Bruxelles lancia l’offensiva nei confronti di TikTok, dopo che a dicembre aveva preso di mira la piattaforma X. Anche Apple nel mirino dell’Ue
Dopo l’attacco, lo scorso dicembre, nei confronti di X di Elon Musk, la Commissione europea si ripete e questa volta si muove contro TikTok per verificare possibili violazioni agli obblighi di tutela dei minori, previsti dalla legge Ue sui servizi digitali (Dsa).
Tutto ciò avviene proprio nei giorni in cui il sindaco di New York annuncia di voler portare in tribunale Facebook, YouTube, Instagram, lo stesso Tiktok, accusati di provocare disturbi mentali nei giovani.
Nel mirino, quindi, anche in questo caso c’è il popolare social cinese al quale l’esecutivo comunitario nei mesi scorsi ha chiesto a più riprese informazioni e chiarimenti. La Commissione Ue nelle ultime ore ha rotto gli indugi e ha annunciato l’apertura di una procedura formale che potrebbe trasformarsi in una pesante multa per TikTok.
LA CROCIATA DEL COMMISSARIO UE THIERRY BRETON
Anche in questo caso a portare avanti la crociata contro i big mondiali dei social network è il commissario per il Mercato interno Thierry Breton. “Essendo una piattaforma che raggiunge milioni di bambini e adolescenti – ha spiegato – TikTok deve rispettare pienamente la Dsa e ha un ruolo particolare da svolgere nella tutela dei minori online. Oggi avviamo questa procedura formale di infrazione per garantire che vengano intraprese azioni proporzionate per proteggere il benessere fisico ed emotivo dei giovani europei. Non dobbiamo risparmiare alcuno sforzo per proteggere i nostri figli”.
L’indagine di Bruxelles si concentrerà tra l’altro sul design di TikTok, inclusi gli algoritmi che possono indurre dipendenze comportamentali o creare i cosiddetti effetti da tana del Bianconiglio (in pratica intrappolando in una realtà meravigliosa alienante, ndr). E sotto esame, ci saranno poi gli strumenti che il social utilizza per impedire che i minori accedano a contenuti inappropriati, e che potrebbero “non essere ragionevoli, proporzionate ed efficaci”.
TIKTOK POTREBBE RISCHIARE MULTE FINO AL 6% DEL FATTURATO
La società cinese – come riporta l’Ansa – replica attraverso un portavoce del gruppo: “TikTok – ha introdotto funzioni e impostazioni innovative per proteggere gli adolescenti e impedire ai minori di 13 anni di accedere alla piattaforma, una questione di cui si sta occupando l’intero settore. Continueremo a collaborare con esperti e player del settore per garantire la sicurezza dei giovani su TikTok e siamo lieti di avere ora l’opportunità di spiegare in dettaglio questo lavoro alla Commissione”.
Se fosse giudicata colpevole di aver violato le nuove regole europee entrate in vigore in fasi successive a partire dall’anno scorso, TikTok potrebbe rischiare multe fino al 6% del fatturato globale.
Come detto quella contro TikTok è la seconda procedura formale aperta da Bruxelles ai sensi della Dsa, dopo quella avviata a dicembre contro X, relativa tra l’altro agli obblighi di contrasto alla diffusione di contenuti illegali e di combattere la manipolazione delle informazioni sulla piattaforma.
COS’È IL DIGITAL SERVICE ACT
Ci siamo già occupati più volte del Digital service Act voluto dall’Unione europea. La legge sui servizi digitali (Dsa) mira a porre un freno alla diffusione di contenuti illegali e fake news imponendo nuovi obblighi per i fornitori di servizi digitali come i social network che vanno dal dover reagire rapidamente, nel rispetto dei diritti fondamentali, come la libertà di espressione e la protezione dei dati, al potenziamento della tracciabilità e dei controlli sugli operatori commerciali nei mercati online per garantire la sicurezza dei prodotti e dei servizi, con l’impegno a effettuare controlli casuali dell’eventuale ricomparsa di contenuti illegali.
Ad adeguarsi per prime sono state le “piattaforme online molto grandi” (come Google, Apple, Facebook, Amazon, X e TikTok), considerate di “importanza sistemica” da Bruxelles in virtù delle loro dimensioni e devono dimostrare cosa stanno facendo per conformarsi al Dsa. Queste hanno dovuto pubblicare il loro numero di utenti attivi, entro il 17 febbraio 2023, e fornire alla Commissione una prima valutazione dei rischi. Dal 17 febbraio 2024 anche le piattaforme con meno di 45 milioni di utenti attivi sono tenute a rispettare tutte le norme in materia di Dsa.
LA TUTELA DEI MINORI NEL DIGITAL SERVICE ACT
Nelle intenzioni del legislatore europeo il web deve diventare un luogo sicuro per chiunque si imbatta nei servizi online. E questo vale soprattutto per i minori dei quali deve essere tutelata la vita privata: i fornitori di piattaforme online dovranno progettare interfacce online con il massimo livello di privacy, sicurezza e protezione dei minori.
Per esempio, la norma prevede che ai minori non siano presentate inserzioni pubblicitarie basate sulla profilazione, quindi non ne possono essere utilizzati i dati personali se le piattaforme sono consapevoli “con ragionevole certezza” che il destinatario del servizio è un minore. Inoltre, se un servizio è principalmente destinato a minori o è utilizzato in prevalenza da questi, il prestatore “spiega in modo comprensibile per i minori le condizioni e le restrizioni che si applicano all’utilizzo del servizio”.
Per le piattaforme scatta anche l’obbligo di adottare misure mirate per tutelare i diritti dei minori, come strumenti di verifica dell’età e di controllo parentale, o strumenti volti a supportare minori a segnalare abusi o chiedere aiuto.
NEL MIRINO DELL’UE ANCHE APPLE MUSIC
Come ricostruisce poi Start Magazine, in vista c’è anche uno scontro tra l’Ue e Cupertino. “Secondo quanto ha riportato il Financial Times – riposta Carlo Terzano –, la Commissione europea dovrebbe notificare nel giro di poche settimane una sanzione che potrebbe andare da 500 a circa 540 milioni di euro alla Big Tech di Cupertino fondata da Steve Jobs con l’accusa di aver violato la legge europea sui servizi musicali in streaming. L’Ue, insomma, avrebbe messo nel mirino Apple Music. Ma andiamo con ordine. Secondo quanto si legge sul quotidiano economico, la multa da oltre mezzo miliardo di euro è il frutto di una indagine avviata a seguito di un esposto di Spotify (che da anni si scontra con il colosso di Cupertino) e verrà consegnata dalla Commissione Europea all’inizio di marzo. Nel documento Apple dovrebbe essere accusata di abuso di posizione dominante”.
La Commissione Ue avrebbe insomma accolto le istanze della software house svedese che nel 2019 aveva lamentato il fatto che Apple impedisse agli sviluppatori delle applicazioni su iOS di reclamizzare l’esistenza di sistemi di pagamenti alternativi al di fuori dell’App Store per favorire Apple Music.