Israele ha informato di aver respinto il 99% degli attacchi iraniani, grazie al sistema di difesa aereo basato su più livelli
L’Iran ha attaccato Israele con uno sciame di centinaia di droni kamikaze e di missili cruise lanciati in tre ondate dal suolo iraniano. Le conseguenze sono state esigue perché, con la collaborazione di Usa e Gb, Israele ha respinto il 99% degli attacchi, prevenendo gravi danni o vittime.
Ma l’attacco con più di 300 droni e missili balistici iraniani è stata l’ultima sfida al sistema di difesa aerea israeliano, già fortemente sotto pressione per far fronte agli attacchi di razzi, droni e missili in arrivo durante i sei mesi di guerra contro Hamas.
I VARI LIVELLI DEL SISTEMA DI DIFESA AEREO DI ISRAELE
Ecco uno sguardo più da vicino al sistema di difesa aerea multistrato di Israele.
The Arrow: questo sistema sviluppato con gli Stati Uniti è progettato per intercettare missili a lungo raggio, compresi i tipi di missili balistici che l’Iran ha dichiarato di aver lanciato sabato. La freccia, che opera al di fuori dell’atmosfera, è stata utilizzata nell’attuale guerra per intercettare missili a lungo raggio lanciati dai militanti Houthi nello Yemen.
Arrow 3, scrive il Giornale, “è il più recente ad essere entrato in servizio. Appartiene alla categoria degli intercettori Aws (Arrow weapon system) ed è stato sviluppato congiuntamente dalla Iai (Israel Aerospace Industries) e dalla statunitense Boeing. Secondo le autorità di Tel Aviv, esso rappresenta l’apice dei sistemi di difesa aerea. Il suo scopo è quello di intercettare e abbattere minacce a distanze molto elevate ed è composto da due componenti: il radar e il lanciarazzi.
Il primo rappresenta l’”occhio” di Arrow 3 ed è in grado di identificare un bersaglio fino a 1000 chilometri di distanza, rendendo dunque efficace il sistema anche contro armi come i missili balistici. Gli intercettori, invece, possono colpire un vettore nemico situato anche oltre i 100 chilometri di quota, volando a cinque volte la velocità del suono. I lanciatori sono mobili, quindi possono essere dislocati in varie zone del Paese e anche su piattaforme navali”.
David’s Sling: anch’esso sviluppato con gli Stati Uniti, il David’s Sling ha lo scopo di intercettare missili a medio raggio, come quelli posseduti da Hezbollah in Libano.
Patriot: questo sistema di fabbricazione americana è il membro più antico del sistema di difesa missilistica israeliano, utilizzato durante la prima guerra del Golfo nel 1991 per intercettare i missili Scud lanciati dall’allora leader iracheno, Saddam Hussein. Il Patriot viene ora utilizzato per abbattere aerei, compresi i droni.
COS’E’ IRON DOME, LA ‘CUPOLA DI FERRO’
Iron Dome: questo sistema, sviluppato da Israele con il sostegno degli Stati Uniti, è specializzato nell’abbattimento di razzi a corto raggio. Ha intercettato migliaia di razzi da quando è stato attivato all’inizio dello scorso decennio – comprese migliaia di intercettazioni durante l’attuale guerra contro Hamas e Hezbollah. Israele afferma di avere un tasso di successo superiore al 90%.
La “cupola di ferro”, come viene definito l’Iron Dome, è entrato in servizio nel 2007 dopo la seconda guerra del Libano e ha il compito di intercettare razzi e colpi di mortaio sparati da distanze relativamente ravvicinate. Inizialmente progettato senza il supporto statunitense – ricorda il Giornale – dal 2011 è diventato cofinanziato da Washington attraverso la Raytheon Tecnologies. Il sistema è basato sulla triade radar-centro di controllo-lanciatore di missili. Il radar (EL/M-2084 Multi-mission sviluppato dall’israeliana Delta) rileva una minaccia a una distanza tra i quattro e i 70 chilometri, prevedendone traiettoria e obiettivo. Le informazioni vengono trasmesse al centro di controllo (Battle and Weapons Management Control dell’azienda israeliana mPrest Systems), che ha il compito di elaborarle per attivare la risposta. Se ritenuto necessario, viene poi attivato il lanciamissili armato con vettori Tamir.
Una delle caratteristiche principali dell’Iron Dome – prosegue il quotidiano milanese – è la sua capacità di risparmiare colpi. In base alla traiettoria dei bersagli, infatti, è in grado di distinguere la risposta più adeguata. Se il colpo sparato dal nemico impatterà in una zona abitata, infatti, tratterrà il colpo per evitare uno spreco. La “cupola” è composta in totale da una decina dibatterie mobili, ognuna in grado di coprire e difendere un’area di circa 150 chilometri quadrati.
Iron Beam: Israele sta sviluppando un nuovo sistema per intercettare le minacce in arrivo con la tecnologia laser. Israele ha affermato che questo sistema rappresenterà un punto di svolta perché è molto più economico da gestire rispetto ai sistemi esistenti. Tuttavia non è ancora operativo.