alla deterrenza offerta dalle armi nucleari, ma all’interno della Nato c’è già un presupposto, che è quello garantito dall’articolo 5, per cui se una Nazione viene attaccata, tutte le altre Nazioni che fanno parte della Nato intervengono in sua difesa. Quindi, mi sembra una cosa che è già iscritta negli accordi internazionali”, ha aggiunto l’esponente di Fdi.

Ecco cosa prevede l’art. 5: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali”.

LE REAZIONI INTERNAZIONALI

La proposta francese ha scatenato reazioni contrastanti. Mosca ha definito le dichiarazioni di Macron una “minaccia alla Russia”, mentre all’interno dell’Ue il dibattito è aperto. Il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, ha riconosciuto che il tema merita attenzione, mentre altri leader restano scettici sull’effettiva fattibilità di un simile progetto. Nel frattempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato Macron per la sua “visione chiara”, vedendo nella proposta un segnale di maggiore impegno europeo nella difesa della regione.

Rimane da vedere se questa visione troverà il consenso necessario tra gli alleati o se sarà vittima dei fuochi incrociati e rimarrà soltanto un’ambizione isolata dell’Eliseo. Ma una cosa è certa: tra riarmo Ue e scudo nucleare, il dibattito sulla sicurezza europea è ormai entrato in una nuova fase.

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